10 Tecnologie Innovative 2016 / L’Autopilot di Tesla Motors

È bastato un semplice aggiornamento software, per avvicinarci alla realtà della guida autonoma. Disponibilità: Ora

di Ryan Bradley

L’Autopilot di Tesla
Il passo avanti Un’auto che guida da é in maniera sicura in un’ampia gamma di condizioni
Perché conta Incidenti stradali causati da errori umani uccidono migliaia di persone ogni giorno in tutto il mondo.
I giocatori chiavi per la guida autonoma Ford Motor

- General Motors

– Google

– Nissan

– Mercedes

– Tesla Motors

– Toyota

- Uber

– Volvo

Nell’ottobre 2014, Tesla Motors ha avviato la produzione delle sue berline con una dozzina di sensori a ultrasuoni montati discretamente sui paraurti e nelle fiancate. Per $4.250, i clienti potevano acquistare un “pacchetto tecnologico” che, con questi sensori, una videocamera, un radar frontale e freni controllati digitalmente, permetteva di evitare le collisioni – consentendo alla macchina di prendere il controllo e fermarsi prima di provocare un incidente. Nella maggior parte dei casi, però, l’hardware sarebbe rimasto in stand-by ad accumulare flussi di dati. Un anno dopo, il 14 ottobre, la società ha trasmesso un aggiornamento software alle 60.000 vetture che aveva venduto con queto pacchetto. Questo aggiornamento si chiamava ufficialmente Tesla Version 7.0, ma a restare impresso è stato il suo soprannome: Autopilot.

L’Autopilot, di fatto, offre ai conducenti una funzione simile a quella che i piloti di linea attivano durante il volo. La vettura può gestire velocità di percorrenza, sterzare e cambiare corsia, e parcheggiarsi da sola. Alcune di queste funzioni, come il parcheggio parallelo automatico, erano già state introdotte su alcuni modelli di altre società (fra cui Mercedes, BMW e General Motors), ma lo sterzo automatico ha rappresentato improvvisamente, nell’arco di una notte, con l’aggiornamento software, un gigantesco passo avanti verso l’autonomia totale.

I clienti di Tesla, deliziati, hanno subito cominciato a condividere video in cui leggevano un giornale, bevevano del caffè o, addirittura, posavano sul tetto della macchina in marcia. Alcune di queste gesta, è bene precisare, sono illegali. L’Autopilot ha fatto il suo ingresso in un campo non regolato, ma rappresenta un grande passo verso un prossimo futuro che cambierà non solo il nostro rapporto con l’automobile ma anche la strada e l’intera infrastruttura dei trasporti. È per questo motivo che ho subito cercato l’occasione per salire a bordo di una vettura che montasse un sistema Autopilot da provare per qualche giorno sulle strade di Los Angeles.

Alla presentazione, tutti volevano provare la strana sensazione che si sperimenta a lasciar andare il volante. Uno sterzo che si manovra da solo per cambiare corsia o parcheggiare ha un che di magico. Al di là di questa primissima impressione, però, mi ha sorpreso la rapidità con cui mi sono abituato, quasi rassegnato, alla presenza dell’Autopilot. Come dettomi da un ingegnere di Tesla – con la condizione di restare anonimo, perché nessuno all’infuori di Musk può parlare pubblicamente – la cosa più strana è tornare a guidare l’auto senza l’ausilio dell’Autopilot. “Si prova l’impressione che l’auto non stia facendo il suo dovere”, mi ha detto.

L’auto non può accendersi con l’Autopilot; sono necessarie una serie di circostanze (in sostanza, le giuste informazioni) prima di poter attivare la funzione. Fra queste, servono linee segnaletiche nitide, una impressione delle auto circostanti, ed una mappa dell’area che si intende percorrere. L’abbondante traffico di L.A. costituisce lo scenario ideale per l’Autopilot, non solo perché tutte i sensori a ultrasuoni – che utilizzano onde sonore ad alta frequenza per identificare oggetti fino a 5 metri di distanza – ma anche perché gli esseri umani sono terribili nel traffico. Non siamo abili nel determinare le distanze e cerchiamo sempre di cambiare corsia per cercare di metterci in quella più veloce, per cui provochiamo spesso incidenti. Con l’Autopilot inserito mi sono potuto permettere di osservare gli altri conducenti ed appurare le pessime decisioni che prendevano, con continue interruzioni e ripartenze. Nel frattempo, la mia auto accelerava e decelerava più morbidamente di quanto avrei mai potuto fare assumendo il controllo.

Con questo approccio incrementale, Tesla è in contrasto con Google ed altre società che stanno testando piccole flotte di vetture con l’intento di raccogliere dati e lanciare in futuro una vettura interamente autonoma. Per Tesla, i clienti e le sue vetture parzialmente autonome rappresentano una flotta di prova più estesa. L’hardware richiesto per l’autonomia reale è già installato, per cui la transizione potrà avvenire con semplici aggiornamenti software. Musk ha detto che questo scenario potrebbe essere raggiungo entro i prossimi due anni.

Il giorno dopo aver restituito la Tesla che avevo preso in prova, la mia fidanzata ed io ci trovavamo sull’autostrada di L.A. quando abbiamo visto qualcuno sfrecciare e tagliare le corsie di fronte ad altri conducenti. Per di più, con il rallentamento del traffico, la vettura dietro di noi ci ha tamponati perché avanzava troppo velocemente. Il futuro che Musk spera di presentarci non arriverà mai abbastanza velocemente.

(MO)

Related Posts
Total
0
Share