Il reddito di base universale in Finlandia ha reso le persone più felici, anche se disoccupate

Un rapporto conclusivo sulla utilità del reddito di base universale verrà presentato nel 2020.

di Charlotte Jee

Nel test che per due anni ha garantito un reddito di base ad un gruppo di disoccupati, il risultato non è stato quello sperato. Seppure abbiano espresso un umore più positivo ed una condizione di salute migliore, i partecipanti non sono ancora riusciti a trovare un’occupazione.

L’esperimento: Dal gennaio 2017 al dicembre 2018 2.000 finlandesi disoccupati hanno ricevuto un pagamento incondizionato di €560 mensili al posto del consueto assegno di mantenimento (una somma simile). L’obiettivo del test era verificare se questo approvvigionamento potesse assisterli nella ricerca di un nuovo impiego. Al termine del periodo di sperimentazione, i partecipanti non hanno dimostrato benefici migliori rispetto a quelli percepiti da un gruppo che non aveva ricevuto i pagamenti, salvo una condizione di benessere notevolmente migliore. Un rapporto finale del test è atteso per il 2020.

Il reddito universale di base: L’idea è fornire a ciascuno lo stesso reddito mensile, a prescindere dalle possibilità. Il concetto si è diffuso negli ultimi anni per cercare di combattere il calo dell’occupazione e le incertezze causate dall’automazione. Questo approccio è stato testato anche in Canada, Namibia, India ed altri paesi.

Siamo alla resa dei conti? Inevitabilmente, dai risultati del test condotto in Finlandia sorgono spontanee domande sulla utilità del reddito di base universale. Eppure, è il caso di sottolineare che i dati finora analizzati coprono solamente il 2017, ovvero il primo anno del test; bisogna inoltre valutare se l’idea di concentrarsi esclusivamente sulle persone disoccupate possa qualificarsi realmente come forma di reddito “universale”. Restano ancora da analizzare i dati per tutto il 2018, e il dibattito non è ancora concluso.

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