Una neurotossina per intervenire sul Parkinson?

Scoperto un possibile legame tra il morbo di Parkinson e un gene suscettibile al trattamento con con una neurotossina prodotta dai cianobatteri.

di Lisa Ovi

Ricercatori della University of Queensland hanno scoperto un possibile legame tra il morbo di Parkinson e un gene manipolabile con una neurotossina trovata nelle alghe blu-verdi. Secondo gli scienziati, il dato potrebbe aiutare a comprendere i fattori di rischio ambientale nel caso del morbo di Parkinson. Lo studio è stato pubblicato da Nature Communications.

Obbiettivo della ricerca decennale condotta dal Dr Jacob Gratten, della Queensland, in collaborazione con il Professor George Mellick della Griffith University e altri colleghi, era cercare un legame tra il morbo di Parkinson e quelle alterazioni nel genoma umano suscettibili alle influenze ambientali. Con questa premessa, i ricercatori hanno rilevato, nelle persone affette dal morbo, una condizione di ridotta attività in un gene mai prima connesso al Parkinson.

Proprio questo gene è noto per la sua suscettibilità ad una neurotossina prodotta dai cianobatteri, o alghe verdi-azzurre. Le alghe verdi-azzurre popolano le acque dei territori interni dalle ‘fioriture’ tossiche che rappresentano un rischio per la salute di persone e animali.

Secondo i ricercatori gli effetti della neurotossina dei cianobatteri sul gene portano ad un aumento dei livelli di stress ossidativo nelle cellule nervose associate al morbo di Parkinson, che può portare all’accelerazione della morte cellulare. Nonostante il legame tra cianobatteri e Parkinson sia ancora da confermare, le alghe blu-verdi sono già state associate ad altre malattie neurodegenerative come la malattia del motoneurone.

I ricercatori dovranno continuare gli studi per confermare quanto scoperto, ma sono convinti di aver individuato un nuovo tassello delle cause ambientali del morbo di Parkinson.

Immagine di: Cianobatteri. Doc. RNDr. Josef Reischig, CSc., Wikimedia Commons.

(lo)

Related Posts
Total
0
Share