Nanomateriali in rame uccidono le cellule del cancro

Ricercatori hanno utillizzato nanocomposti in rame in associazione a trattamenti immunoterapici per uccidere le cellule tumorali.

di Lisa Ovi

Una squadra interdisciplinare di scienziati delluniversità KU Leuven,  dell’Università di Brema, dell’Istituto di ingegneria dei materiali di Leibniz e dell’Università di Ioannina ha sviluppato un trattamento combinato tra nanocomposti in rame e immunoterapie per liberare i soggetti dal cancro e potenzialmente prevenire ricadute. I risultati della ricerca sono stati pubblicati da Angewandte Chemie International Edition.

Recenti progressi nella cura del cancro hanno visto utilizzare il sistema immunitario del corpo stesso per combattere il tumore. Tuttavia, in alcuni casi, l’immunoterapia ha fallito.

Una squadra di ricerca composta da biomedici, fisici e ingegneri chimici ha scoperto che i tumori sono sensibili alle nanoparticelle di ossido di rame, un composto di rame e ossigeno. Una volta all’interno di un organismo vivente, però, queste nanoparticelle si dissolvono e diventano tossiche. Per controllare il processo e uccidere le cellule tumorali lasciando intatte le cellule sane, i ricercatori sono riusciti a creare le nanoparticelle a partire dall’ossido di ferro.

Come spiegano i ricercatori, su scala nanometrica, le caratteristiche dei materiali si presentano lievemente alterate rispetto alla controparte di dimensioni normali. La scala nanometrica permette concentrazioni controllate, non tossiche, ma ancora utili.

I ricercatori hanno testato la loro terapia su casi di cancro al polmone ed al colon. Secondo i i loro dati, le nanoparticelle di rame si sono dimostrate efficaci nel debellare le cellule tumorali, ma non nel prevenire il loro ritorno. Associate però al trattamento immunoterapico, i composti di rame si sono dimostrate un valido supporto per le cellule del sistema immunitario nella lotta contro sostanze estranee come i tumori. È importante sottolineare il fatto che la cura non fa uso di chemioterapia, evitandone così i pesanti effetti collaterali.

L’utilizzo combinato di nanoparticelle e immunoterapia ha funzionato come un vaccino, eliminando completamente il cancro. Per confermare la scoperta, i ricercatori hanno iniettato cellule tumorali nei topi guariti. Queste cellule sono state immediatamente eliminate dal sistema immunitario. Secondo i ricercatori, la nuova tecnica può essere applicata al sessanta per cento circa di tutti i tumori, in quanto derivati da una mutazione del gene p53. Sono inclusi il carcinoma polmonare, mammario, ovarico e del colon.

I ricercatori passeranno ora allo di altre nanoparticelle metalliche per identificare quali particelle influenzano ciascun tipo di cancro. La ricerca sarà inoltre allargata a cellule tumorali umane prima di lanciare una sperimentazione clinica della nuova terapia.

Per poter progredire nella ricerca, però, il professor Stefaan Soenen, della Ku Leuven, raccomanda più interdisciplinarietà nella ricerca europea: “La ricerca nel campo della nanomedicina è in forte crescita negli Stati Uniti e in Asia, ma l’Europa è in ritardo. La sfida europea è connettere specialisti come medici e ingegneri che parlano spesso lingue diverse. Abbiamo bisogno di più collaborazione interdisciplinare, in modo che possiamo capirsi meglio e collaborare con le reciproche conoscenze”.

(lo)

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