Un dispositivo di tracciamento guida i farmaci anticancro

Ricercatori hanno creato un nuovo idrogel che attira i farmaci chemioterapici verso il tumore e riduce gli effetti collaterali della terapia.

di MIT Technology Review Italia

ACS Central Science, la rivista della American Chemical Society, pubblica i risultati di una ricerca condotta da ricercatori della University of Notre Dame sotto la direzione di Matthew Webber, professore di ingegneria chimica e biomolecolare.

Negli ultimi anni, la ricerca contro il cancro si è sempre più orientata verso cure alternative ai farmaci chemioterapici producendo medicine personalizzate, vaccini anticancro, e terapie genetiche, ma i farmaci chemioterapici rimangono la terapia più in uso.

Un sfida importante per i farmaci chemioterapici è eliminare le cellule cancerogene senza colpire le cellule sane. Indirizzati verso i tumori grazie agli anticorpi che si legano alle proteine espresse sulle superfici delle cellule tumorali, meno dell’1% di questi farmaci riesce ad interagire direttamente con il tumore. Matthew Webber e colleghi hanno deciso di realizzare un dispositivo di tracciamento che possa alloggiare sui tumori e da lì attirare i farmaci e ridurne gli effetti collaterali.

Protagonisti dello studio sono i cucurbiturili, molecole a forma di zucca capaci di catturare determinate sostanze chimiche all’interno della propria cavità centrale. I ricercatori hanno iniettato cucurbiturili nelle vicinanze di un tumore e legato ai farmaci chemioterapici sostanze chimiche progettate per interagire con essi. Una volta trascinati nella zona del cancro, i farmaci vengono liberati dal legame con la sostanza bersaglio grazie al microambiente particolarmente acido del tumore e sono libere di aggredirne le cellule risparmiando un gran numero di cellule sane.

I primi test sono stati condotti su topi a cui è stato iniettato sotto pelle un idrogel contenente cucurbiturili. Le molecole target sono state legate ad un colorante per poterne seguire il tragitto nel flusso sanguigno dei topi. Secondo quanto riportato dai ricercatori, il 4,2% del colorante iniettato ha raggiunto l’idrogel, mentre il resto della tintura è stata rapidamente espulsa dal corpo dell’animale. Il risultato rappresenta un miglioramento rispetto ai precedenti approcci basati sugli anticorpi.

La squadra ha proseguito con i propri esperimenti iniettando l’idrogel nella zona circostante le cellule tumorali umane trapiantate nei topi, per poi somministrare agli animali il farmaco antitumorale doxorubicina legato a molecole target. Dai risultati descritti, i tumori avrebbero subito un rallentamento nella crescita e i topi una diminuzione degli effetti collaterali rispetto a quelli trattati con la doxorubicina non modificata. L’idrogel si è dimostrato capace di rimanere nel corpo dei topi più di 45 giorni, a disposizione di dosi ripetute dei farmaci o di altri farmaci arricchiti della stessa molecola target.

Immagine: MIT Technology Review Italia

(lo)

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