Il cambiamento climatico non avrà effetti positivi sulle industrie mondiali.
di Jamie Condliffe
Con l’aumentare delle temperature, i complessi industriali diventeranno sempre più inefficienti. È quanto si evince da un nuovo studio che ha passato al setaccio i dati riguardanti i tassi di produttività di mezzo milione di stabilimenti di produzione cinesi nel periodo compreso fra il 1998 e il 2007.
Secondo questa ricerca, pubblicata sul Journal of Environmental Economics and Management, le fabbriche in Cina potrebbero assistere a un calo della produzione del 12 percento entro la metà del secolo qualora non dovessero adattarsi al cambiamento climatico. Il dato equivarrebbe a una perdita di $39.5 miliardi di dollari secondo il valore di mercato del 2007.
Sarebbero due i principali fattori in gioco. Il primo, già descritto in passato, è che gli esseri umani subiscono direttamente gli effetti delle temperature estreme. Quando fa caldo, lavorano meno e sono meno produttivi.
L’analisi mostra come le industrie leggere (come l’industria alimentare, o l’industria del legno) e pesanti (come l’industria chimica o quella siderurgica) subirebbero entrambe gli effetti del cambiamento climatico. Siccome le industrie leggere dipendono dagli esseri umani, mentre quelle pesanti dipendono dai macchinari, temperature più elevate intaccherebbero sia la produttività sia della manodopera che dei capitali; In altre parole, persino le macchine sarebbero meno produttive.
L’aspetto forse più intrigante è che industrie high-tech, come l’industria farmaceutica o quella degli hardware, accuserebbero gli stessi effetti. “È un dato importante perché le società high-tech tendono a operare in ambienti climatizzati”, scrivono i ricercatori.
La ricerca, ovviamente, è limitata ai dati raccolti dalle industrie cinesi. È probabile che gli stessi principi possano essere applicati anche al resto del mondo. Ad ogni modo, come sottolineato dagli autori: “qualunque danno causato dal cambiamento climatico al settore manifatturiero della Cina intaccherà i prezzi globali e il benessere in tutto il mondo”.
(MO)
