Supercomputer: i più potenti ed i più Green

HPC5, il supercomputer della Eni, si classifica come il più potente in Europa ed il più potente supercomputer non governativo al mondo.

di Lisa Ovi

In occasione dell’International Supercomputing Conference (ISC) condotta online a fine giugno, è stata presentata la nuova classifica TOP500 dei supercomputer più veloci del mondo. Stabilita a partire dal 1993, la classifica TOP500 raccoglie i 500 sistemi informatici più potenti del mondo e viene aggiornata due volte l’anno con l’aiuto di esperti informatici, scienziati computazionali, produttori e la comunità di Internet in generale.

I computer vengono classificati in base alle loro prestazioni sul benchmark LINPACK per produrre statistiche di grande utilità per produttori e utenti che desiderano conoscere non solo il numero di sistemi installati, ma anche la posizione dei vari supercomputer all’interno della comunità informatica ad alte prestazioni e le applicazioni per le quali viene utilizzato un sistema di supercalcolo.

Tali statistiche possono facilitare la creazione di collaborazioni, lo scambio di dati e software e fornire una migliore comprensione del mercato dei computer ad alte prestazioni. Le più recenti classifiche riflettono anche una costante evoluzione delle prestazioni aggregate e dell’efficienza energetica.

Conquista la posizione di supercomputer più veloce in Europa HPP5 della Eni, con prestazione HPL di 52 Petaflops
di velocità di picco e 35,5 Petaflops di velocità sostenuta. HPC5, un sistema PowerEdge costruito da Dell, è alimentato da 1820 processori Intel Xeon Gold e 7280 GPU NVIDIA Tesla V100 e utilizza Mellanox HDR InfiniBand come rete di sistema. Sesto al mondo per velocità è il più potente supercomputer non-governativo attualmente esistente, classificato anche tra i più green nella classifica GREEN500.

Nel mondo l’utilizzo dei supercomputer spazia dalla modellazione del clima e la ricerca sui materiali, allo sviluppo di armi nucleari e altri equipaggiamenti militari. Sono, per esempio, fondamentali per la ricerca avanzata sull’intelligenza artificiale. Il loro sviluppo si è trasformato per alcuni governi, come USA e Cina, in un vero e proprio confronto. In Europa, dove si calcolano potenzialmente 25 miliardi di dispositivi connessi, con un traffico di dati generato ogni anno pari a oltre 2 Zettabyte (1012 Gigabytes), si evince chiaramente quanto l’economia del continente richieda supercomputer per elaborare la straordinaria mole di dati. Su questo fronte, gli HPC di Eni rivestono un ruolo fondamentale.

Di casa nel Green Data Center di Eni, in provincia di Pavia, l’HPC5 utilizza la propria tecnologia cluster ibrida per condurre i compiti più disparati. Oltre ad elaborare in maniera sempre più efficiente e sostenibile i modelli del sottosuolo necessari a individuare nuovi giacimenti, i complessivi 70 milioni di miliardi di operazioni matematiche al secondo di cui è capace HPC5 insieme al suo predecessore HPC4 (entrato in funzione nel 2018) permettono ad Eni non solo di affinare le proprie prestazioni in ogni ambito, ma anche di accelerare ricerca e sviluppo delle energie rinnovabili (modellazione molecolare dei sistemi fotoattivi per OPV e LSC), condurre modellazioni fluidodinamiche per BluEnergy (ISWEC, PB3) e studi anche sulla fusione magnetica (con CNR, ENEA e MIT).

HPC5 ha dimostrato il proprio valore contribuendo anche alla lotta contro il coronavirus, fornendo, nell’ambito del progetto europeo EXSCALATE4CoV (E4C), la capacità di calcolo necessaria alla modellazione teorica di virus e farmaci, allo sviluppo di strumenti di supporto alla diagnosi e alle scelte terapeutiche, alla gestione ottimizzata delle risorse critiche, al coordinamento delle risposte e all’ottimizzazione della logistica nell’ambito della lotta al coronavirus.

Una delle tematiche più rilevanti nel campo dei supercomputer è l’impatto ambientale dei “data center”, in quanto l’aumento della potenza di calcolo di queste macchine si accompagna ad una crescente richiesta di alimentazione che impone un’attenta gestione delle risorse. In quest’ottica, Eni ha scelto di installare presso il Green Data Center un impianto fotovoltaico ad array di pannelli solari orientabili da 1MW capace di generare da fonte rinnovabile quasi la metà dei 2,25 MW consumati da HPC5 a piena potenza.

Il titolo di supercomputer non governativo con la migliore efficienza energetica al mondo, però, non si conquista solo con un’alimentazione ad energia solare all’avanguardia. Il Green Data Center, fin dalla sua progettazione nel “lontano” 2014, si avvale di un sistema di ventilazione ad aria naturale che permette il raffreddamento efficace dei sistemi ospitati senza necessità di condizionamento dell’aria per il 92% dell’anno.

Il Centro contribuisce a un modello di alimentazione sostenibile sia minimizzando l’impatto delle proprie attività di calcolo e ricerca, sia contribuendo al miglioramento delle tecniche esistenti in ogni settore.

Immagine di: Fonte Eni

(lo)

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