Dalla clorofilla nuove idee per le celle fotovoltaiche

I ricercatori hanno definito per la prima volta posizione e funzioni di un tipo di molecola della clorofilla scoperta di recente, la Chl f.

di Lisa Ovi

In un nuovo studio pubblicato da Nature Communications, una squadra di ricercatori diretta dal prof. Tatsuya Tomo della Tokyo University of Science, in Giappone, ha studiato posizione e funzioni della molecola Chl f, una molecola associata alla fotosintesi recentemente scoperta in un’alga. Allo studio hanno partecipato anche ricercatori dell’Università di Okayama, dell’Università di Tsukuba, dell’Università di Kobe e del RIKEN.

La fotosintesi è un processo che permette ad alcuni organismi di convertire la luce solare, visibile e infrarossa, in energia chimica. Si tratta di un fenomeno complesso, che coinvolge svariate proteine, la cui comprensione potrebbe condurre a nuove applicazioni, come lo sviluppo di celle solari di nuova generazione.

Della nuova molecola Chl f si sapeva che assorbe la luce rossa lontana, all’estremità inferiore dello spettro luminoso. Studiando l’alga in cui la Chl f è stata scoperta con tecniche come la microscopia crioelettronica, il prof. Tomo e la sua squadra hanno determinato che la Chl f si trova alla periferia del suo fotosistema I (uno dei due tipi di fotosistemi), ma non è presente nella catena di trasferimento degli elettroni. I ricercatori hanno determinato che la luce rossa lontana, in associazione alla sintesi delle molecole di Chl f, provoca cambiamenti strutturali nella sequenza di amminoacidi del fotosistema I. La funzione delle nuove molecole sarebbe dunque raccogliere la luce rossa lontana e migliorare l’efficienza del trasferimento di energia.

Riuscire ad imitare il processo della fotosintesi in un sistema artificiale rappresenterebbe un metodo elegante per catturare l’energia solare e convertirla in elettricità o biocarburanti. La nuova ricerca descrive una possibilità di utilizzo dell’energia della luce infrarossa, finora difficilmente accessibile.

Immagine: Kristian Peters, Wikimedia Commons

(lo)

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