L’algoritmo di apprendimento profondo compone canzoni

OpenAI ha reso pubblica una rete neurale chiamata Jukebox in grado di generare canzoni accattivanti in una varietà di stili diversi, dal teenybop al country, dall’hip-hop all’heavy metal. 

di Will Douglas Heaven

Si sceglie un genere, un artista e un testo, e Jukebox produrrà un pastiche passabile nello stile di artisti famosi, come Kate PerryElvis Presley o Nas. Gli si possono anche suggerire i primi accordi di una canzone e l’algoritmo completerà automaticamente il resto. 

La musica generata dal computer esiste già da almeno 50 anni e i sistemi di IA hanno al loro attivo un catalogo impressionante di composizioni orchestrali di musica classica ed elettronica ambientale. I videogiochi usano spesso musica generata dal computer in background, che si articola in base a ciò che il giocatore sta facendo in quel momento. 

Ma è relativamente facile per una macchina generare qualcosa che si avvicina a Bach rispetto a gruppi come i Beatles, perché la base matematica del genere classico si presta alla rappresentazione simbolica della musica che i compositori dell’IA spesso usano. Nonostante siano più semplici, le canzoni pop si prestano meno a questo tipo di operazione. 

OpenAI ha addestrato Jukebox su 1,2 milioni di brani, utilizzando i dati audio grezzi anziché una rappresentazione astratta di intonazione, ritmo o strumento. Ma ciò ha richiesto un passaggio complesso per una rete neurale: tracciare le cosiddette dipendenze, per esempio una melodia ripetitiva, durante i tre o quattro minuti di una tipica canzone pop. 

Per dare un’idea del compito, Jukebox tiene traccia di milioni di marcatori temporali per brano, rispetto ai mille che il generatore di linguaggio GPT-2 di OpenAI utilizza quando lavora a un testo scritto. I risultati, sebbene tecnicamente impressionanti, mostrano che siamo ancora molto lontani dall’intelligenza generale artificiale, che rappresenta l’obiettivo dichiarato di OpenAI.

Jukebox mostra comunque i buoni risultati raggiunti dalle reti neurali nell’imitare gli umani, offuscando la linea tra ciò che è reale e ciò che non lo è. Questa settimana, il rapper Jay-Z ha avviato un’azione legale per rimuovere i deepfake che lo mostrano, per esempio, mentre canta delle canzoni di Billy Joel. OpenAI ha dichiarato inoltre di voler condurre ricerche sul rapporto tra IA e diritti di proprietà intellettuale. 

Immagine: Kate Perry. Getty Images

(rp)

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