Eduardo Bonavita è candidato all’edizione 2017 del premio Giovani Innovatori

Bonavita ha identificato un legame inaspettato tra l’infiammazione e il cancro, scoprendo che una molecola di riconoscimento del pattern di fluido umorale (PTX3) agisce come un gene oncosuppressore.

di MIT Technology Review Italia

Il candidato

Eduardo Bonavita è nato ad Avellino il 16 novembre 1984.

Lavora attualmente presso il Cancer Research UK Manchester Institute, Research Laboratory in Cancer Inflammation and Immunity.

Nel 2009, Degree and Master in Pharmaceutical Chemistry and Technology, presso la Università di Salerno.

Nel 2010, Registration for PhD program in Life and Biomolecular Sciences, Open University, Milton Keynes UK; affiliated Humanitas Clinical and Research Center, Rozzano, Milano.

Nel 2015, PhD in Life and Biomolecular Sciences, Open University, Milton Keynes UK; affiliated Humanitas Clinical and Research Center, Rozzano, Milano.

Nel 2015, Postdoctoral scientist, Laboratory in Immunology and Inflammation; affiliated Humanitas Clinical and Research Center, Rozzano, Milano.

Il progetto

L’infiammazione è una componente chiave del microambiente tumorale e svolge un ruolo fondamentale nella progressione tumorale. Le cellule infiammatorie provocano efficaci risposte immunitarie adattative al cancro e rappresentano un ostacolo per l’immunoterapia.

Durante il dottorato di ricerca, Bonavita ha identificato un legame inaspettato tra l’infiammazione e il cancro, scoprendo che una molecola di riconoscimento del pattern di fluido umorale (PTX3) agisce come un gene oncosuppressore, che assiste l’infiammazione tumorale e promuove macrofagi.

La scoperta di un oncosuppressore estrinseco, che non agisce sulle cellule tumorali, ma regola l’immunità, è senza precedenti in oncologia.

Questo gene oncosuppressore estrinseco viene silenziato in tumori umani selezionati. Bonavita ha anche scoperto che il complemento è una componente essenziale dell’infiammazione al tumore.

Questo studio apre la strada alla valutazione clinica di PTX3 come agente terapeutico, mirando a strategie complementari per migliorare l’immunoterapia del cancro.

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