Una centrale elettrica dell’Islanda raggiunge il traguardo delle emissioni negative

Proprio quando ci eravamo abituati a credere che l’energia geotermica non potesse essere più ecologica, ecco una notizia che dimostra il contrario.

di Jamie Condliffe

Proprio quando ci eravamo abituati a credere che l’energia geotermica non potesse essere più ecologica, ecco una notizia che dimostra il contrario.

Quartz riporta che una centrale geotermica da 300 megawatt a Hellisheidi (vedi foto), in Islanda, cattura oggi più anidride carbonica di quanta ne emette. Per ciascuna unità di energia, l’impianto produce intorno a un terzo dell’anidride carbonica rilasciata da una centrale a carbone. La porzione che emette, e poco più, viene oggi catturata e sequestrata in profondità sottoterra.

Come? Ebbene, attraverso un sistema sviluppato dalla Carbon Engineering, e composto da un muro di ventole che aspirano aria, separano l’anidride carbonia e la iniettano nell’acqua. Questo liquido viene quindi pompato nelle profondità del terreno, dove si tramuta sorprendentemente in roccia. Ed ecco il risultato: tanta energia e meno anidride carbonica di prima. Meraviglioso!

Qual è, dunque, l’ostacolo alla diffusione di un sistema del genere? In questo momento, il costo. Attualmente il costo per la pietrificazione dell’anidride carbonica si aggira intorno ai $30 per tonnellata; è però il processo di cattura dell’anidride carbonica a costare maggiormente. La Carbon Engineering non ha dichiarato quanto i suoi costi, ma sostiene di voler portare a $100 il costo complessivo delle operazioni. Un simile risultato permetterebbe di equiparare l’intero sistema ad altre forme di cattura e sequestro dell’anidride carbonica.

Per riuscire a diffondersi in maniera rilevante in futuro, questa tecnica dovrà certamente costare meno di $100.

(MO)

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