Il piano dell’India sul fronte energetico è più erratico che mai

Il paese intende bruciare carbone, accogliere le rinnovabili e abbandonare il carbone allo stesso tempo. Cosa sta succedendo?

di Michael Reilly

Ultimamente ricevuto descrizioni discordanti sul futuro energetico dell’India. Da una parte, si parla di uno scenario favoloso per gli investimenti nelle energie rinnovabili, con ambiziose previsioni sui tagli che verranno apportati alle emissioni; dall’altra, il ministro dell’energia, Piyush Goyal, ha recentemente dichiarato che l’India non si è in dovere di intervenire sul proprio consumo di carbone e che, piuttosto, “sarebbero gli Stati Uniti e il mondo occidentale a dover smettere di inquinare”.

Ora, l’India sta cancellando i piani per 14 gigawatt di energia che sarebbero stati generati da nuove centrali a carbone, ed avverte che altri 8.6 gigawatt di capacità produttiva potrebbero presto costare troppo per essere mantenuti. Cosa sta succedendo?

In poche parole, l’India si trova di fronte a una enorme sfida. Come spiegavamo nell’articolo “India’s Energy Crisis”, la nostra storia di copertina del numero di Novembre/Dicembre 2015:

L’India sta cercando di fare qualcosa che nessun altro paese ha mai fatto: creare una economia industrializzata moderna, e portare luce ed energia all’intera popolazione, senza incrementare drammaticamente le proprie emissioni di anidride carbonica. Per riuscire a tenere il passo della domanda di elettricità in costante aumento, il paese dovrà aggiungere intorno a 15 gigawatt di capacità produttiva annua per i prossimi 30 anni.

I messaggi apparentemente contraddittori hanno quindi significato, nel contesto complessivo. L’india dovrà bruciare molto carbone e realizzare tonnellate di nuovi impianti fotovoltaici ed eolici per raggiungere i propri traguardi.

Fino al termine dello scorso anno, il carbone ammontava al 78 percento circa della quantità complessiva di energia generata all’interno del paese. Un aumento nel consumo di carbone, pertanto, non pare certo una buona notizia dal punto di vista delle emissioni.

Se i nuovi accordi siglati nel merito dei futuri impianti fotovoltaici possono servire da indicazione, però, il costo dell’energia solare sta crollando a un ritmo che nessuno avrebbe potuto prevedere. Un post pubblicato la scorsa settimana dall’Institute for Energy Economics and Financial Analysis parlava di un crollo pari al 50 percento, fino a 4 centesimi per kilowatt-ora.

Come riconosciuto dall’IEEFA, il carbone continuerà a ricoprire un ruolo importante in India per almeno altri due decenni. Le cose stanno però cambiando rapidamente, e questi cambiamenti sono tutti a favore delle rinnovabili. A dicembre, l’India ha rilasciato il suo piano decennale per l’energia nazionale, al cui interno è incluso il traguardo di abbattere il consumo di carbone e gas naturale del 43 percento entro il 2027, con 275 gigawatt di nuova capacità energetica derivata da fonti rinnovabili.

Un futuro a basse emissioni, quindi, potrebbe ancora concretizzarsi.

(MO)

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