Esiste una legge di Moore per la riduzione delle emissioni?

Un gruppo di ricercatori spera che una semplice regola possa aiutare i governi in tutto il mondo a raggiungere il traguardo delle emissioni zero.

di Jamie Condliffe

Un insieme lineare di traguardi per ridurre le emissioni di anidride carbonica potrebbe semplificare l’approccio dei paesi alla missione volta alla riduzione dell’impatto dell’uomo sul pianeta.

L’adozione di fonti di energia rinnovabile procede certamente nella direzione giusta. Ciononostante, in molti hanno criticato la lentezza con cui i paesi stanno procedendo con questa operazione per raggiungere i traguardi fissati con il patto ambientale di Parigi.

Parte del problema dipende dal fatto che i governi faticano a conciliare la governance odierna con le norme avveniristiche necessarie per salvaguardare il pianeta. Basti pensare ai cambiamenti tecnologici e politici che possono verificarsi lungo strada, per comprendere le difficoltà nel raggiungere traguardi tanto ambiziosi.

Un gruppo di ricercatori europei ha formulato una soluzione piacevolmente schietta che descrive come “carbon law” – simpaticamente ribattezzata “la Legge di Moore per il carbonio” dal Guardian. Il traguardo complessivo è semplice: dimezzare ogni dieci anni le emissioni globali di anidride carbonica.

Questa regola andrebbe applicata “a tutti i settori e paesi di qualunque portata” ed incoraggerebbe “interventi audaci nel breve periodo”. Dovrebbero verificarsi cambiamenti significativi, ovviamente – da azioni semplici quali la formulazione di una tassa sul carbonio o di norme sull’efficienza energetica, alla definizione di normative a lungo termine per l’abbandono dei combustibili fossili o la costruzione di edifici a emissioni zero.

Secondo i ricercatori, qualora i regolatori seguissero la carbon law, il passaggio alle rinnovabili proseguirebbe secondo l’attuale ritmo, che mira a raddoppiare la produzione energetica ogni 5,5 anni, mentre le tecnologie per il sequestro di anidride carbonica dovrebbero affrettare i tempi per permettere al pianeta di raggiungere il traguardo delle emissioni zero entro la metà del secolo. Lungo il tragitto, il consumo di carbone cesserebbe entro il 2030, mentre quello del petrolio terminerebbe entro il 2040.

Non sono certamente pochi i problemi con questo programma, specialmente considerate le difficoltà nel convincere ciascun paese del mondo ad assumersi una simile responsabilità. L’incredibile semplicità con cui questa proposta mira a risolvere il problema dell’inquinamento globale può anche essere utilizzato come spunto per una critica: Può una norma tanto rudimentale sperare di definire idee pratiche su come cambiare la produzione e il consumo globale di energia?

Guardando all’analogia formulata dal Guardian, l’idea ha funzionato per l’industria dei chip: con la giusta portata di ambizione, investimenti e scala, il settore è stato in grado di tenere il passo con la legge di Moore, almeno fino a poco tempo fa. Chissà che questo stesso fenomeno non si possa replicare per l’ambiente.

(MO)

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