Gli Stati Uniti rischiano di perdere la corsa alle applicazioni militari per IA

Nonostante il colossale budget a disposizione dell’esercito statunitense, il paese potrebbe rimanere indietro nella corsa agli armamenti supportati da sistemi di intelligenza artificiale.

di Jackie Snow

$615 miliardi stanziati dagli Stati Uniti per l’esercito fanno impallidire quelli dei suoi competitori più vicini, Cina ($211 miliardi) e Russia ($69). Nonostante la grande differenza, un nuovo rapporto suggerisce che gli Stati Uniti potrebbero rimanere indietro nella corsa alle applicazioni militari per l’intelligenza artificiale.

Nel 2014, il Segretario della Difesa Chuck Hagel aveva annunciato che il suo dipartimento si sarebbe adoprato per assumere il comando della prossima rivoluzione dell’IA ricorrendo alla cosiddetta “Third Offset Strategy”. Per chi non è efferato in materia, la Second Offset Strategy era stata formulata in risposta allo spiegamento di forze convenzionali lungo il fronte centrale europeo da parte dell’Unione Sovietica e dei suoi stati satellite … un’operazione mobilitata a sua volta dalla necessità di rispondere alla First Offset Strategy, con la quale gli Stati Uniti avevano disposto le proprie forze sul campo. Gli Stati Uniti non volevano rispondere al posizionamento di ciascun soldato sovietico mobilitando ogni volta nuove forze sul campo; pertanto, era tempo di ricorrere a nuove tecnologie, come sensori ad ampio raggio e una nuova generazione di munizioni guidate.

Hagel pensava di rispondere in maniera analoga a questa terza iterazione; negli ultimi anni, però, nuove applicazioni militari dei sistemi di intelligenza artificiale sono state sviluppate prevalentemente da Russia e Cina. In particolare, la Russia non ha cercato di nascondere lo sviluppo di sistemi robotici sempre più potenti, mentre la Cina ha annunciato piani per “diventare la capofila e il centro globale dell’innovazione nel campo dell’IA” entro il 2030. Persino la NATO pare interessata allo sviluppo di intelligenze artificiali per applicazioni militari, tanto da aver pubblicato recentemente un rapporto che sostiene la necessità di prepararsi al futuro della guerra investendo nell’IA.

Lo sviluppo di applicazioni militari supportate da sistemi di intelligenza artificiale non riguarda solamente soldati robot e droni armati. Nel rapporto sul pericolo per gli Stati Uniti di perdere la corsa contro Russia e Cina, Govini, una società di data analytics che lavora per il governo degli Stati Uniti, descrive sistemi di IA capaci di assistere gli esseri umani nella formulazione rapida di strategie di battaglia rilevanti, nuove forme di collaborazione uomo-macchina, nuovi metodi per le reti neurali di assistere gli esseri umani nella decifrazione dei data set a disposizione dell’esercito.

Insomma, non è che il DoD stia dormendo per quanto riguarda l’IA. Gli investimenti nei campi della IA, dei big data e dei servizi cloud nel 2017 hanno toccato i $7.4 miliardi; praticamente un terzo in più rispetto agli investimenti del 2012.

Gli Stati Uniti, inoltre, hanno un vantaggio rispetto agli altri paesi: il settore privato. Il settore commerciale investe ogni anno più di quanto non venga investito dal DoD nell’IA: Ford ha speso $1 miliardo per acquistare una startup di IA, ad esempio. In occasione di un viaggio nella Silicon Valley, il Segretario della Difesa James Mattis ha sottolineato la necessità di migliorare l’integrazione dei sistemi di IA commerciali all’interno del suo dipartimento. Non resta che rimboccarsi le maniche e darsi da fare.

Related Posts
Total
0
Share