Un giorno, il vostro miglior compagno di squadra potrebbe essere un algoritmo

Un nuovo programma di Google cerca soluzioni per permettere ai sistemi di intelligenza artificiale di lavorare efficacemente con gli esseri umani.

di Will Knight

Google sta avviando un nuovo progetto per cercare di favorire la collaborazione fra esseri umani e macchine intelligenti.

Sulla base del progetto, battezzato “People + AI Research” o “PAIR”, Google distribuirà una serie di strumenti pensati per semplificare il funzionamento dei sistemi di IA. La società sta anche avviando diverse altre iniziative di ricerca volte a identificare nuove forme di collaborazione fra uomini e macchine.

Nell’ultimo periodo si è discusso ampiamente della possibilità che l’intelligenza artificiale elimini professioni e prenda il posto dei lavoratori umani; in realtà, la tecnologia potrebbe fungere da nuovo e potente strumento attraverso il quale automatizzare solo una parte del lavoro umano.

La scoperta di forme di collaborazione fra esseri umani e algoritmi di IA potrebbe avere un grande e importante impatto economico, e potrebbe dare forma alla nuova formazione ed educazione della forza lavoro. Potrebbe persino giocare un ruolo nello stemperamento delle reazioni negative nei confronti del crescente ruolo dell’automazione all’interno di diversi settori professionali (vedi “Uomini e donne o macchine?” e “Who Will Own the Robots?”).

Barbara Grosz, una professoressa della Harvard University secondo cui gli scienziati informatici dovrebbero progettare i sistemi di IA affinché lavorassero per l’uomo piuttosto che sostituirlo, ritiene questo approccio necessario perché le capacità dell’IA sono ancora molto limitate. Grosz aggiunge che le capacità di uomini e macchine assieme possono superare quelle dei rispettivi singoli. “Le intelligenze artificiali, come tutti i computer, devono essere sviluppati per le persone che ne faranno uso”, dice.

Osservando alcuni giochi è possibile farsi un’idea di come algoritmi di IA e persone potrebbero collaborare. I giocatori di scacchi o Go possono formare squadre con programmi al computer in grado di contribuire al gioco con un elevato livello di preparazione. Si presenta così la necessità di un nuovo insieme di competenze e un nuovo approccio a ciascun gioco.

“Negli ultimi anni abbiamo assistito a rapidi progressi nell’apprendimento automatico, con notevoli miglioramenti nelle prestazioni tecniche”, hanno scritto i ricercatori in un blog per annunciare l’iniziativa. “Crediamo che l’IA possa andare ben oltre – ed essere più utile per noi – sviluppando sistemi che tengano le persone al centro sin dall’inizio”.

PAIR è guidata da Fernanda Viégas e Martin Wattenberg, ricercatori specializzati nello sviluppo di visualizzazioni con cui semplificare informazioni complesse. Precedentemente, Viégas e Wattenberg hanno sviluppato una serie di strumenti atti a definire il comportamento di modelli di apprendimento automatico complessi e astratti. La complessità di questi modelli è sempre più un ostacolo per i ricercatori interessati ad estenderne l’utilizzo a una serie sempre più ampia di impostazioni (vedi “The Dark Secret at the Heart of AI”).

Il progetto PAIR sta distribuendo due strumenti per la visualizzazione del genere di grandi raccolte di dati impiegate nell’addestramento di modelli d’apprendimento automatico perchè elaborino delle previsioni. Queste visualizzazioni possono aiutare gli scienziati a identificare anomalie nei dati di addestramento.

Grosz spiega che sviluppare sistemi di IA in grado di lavorare adeguatamente con gli esseri umani è un’operazione complessa, in parte perché tali sistemi possono essere complessi e vaghi, ma anche perché interagire con un essere umano in maniera intellettuale è ancora difficile. “In ciascuna situazione bisogna saper modellare lo stato mentale di una persona”, dice.

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