Uno spazio più privato

di Brittany Sauser

Alla fine del 2011, quando l’ultima navetta spaziale della NASA sarà in volo, non si prevedono altre spedizioni di uomini nello spazio, a meno che il settore commerciale non intervenga per colmare questo vuoto. Lo scorso anno, Space Exploration Technologies (Space X) è stata la prima azienda a spedire un veicolo spaziale nell’orbita bassa terrestre e a farlo rientrare nell’atmosfera. Il volo fa parte di una collaborazione con la NASA, che ha pagato 1 miliardo e 600 milioni di dollari per almeno 12 viaggi per il rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale. Ma l’obiettivo di Space X è ancora più ambizioso: un contratto con la NASA per portare equipaggi umani nello spazio.

In attesa del suo primo volo di prova, il razzo Falcon 9 si trova nel sito di lancio di Space X, a Cape Canaveral, in Florida (a sinistra). Alto all’incirca 55 metri e largo quattro, il razzo a due stadi è alimentato da nove motori Merlin a idrocarburi ed è composto da una lega in alluminio-litio e carbonio composito con fibre di alluminio. Nella fotografia qui sopra, si può vedere l’interstadio in carbonio composito del razzo prima dell’assemblaggio finale in California. All’interno dei quattro contenitori neri ci sono i paracadute che servono al rientro sulla Terra del primo stadio del razzo dopo la fase di separazione dal secondo stadio, che trasporta il veicolo nell’orbita prefissata.

Space X progetta e produce più dell’80 per cento dei veicoli spaziali in un impianto di 50.000 mq a Rocket Road, a Hawthorne, in California. L’azienda, che è stata fondata nel 2002, si è trasferita in questo edificio nel 2008. Gruppi di ingegneri lavorano ai dispositivi avionici e ai sistemi di controllo del razzo Falcon 9. Il motore Merlin (a destra) ha un ciclo di alimentazione a gas e utilizza kerosene e ossigeno liquido come propellenti. Il modello di iniettori è stato sperimentato per la prima volta con la navicella spaziale Apollo ed è dotato di grande affidabilità. La camera di combustione del motore e gli ugelli sono raffreddati con tecniche rigenerative per incrementare la spinta senza aumentare la massa.

La capsula spaziale per il trasporto di carichi ed equipaggi umani si chiama Dragon. é dotata di 18 propulsori per le manovre orbitali e per il sistema di controllo. Questi propulsori sono montati in gruppi di quattro o cinque sulla navetta spaziale. A sinistra, un ingegnere esamina i propulsori, che sono stati prodotti in una “camera pulita”, prima di essere inviati a un impianto di prova in Texas. La struttura californiana ospita un modello ingegneristico del Dragon (in alto, a sinistra). La capsula riutilizzabile è in grado di trasportare carichi di oltre 6.000 kg e sette membri d’equipaggio nell’orbita bassa terrestre. Per la sicurezza dell’equipaggio, la capsula prevederà sistemi di supporto vitale e di espulsione in caso di lancio abortito. Si prevede che la seconda capsula sperimentale di Dragon (in costruzione, a destra) sarà in volo entro la fine del 2011.

Lo scudo termico della capsula Dragon ha lo scopo di proteggere la navetta spaziale durante il rientro nell’atmosfera terrestre. Con un diametro di circa quattro metri, è il più grande scudo mai utilizzato su un veicolo spaziale. La sua struttura è di carbonio composito, come si può vedere nella fotografia, e sostiene le piastrelle dello scudo termico. Space X ha collaborato attivamente con la NASA per migliorare la tecnologia delle piastrelle. Ognuna di queste pesa circa un chilogrammo e può sopportare temperature fino a 2.000°C.

Foto: Roger Gilbertson / Space X

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