L’Agenzia Spaziale Italiana compie vent’anni

Intervista con Fabrizio Bignami.

di Alessandro Ovi

Il lancio di Cosmo SkyMed 2, in orbita ormai da più di un mese, è un successo interamente italiano, risultato degli sforzi compiuti dalla nostra agenzia spaziale. Fabrizio Bignami, presidente dell’ASI, dalla scorsa primavera, milanese e con una laurea di fisica in tasca, non nasconde la sua soddisfazione per un progetto che è il fiore all’occhiello della ricerca spaziale italiana, alla vigilia del suo ventesimo compleanno.

La costellazione Cosmo SkyMed

“Si tratta del secondo passo”, spiega Bignami, “nella realizzazione del più grande programma spaziale mai realizzato dall’Italia e di un programma, primo al mondo, nel prevedere un uso duale, ossia civile e militare. Cosmo SkyMed è il frutto brillante del lavoro di squadra dell’agenzia insieme alla grande industria e al Ministero della Difesa, con un valore pari a un miliardo. Il primo satellite della costellazione Cosmo SkyMed, lanciato il 7 giugno scorso, ha inviato già a Terra le prime, spettacolari, immagini all’inizio di settembre, e finora ha acquisito quasi 4.000 immagini corrispondenti, nelle varie modalità operative, a una superficie complessivamente coperta pari a circa 6.900.000 chilometri quadrati (20 volte quella dell’Italia). Cosmo SkyMed 2 permetterà di raddoppiare queste cifre, acquisendo fino a 900 immagini al giorno, la mappatura di un milione e mezzo di chilometri quadrati e una maggiore frequenza. Nel 2008 sarà la volta del terzo satellite della costellazione, mentre il quarto e ultimo sarà lanciato nel 2009. Si prevede che, complessivamente, i quattro satelliti saranno in grado di acquisire 1.800 immagini al giorno, che permetteranno di controllare e sorvegliare la Terra a fini di protezione civile, per la gestione dei rischi ambientali, strategici – difesa e sicurezza nazionale – scientifici, commerciali e, in particolare, per applicazioni nel campo della gestione dei rischi ambientali e delle emergenze. Il programma è completato da un’infrastruttura terrestre, che prevede un centro di controllo della costellazione, un centro di programmazione e controllo della missione, tre centri di acquisizione, elaborazione e archiviazione dati (uno civile e due militari, per Italia e Francia), stazioni mobili civili e militari, una rete di ricevitori GPS in diverse zone della Terra e le stazioni remote: la svedese Kiruna e l’argentina Cordoba.

L’accordo italo-tedesco

“Ci entusiasma a proseguire”, afferma Bignami, “il consenso che stiamo raccogliendo a livello europeo. A Berlino, per esempio, il mese scorso, ho partecipato all’incontro tra il presidente del consiglio, Romano Prodi, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, insieme con il presidente della DLR (Deutsches Zentrum fur Luft und Raumfahrt), Johann Dietrich Corner”. Nel contesto dell’incontro è stato firmato l’accordo di collaborazione tra l’ASI e la DLR. Una convenzione quadro, con la quale introdurre specifici contatti sui numerosi argomenti che abbiamo in comune con i colleghi tedeschi. L’accordo impegna l’Italia e la Germania a una collaborazione per cercare un’azione comune in Europa a partire dal programma europeo per le telecomunicazioni EGNOS, al sistema satellitare di navigazione GALILEO, che consentirà all’Europa di avere, pur cooperando con gli Stati Uniti e la Russia, una sua indipendenza nel settore strategico della navigazione satellitare, come anche per il programma GMES per il monitoraggio per la sicurezza ambientale. Settori nei quali le due agenzie eccellono a livello mondiale.

Ricerca spaziale e sviluppo economico

La ricerca spaziale può fungere da vettore trainante per l’industria ad alta specializzazione e offre uno sbocco pratico alla ricerca scientifica. Che la società imprenditoriale italiana si stia accorgendo delle prospettive di sviluppo – aggiunge Bignami – sono testimonianza il grande successo per i nuovi bandi ASI. Ben oltre le aspettative. Una risposta che testimonia la vitalità del tessuto industriale e scientifico italiano nel settore spaziale e premia lo sforzo compiuto dall’ASI per rinsaldare il suo rapporto con questa realtà. I bandi sono uno strumento trasparente, ampio e rapido per il rapporto tra ASI e le comunità. Imprese ed enti di ricerca sono stati invitati a presentare progetti tecnologici finalizzati al potenziamento del livello di competitività industriale del settore spazio italiano. Si tratta di iniziative legate a progetto, sviluppo, sperimentazione e qualifica di materiali, componenti, sensori, rivelatori e apparati; a microminiaturizzazione di componenti e apparati elettronici, ad attività di trasferimento e qualifica spaziale di tecnologie e prodotti già impiegati in settori non spaziali. Con il bando per le “Piccole Missioni” abbiamo ripreso un percorso iniziato molti anni fa. Un percorso nel cui ambito era nata la missione AGILE. Le proposte hanno riguardato missioni nell’ambito dell’osservazione dell’universo o della Terra, delle telecomunicazioni e navigazione, delle scienze della vita o delle tecnologie spaziali: e dovevano prevedere piattaforma, carico utile, segmento di terra e gestione operativa. La selezione, che inizia ora su queste proposte, porterà a selezionare cinque progetti per una fase “A” di progettazione e poi a realizzare due piccole missioni entro il 2014. Un altro bando è stato dedicato alle “Missioni di Opportunità”, indirizzato ad aprire una nuova linea di missioni dell’Agenzia, che affianchino i programmi nazionali ed europei: missioni di breve durata e dimensioni contenute, in grado di rispondere a precise esigenze della comunità scientifica e industriale italiana, sfruttando, per esempio, opportunità di lancio su voli di qualifica di lanciatori europei o possibilità di sperimentazione a bordo della ISS. Anche in questo caso, un certo numero di missioni, fino a sei, saranno selezionate e finanziate per uno studio di fase A, che porterà poi a lanciarne effettivamente un massimo di tre.

L’attività dell’ASI

L’ASI ha uno stretto e continuo rapporto di collaborazione con la NASA, con partecipazione a molte delle più interessanti missioni scientifiche degli ultimi anni. Uno dei progetti più affascinanti – dice Bignami – è la costruzione e l’attività della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), dove gli astronauti italiani sono ormai di casa. Grazie a questa attività, la comunità scientifica italiana ha ottenuto, negli ultimi decenni, successi senza precedenti nel campo dell’astrofisica e della cosmologia, contribuendo tra l’altro a ricostruire i primi istanti di vita dell’universo, compiendo passi fondamentali verso la comprensione del fenomeno dei gamma ray bursts e delle misteriosi sorgenti di raggi gamma. L’ASI ha dato, inoltre, importanti contributi all’esplorazione spaziale, costruendo strumenti scientifici che hanno viaggiato con le sonde NASA ed ESA alla scoperta dei segreti di Marte, Giove, Saturno. E in tutte le principali missioni pianificate per i prossimi anni – da Venere alle comete, fino ai limiti estremi del nostro Sistema Solare – ci sarà un pezzo di Italia.

L’Italia, attraverso l’ASI e l’industria italiana, continua anche una tradizione di ricerca nella propulsione spaziale, in particolare come leader del programma europeo VEGA, il piccolo lanciatore di progettazione italiana. Dalle domande fondamentali sulla comprensione dell’universo, sull’origine della vita, fino alla sperimentazione di nuove tecnologie, lo spazio appare oggi più che mai il luogo da cui partire per ampliare l’orizzonte culturale dell’uomo, far crescere la sua consapevolezza e garantire un futuro migliore sulla Terra. Grazie all’ASI, l’Italia è in prima fila in questa esemplare impresa umana.

L’organizzazione dell’Agenzia

“Questi impegni”, continua Bignami, “hanno portato a una riorganizzazione dell’Agenzia Spaziale Italiana. Il consiglio di amministrazione ha prodotto un volume record di ben trentadue delibere. Inoltre, il nuovo CdA vanta altri due record: contiene due donne e una delle due, Carolina Matarazzi, è stata eletta all’unanimità vicepresidente. La struttura degli organi dell’Agenzia è stata completata con la nomina del comitato tecnico-scientifico. Il CdA ha approvato l’idea di un vice-presidente, che permetta a me di interferire il meno possibile con un comitato destinato a esprimere un parere consultivo ad ASI. Senza voler precorrere i tempi, ho ragione di sperare che anche questo vicepresidente sarà donna. Per rafforzare ulteriormente il legame con la comunità scientifica e tecnica italiana sono stati nominati alcuni gruppi di lavoro tematici, afferenti al CTS. Con questo la comunità scientifica e tecnologica italiana porterà la sua voce ai livelli decisionali di ASI attraverso una cinquantina di suoi rappresentanti. Infine, il comitato di valutazione esterno all’ASI, previsto dalla legge, ha continuato il suo lavoro con il supporto mio e dell’Agenzia, con particolare attenzione al problema attualissimo dello sfruttamento dei dati di Cosmo SkyMed. Ma abbiamo anche cercato di conferire nuovo ruolo e nuovo impulso alle società partecipate di ASI, come e-GEOS, dedicata allo sfruttamento dei dati di osservazione della Terra, ed ELV, per lo sviluppo di lanciatori nazionali. Le molte delibere includono anche contratti e pagamenti a lungo attesi dall’industria. In questo quadro i legami con la comunità spaziale in Europa e nel mondo sono stati ripresi e rafforzati”.

Le relazioni con le agenzie spaziali straniere

“Ho ripetutamente incontrato i presidenti delle agenzie spaziali francese, Yannick d’Escatha, tedesca, Johann Woerner, il direttore generale dell’ESA, Jean-Jacques Dordain e altri europei. Un forte sostegno è stato anche dato alla politica europea dei lanciatori, sulla base del “comprare Europa”. L’ASI cercherà di non acquistare più lanciatori prodotti fuori dall’Europa, come sfortunatamente è stato finora. Ho anche incontrato l’amministratore della NASA, Michael Griffin, con il quale ho parlato del programma Shuttle e dell’esplorazione planetaria, compresa l’indispensabile propulsione nucleare. Ho visto il responsabile dell’Agenzia Spaziale Russa, Anatoly Perminov, dell’Agenzia Spaziale Indiana, Madhavan Nair, dell’Agenzia Spaziale Giapponese, Tachikawa Keiji, e l’amministratore dell’Agenzia Spaziale Cinese, Sun Laiyuan. Con d’Escatha e Perminov sono anche stati firmati due nuovi accordi. Molta attenzione è stata dedicata alla questione della base di Malindi (Kenya), riguardo alla quale sussistono due contenziosi, l’uno con l’Università di Roma (La Sapienza) e l’altro con il Governo del Kenya, sulla base di inadempienze da parte italiana della nostra parte dell’accordo relativo alla base. è mia intenzione risolvere al più presto possibile entrambe le vertenze. In aggiunta, è intenzione dell’ASI creare una rete di paesi africani interessati allo spazio, che abbia in Malindi il suo centro tecnico e un istituto dedicato all’osservazione della Terra, costruito sul modello del centro ASI di Matera. I dati Cosmo-Skymed potranno essere messi a disposizione dei paesi africani e tecnici africani potranno essere formati a cura di ASI sia a Malindi sia in Italia. Sul piano nazionale l’ASI Lazio ha firmato un accordo con la Regione Lazio per la facility nazionale Galileo Test Range. Il consiglio di amministrazione ha altresì approvato un accordo quadro con l’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) per progetti di astrofisica spaziale, che includono una partecipazione nel RadioTelescopio di Sardegna e l’accordo SIGRIS con la Protezione Civile per il controllo del rischio sismico. Abbiamo anche curato i rapporti con la Difesa e con le Forze di Sicurezza nazionali nel campo delle osservazioni della Terra e delle telecomunicazioni. Più in generale, la nuova ASI sta creando le strutture che permettano un intervento diretto nelle regioni, interagendo con gli enti regionali, con l’accademia, con gli enti di ricerca e di cultura, e con la realtà industriale locale, cioè le grandi, ma anche le piccole e medie imprese. Ho già contatti con le Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto e Toscana per ampliare nel territorio nazionale quello che già è in corso, per esempio, a Matera.

Puntare sui giovani ricercatori

“I miei figli, gemelli”, conclude Bignami, “sono nati nel 1975, in concomitanza con il lancio di COS-B. Portano la stessa età dell’ESA e insieme a loro ho visto nascere e crescere l’Europa dello Spazio. Certo, c’è ancora molto da fare, nella formazione, ma soprattutto nel lavorare per creare una assetto politico dello spazio. Un assetto che veda il coinvolgimento fattivo delle istituzioni, perché diventino esse stesse promotrici delle applicazioni spaziali. Per diffondere la nostra attività di sviluppo sto cercando di creare centri di ricerca spaziale regionali insieme alle università e agli enti locali. L’obbiettivo è creare una generazione di ricercatori e tecnologi dello spazio che prosegua il cammino iniziato. Una bella speranza per il nostro ventesimo compleanno”.

Related Posts
Total
0
Share