Chirurgia meno invasiva per l’anca

I 300.000 americani che, quest’anno, devono affrontare un tradizionale intervento chirurgico per la sostituzione dell’anca, sanno già cosa attendersi: un’incisione lunga dai 15 ai 25 centimetri, due o tre mesi di attesa prima di poter fare ancora lunghe passeggiate e una percentuale di rischio di dislocazione che oscilla tra l’1 e il 4 per cento. Ma la nuova tecnologia potrebbe rendere l’operazione meno gravosa. Una serie emergente di sistemi navigazionali computerizzati consentirà ai chirurghi di effettuare sostituzioni dell’anca con incisioni di soli 4 centimetri e di allineare gli impianti più accuratamente. Ciò significherà meno sofferenza, ricoveri più rapidi e rischi ridotti di fallimento dell’articolazione.

La chirurgia a bassa invasività di per sé non è una novità; in genere prevede un puntino di luce all’estremità dell’endoscopio che guida gli strumenti del chirurgo durante una procedura del tutto localizzata, come nei casi di rimozione della cistifellea o di un bypass cardiaco. Con procedure ortopediche più complesse, i chirurghi hanno bisogno di una visuale più ampia. Per garantire questa visuale durante gli interventi sull’anca, numerose aziende, tra cui Smith and Nephew Orthopedics, di Memphis, in Tennessee, e Biomet, di Warsaw, nell’Indiana, in collaborazione con z-kat, di Hollywood, in Florida, stanno commercializzando sistemi guida.

Il sistema di Smith e Nephew è esemplificativo. All’inizio vengono fissati riflettori sferici di mezzo centimetro alle ossa del paziente e agli strumenti chirurgici. Poi una tradizionale scansione CT (tomografia computerizzata) fornisce una mappa dell’area pelvica. Durante l’intervento, una telecamera a emissione luminosa a infrarosso fa rimbalzare la luce sui riflettori e registra la loro posizione. Il software produce un’immagine cha mostra al chirurgo dove sono i suoi strumenti e visualizza le distanze precise.

L’anno scorso Smith e Nephew hanno ricevuto l’approvazione dalla FDA per questo sistema di chirurgia applicato all’anca; 25 chirurghi in tutto il mondo lo stanno sperimentando sull’uomo. Z-kat e Biomet, insieme ad altre aziende, sono in una fase avanzata del processo di approvazione. Sistemi di immagini più avanzati non solo riducono il trauma, ma garantiscono anche misure precise che aiutano i chirurghi con meno esperienza a lavorare meglio e «ottenere risultati migliori con i pazienti», afferma Anthony DiGioia, chirurgo e direttore dell’Institute for Computer Assisted Orthopaedic Surgery al Western Pennsylvania Hospital, a Pittsburgh.

Quelle all’anca sono le procedure chirurgiche ortopediche guidate più recenti; versioni per interventi al ginocchio e alla spina dorsale già esistono. Mentre questi sistemi devono ancora diventare più facili da utilizzare, «non c’è alcun dubbio che saranno il filone principale del futuro della chirurgia», conclude DiGioia.

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