Da Google a Alphabet: i veri obiettivi

La creazione di Alphabet ha suscitato non solo un ovvio, grande interesse, ma anche interpretazioni diverse sui suoi obiettivi.

di Alessandro Ovi

La creazione di Alphabet, una nuova Holding che sovrintenderà a Google (con le sue attività tradizionali), e ad un portafoglio di business ancora sperimentali (auto, biotecnologie, droni… ), ha suscitato non solo un ovvio, grande interesse, ma anche interpretazioni diverse sui suoi obiettivi.

Per essere più precisi, nella nuova Google andranno: Search, Advertising, Maps, YouTube, Android.
Il nuovo CEO sarà Sundar Pichai, indiano, n.2 di Larry Page.

Fuori da Google e direttamente controllate da Alphabet (CEO Larry Page, e Presidente Sergeiy Brin) vi saranno Calico (una società dedicata a prevenire l’invecchiamento), Sidewalks (focalizzata sulle Smart Cities), Nest (apparati collegati a Internet per la casa), Fiber (servizi Internet ad alta velocità), Google Ventures e Google Capital (società di investimento) e GoogleX (Auto e Droni).

La prima interpretazione di questa nuova struttura societaria è stata il tentativo da parte di Brin e Page di replicare l’organizzazione di Berkshire Hathaway di Warren Buffett, del quale sono grandi ammiratori, ma sinceramente è difficile vedere paralleli tra le due situazioni. Berkshire Hathaway è, in realtà, assai più simile a un fondo d’investimento che a una conglomerata e come tale viene gestito senza obiettivi di innovazione industriale.

La seconda è la creazione di una conglomerata dove potessero essere sviluppate sinergie industriali tra iniziative lontane sia nelle tecnologie che nei mercati di interesse. Ma i confronti con le diverse tipologie di conglomerate oggi operanti nel mondo, da General Electric a Siemens, dal Gruppo Wallemberg (Erikson, ABB, Electrolux… ), ai Kaebol Coreani ( Samsung, Hyundai..) o ai Keiretsu Giapponesi (Mitsubishi, Sumitomo… ) non mostrano similitudini con Alphabet.

Alphabet pare piuttosto il frutto di una doppia operazione: Trasparenza Finanziaria e focalizzazione delle attività innovative.

I risultati finanziari della nuova Google verranno riportati separatamente da quelli complessivi di Alphabet. Le azioni di Google dopo l’annuncio della ristrutturazione sono salite di quasi il 7%, scontando la fuoriuscita dai loro confini delle attività più ad alto rischio ora dipendenti direttamente da Alphabet.

Nel suo comunicato Page dice espressamente che ognuna delle attività innovative avrà un suo CEO focalizzato sulla sua specifica innovazione. Non si tratterà ancora di veri ‘spin-off’ ma piuttosto di ‘split’ (separazione societaria, ma controllo al 100% da parte di Alphabet).

È molto probabile che la nuova struttura di Google sia stata frutto dell’arrivo come CFO di Ruth Porat, che, provenendo dalla stessa posizione in Morgan Stanley, ha certamente contribuito, con il rigore finanziario per il quale si è sempre contraddistinta, a portare trasparenza in un ambiente che sull’altare della innovazione la aveva probabilmente sacrificata.

(MO)

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