War Games

di MIT Technology Review

In Iraq e in altre zone di guerra con culture non familiari, i soldati americani possono trovare difficile identificare minacce o possibili obbiettivi, in mezzo alla confusione della vita quotidiana. Eppure la loro interazione con gli abitanti locali può fruttare molte più informazioni di quante ne possono raccogliere gli stressi servizi segreti. Da questo discende la nuova dottrina militare secondo la quale «ogni soldato è un sensore».

Adesso l’US Army Research and Development Command’s Simulation and Training Technology Center (Centro di Sviluppo di Tecnologie di Simulazione e Addestramento del Comando Ricerca e Sviluppo dell’Esercito) a Orlando, in Florida, ha tradotto questa dottrina in un video game. Lo scopo: aiutare i soldati a imparare a riconoscere segni di pericolo o di opportunità sul campo. L’insegnamento attraverso video games non è niente di nuovo per l’esercito. Full Spectrum Warrior, un first person shooter, un simulatore di tiro per PC e consolle di gioco, era in origine stato sviluppato come uno strumento di addestramento per l’esercito. Ma Every Soldier a Sensor Simulation (Simulatore di Ogni Soldato Sensore), o ES3, conta più sulle abilità sociali del giocatore che su quelle di combattimento. «In queste situazioni di combattimento asimmetrico, occorre tentare di conquistare il cuore e la mente della gente», dice il tenente colonnello Raymond Compton, direttore delle operazioni militari al centro di Orlando. «L’ultima cosa che vuoi fare è premere il grilletto».

Come molti giochi commerciali, ES3 si svolge come un gioco in prima persona, con missioni successive, come cercare una bomba nascosta per esempio, via via assegnate al giocatore. Ma in ES3 si deve contemporaneamente mantenere un buon rapporto con i locali, i giocatori sono infatti valutati a secondo di come riescono a raccogliere e riportare le informazioni.

ES3 funziona su quasi tutti i computer e può essere personalizzato dagli stessi giocatori. Esso è infatti fornito con un programma di editing che permette ai soldati di spedire alla rete ES3 dell’esercito foto digitali di dettagli di vita reale, come per esempio un insolito abbigliamento iracheno. Se gli amministratori della rete approvano questi inserimenti, essi verranno incorporati nelle versioni future del gioco.

Nei mesi seguenti ES3 sarà modificato per includere una sorta di addestratore linguistico, che renderà familiari ai soldati frasi e simboli usati comunemente in Iraq. «Questi non sono giochi», dice Compton, «sono un nuovo tipo di addestramento digitale». David Kushner

Related Posts
Total
0
Share