Diesel di seconda generazione da lieviti oleaginosi: la ricerca Eni è pronta

Una recente proposta CEE per favorire la transizione dai biocarburanti di prima generazione a prodotti più innovativi. Le scelte di Eni

Recentemente la Comunità Europea ha emanato la proposta COM-(2012)-595-final (Bruxelles, 17 ottobre 2012) [1] che modifica la precedente direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. L’obiettivo è valutare le emissioni di gas serra prodotti dai cambiamenti nella destinazione d’uso dei terreni [2] e favorire la transizione dai biocarburanti di prima generazione a biocarburanti più innovativi.

Coi biocarburanti di seconda e di terza generazione si cerca di raggiungere questo scopo utilizzando materie prime non convenzionali, come biomasse lignocellulosiche per l’etanolo cellulosico o anidride carbonica ed energia solare per le microalghe fotosintetiche.

Il bioetanolo è il biocarburante di seconda generazione che attualmente si trova nella fase di industrializzazione più avanzata; ma si rivolge principalmente al parco dei mezzi di trasporto a benzina, quando nel continente europeo il diesel rappresenta il carburante principale.

Presso il Centro Ricerche per le Energie Non Convenzionali – Istituto eni Donegani di Novara, è stato messo a punto un processo che porta al diesel di seconda generazione partendo da microrganismi (lieviti) in grado di crescere su idrolizzati lignocellulosici e produrre trigliceridi con le stesse caratteristiche degli oli vegetali [3-6]. L’olio microbico ottenuto è impiegabile per la produzione di diesel verde con il processo Ecofinig® di proprietà di eni-UOP.

I lieviti oleaginosi selezionati da eni mostrano elevata produttività in lipidi (fino al 70% del peso cellulare secco) e ed una altrettanto elevata produzione di biomassa (fino a 100 g/l). Inoltre, sono in grado di metabolizzare zuccheri sia a cinque che a sei atomi di carbonio e mostrano una buona tolleranza verso gli inibitori comunemente presenti in idrolizzati lignocellulosici (composti furanici, acidi organici, fenoli,…).

Nel centro ricerche eni di Novara, sono stati coltivati con successo su idrolizzati lignocellulosici diversi ceppi di lieviti oleaginosi che differiscono tra loro per il profilo lipidico. Il ceppo di lieviti selezionato per il processo mostra un profilo lipidico simile all’olio di palma con un contenuto di trigliceridi fino al 96%, e può essere impiegato per ottenere idrocarburi (diesel verde) pienamente compatibili con gli attuali motori automobilistici.

Il processo, attualmente su scala pilota presso il Centro Ricerche per le Energie Non Convenzionali, si compone di tre fasi: fermentazione dell’ idrolizzato lignocellulosico, lisi delle cellule microbiche ed estrazione dell’olio endocellulare; l’ultima fase consiste nel recupero dell’ olio microbico.

D’ora in poi, l’obiettivo principale dei processi per la produzione di nuovi biocarburanti si riassumerà nelle parole “non competere con il cibo o con la terra”: la ricerca eni è pronta per affrontare questa nuova sfida.

riferimenti

[1] http://ec.europa.eu/energy/renewables/biofuels/doc/biofuels/com_2012_0595_en.pdf

[2] T.Searchinger et al. Science 319 (5867): 1238-1240, 2008

[3] D.Bianchi, R.Bortolo, G.Franzosi, D.Cucchetti, F.Pizza, Biofuels International Expo & Conference 16-17 November 2011, Antwerp, Belgium.

[4] S.Galafassi, D.Cucchetti, F.Pizza, G.Franzosi, D.Bianchi, C.Compagno Bioresource Technology 111, 398-403, 2012

[5] M. Ricci, R. Bortolo, Chemo-and bio-catalytic routes in biomass conversion to fuels; Recent Advances and New Trends in Catalysis, C. Evangelisti and F. Zaccheria Ed.s, CNR-ISTM, 2012, pag 65-80

[6] M.Maresca, V.Rodighiero, D.Cucchetti, R.Bortolo, D.Bianchi, Italian Forum on Industrial Biotech and Bioeconomy -23 – 24 ottobre 2012, Milano, Italy.

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