iCub sbarca a Londra

Anche l’énfant prodige di IIT tra i protagonisti di ROBOTVILLE, festival che celebra i più avanzati progetti europei nel campo della robotica, appena concluso al Science Museum di Londra

di Fonte IIT

Organizzato dagli Istituti di Cultura Nazionali dell’Unione Europea (EUNIC), in collaborazione con il Programma per lo studio dei sistemi cognitivi e della robotica finanziato dalla Commissione Europea, ROBOTVILLE ha fatto incontrare per la prima volta al pubblico britannico alcuni dei più sorprendenti esempi di robot realizzati da diversi laboratori di ricerca d’Europa, che includono robot a uso domestico, quelli per esplorazioni e impieghi civili, o ancora robot umanoidi. Tra questi ultimi, a testimoniare l’elevato potenziale dell’Italia in termini di innovazione e competitività tecnologica su scala internazionale, spicca iCub.

iCub è un robot dalle dimensioni di un bambino di circa 4 anni – da cui il nome “cub” che in inglese significa “cucciolo” – e nasce da un progetto sviluppato all’interno del Dipartimento di Robotics, Brain and Cognitive Sciences (RBCS) dell’Istituto Italiano di Tecnologia, con l’obiettivo di indagare l’intelligenza umana e di ricrearne le caratteristiche all’interno di una piattaforma robotica umanoide. Il robot è alto 104 cm per soli 22 kg di peso e possiede 53 motori in grado di fargli muovere la testa e di consentire azioni di presa e manipolazione fine degli oggetti. Inoltre, iCub è dotato di telecamere che riproducono la vista, microfoni per la ricezione di suoni, sensori inerziali che riproducono il senso dell’equilibrio, e sensori tattili e di forza per misurare l’interazione con l’ambiente; questo gli consente di eseguire alcune azioni (come afferrare oggetti, spostare, rovesciare, ecc.) in maniera autonoma.

Grazie alla piattaforma robotica aperta (open source), sia per l’hardware che per il software, ad oggi oltre 20 laboratori in tutto il mondo usano un robot iCub per i loro studi sull’intelligenza. Proprio in occasione di ROBOTVILLE il Prof. Giorgio Metta, Senior Researcher del Dipartimento RBCS dell’IIT, ha mostrato come questo umanoide consenta di studiare problemi connessi al controllo del movimento, alla visione artificiale, all’apprendimento automatico, incantando soprattutto il giovane pubblico di ragazzi di 12 anni nell’ambito degli incontri ‘Robot season Talks’.

iCub è un esempio dell’importante contributo che l’IIT porta alla robotica italiana e internazionale. Le ricerche in questo campo, infatti, si inseriscono in un quadro articolato e integrato di attività condotte dall’Istituto che, attraverso 7 piattaforme tecnologiche, convergono verso un unico obiettivo: sviluppare sistemi artificiali basati su una visione “umano centrica” della scienza, capaci cioè di rappresentare un vantaggio concreto per l’uomo e per l’ambiente che lo circonda, fornendo risposte efficaci alle grandi sfide che la nostra società si trova e si troverà ad affrontare in futuro (tra cui, in primis, l’invecchiamento della popolazione).

L’orizzonte verso il quale muove l’Istituto Italiano di Tecnologia prevede la realizzazione di robot sempre più user friendly e human safe, nell’ottica di facilitare l’interazione uomo-macchina per semplificare e arricchire molteplici aspetti della nostra quotidianità, dal lavoro alla salute, fino alla vita cittadina o ai soccorsi in caso di calamità. Alcuni esempi di progetti che compongono l’ecosistema robotico a cui lavora l’IIT includono l’umanoide “compliant” CoMan e il quadrupede HyQ, sviluppati dal Dipartimento di Advanced Robotics; il “polpo robotico” e i microrobots del Center for Micro-Biorobotics IIT@SSSA di Pisa o ancora il “robot pesce” su cui lavorano i ricercatori del Center for Biomolecular Nanotechnologies IIT@UniLe.

Per maggiori informazioni: www.icub.org ; www.iit.it

Credito fotografico: IIT

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