Energia per tutti

Fornire servizi moderni a tutte le popolazioni bisognose non comporterebbe un aumento rilevante né del fabbisogno globale, né delle emissioni. Servono, però,forti investimenti.

di Fatih Birol (fonte OIL)

È uno dei dati più tragici dei nostri tempi: ancora oggi, miliardi di persone non hanno accesso ai servizi energetici primari, all’elettricità e a impianti puliti per cucinare, e il fatto ancora più grave è che per i prossimi vent’anni non si prevede un cambiamento sostanziale di questa situazione. Anzi, per alcuni versi peggiorerà.

Da oltre un decennio, il World Energy Outlook (WEO) dell’AIE studia i dati relativi all’accesso alle moderne forme di energia, fornendo alla comunità internazionale analisi quantitative obiettive. Dalle nostre ultime stime risulta che 1,3 miliardi di persone – ovvero circa il 20 percento della popolazione mondiale – non hanno accesso all’elettricità, e che ad affidarsi al tradizionale uso di biomasse per cucinare sono quasi 2,7miliardi di persone, pari a circa il 40 percento della popolazione mondiale. Oltre il 95 percento di queste persone vive o nell’Africa subsahariana o nei Paesi in via di sviluppo dell’Asia, e l’84 percento in zone rurali.

La sfida maggiore riguarda l’Africa subsahariana, dove l’odierno consumo di elettricità è all’incirca equivalente a quello del solo stato di New York.

Cosa succederà nel 2030 e gli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi. Le politiche finora adottate né il persistere in scenari “business as usual” (fare come se nulla fosse) basteranno a garantire l’accesso universale a servizi energetici moderni entro il 2030. Certo, alcuni Paesi hanno compiuto negli ultimi anni progressi notevoli, migliorando l’accesso alle forme moderne di energia. Un grande esempio di “success story” è la Cina, dove 500milioni di persone abitanti in zone rurali hanno l’energia elettrica già dal 1990 e dove il raggiungimento dell’elettrificazione per l’intero Paese è previsto entro il 2015.

In India, gli ultimi dati indicano che nel 2009 le spese in elettricità hanno interessato il 67 percento della popolazione rurale e il 94 percento di quella urbana, un incremento rispettivamente del 56 percento e del 93 percento rispetto ai dati del 2006.

Negli ultimi cinque anni, anche l’Angola e il Congo hanno visto crescere notevolmente la fetta di popolazione che può disporre di servizi energetici moderni, soprattutto nelle aree urbane.

Tuttavia, in assenza di nuove politiche significative, il livello di investimento previsto tra oggi e il 2030, ossia una media di 14miliardi di dollari l’anno, continuerà a lasciare 1 miliardo di persone senza elettricità e, nonostante qualche progresso, la crescita demografica significherà che 2,7 miliardi di persone saranno ancora senza strutture pulite per cucinare, esattamente come oggi.

Per conseguire entro il 2030 l’accesso universale all’energia, è necessario che gli investimenti si attestino su una media di 48miliardi di dollari l’anno, oltre cinque volte il livello osservato nel 2009. Sono soprattutto gli investimenti nel settore privato a dover crescere,ma i governi nazionali devono dotarsi di quadri normativi e di governante solidi e investire nello sviluppo di competenze.

Energia moderna senza aumento rilevante di consumi né di emissioni

Energia “moderna” per tutti non significa un incremento né del fabbisogno mondiale né delle emissioni. Di fatto, pervenire a forme di energia moderne per tutti entro il 2030 porterebbe a un aumento del fabbisogno energetico e delle emissioni di CO2 rispettivamente dell’1,1 percento e dello 0,7 percento soltanto. E questo grazie al basso livello di energia pro capite consumato da chi dispone di energia moderna e alla quota relativamente alta di soluzioni di energia rinnovabili adottate, in particolare nelle abitazioni rurali e periurbane.

Oltre a contribuire fortemente allo sviluppo socio-economico, l’accesso universale all’energia – se realizzato – avrebbe un impatto significativo anche sulla salute di chi attualmente ricorre alle biomasse per cucinare con sistemi tradizionali inefficienti e fortemente inquinanti.

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