Ovuli da cellule staminali

Una recente scoperta alimenta le speranze delle donne meno giovani di avere un figlio.

di Karen Weintraub

Jonathan Tilly potrebbe avere scoperto un modo per rallentare l’orologio biologico femminile. In una ricerca, pubblicata a marzo, il docente di Biologia riproduttiva di Harvard e i suoi colleghi hanno documentato la presenza di cellule uovo nelle ovaie di donne adulte, aprendo la strada alla possibilità di avere figli anche in età avanzata.

Oggi, la fertilità femminile è limitata dalla disponibilità complessiva di ovociti e dal decremento qualitativo delle cellule uovo dopo i quarant’anni. Il lavoro di Tilly con le cellule staminali – vale a dire cellule in grado di differenziarsi e di diventare un altro tipo di cellula – potrebbe risolvere entrambi i problemi. è possibile indurre queste cellule scoperte di recente a formare nuovi ovociti o, anche nel caso ciò non succeda, a ringiovanire quelli già presenti nelle donne avanti con l’età.

Tilly ha scoperta per la prima volta, nel 2004, i precursori degli ovociti nei topi. Una volta isolate queste cellule potenzialmente in grado di produrre ovociti nei tessuti ovarici di donne adulte, Tilly ha isolato le cellule e le ha iniettate nei tessuti ovarici umani, che sono stati successivamente trapiantati nei topi. Queste cellule si sono differenziate in ovociti umani, le cellule uovo che maturano, una alla volta, durante l’ovulazione. Tilly non si è spinto oltre con questi ovociti, ma dice di avere prelevato le cellule precursori degli ovociti dai topi per generare ovuli vitali di topo, che sono stati fecondati e hanno mostrato i primi segni dello sviluppo embrionale.

La ricerca è ancora lontana dal dare alla luce un neonato umano. Tuttavia, “i dati cambiano le nostre convinzioni” sulla fertilità, afferma Tilly, che dirige anche un centro di biologia riproduttiva al Massachusetts General Hospital. Anche se alcuni colleghi di Tilly avanzano qualche dubbio sul fatto che le cellule scoperte nei tessuti ovarici femminili siano effettivamente cellule staminali o che possano diventare ovuli vitali, molti ritengono lo studio di grande interesse. “Credo si tratti di un passo avanti significativo”, sostiene Elizabeth McGee, professore associato e direttore del corso di endocrinologia riproduttiva e sterilità alla Virginia Commonwealth University. “Comunque, la strada da percorrere prima di arrivare a un prodotto utile alle donne appare ancora lunga”.

OvaScience, con sede a Boston, si occupa della fase di commercializzazione della scoperta di Tilly e spera che i tempi di attesa non siano troppo lunghi. Tra i fondatori dell’azienda spiccano i nomi di Christoph Westphal, un operatore finanziario, e di David Sinclair, un ricercatore che si occupa di prevenzione dell’invecchiamento, i quali hanno fondato Sistris Pharmaceuticals, poi venduta a GlaxoSmithKline per 720 milioni di dollari nel 2008. OvaScience ha raccolto 43 milioni di dollari per le ricerche terapeutiche sulla fertilità e altre applicazioni per le cellule staminali.

Una delle implicazioni più promettenti è legata alla possibilità di utilizzare la tecnologia per “ringiovanire” gli ovuli femminili. Tilly afferma di poterlo fare trasferendo i mitocondri – addetti alla respirazione cellulare e alla produzione di energia – dalle cellule derivate da cellule staminali agli ovuli esistenti. I ricercatori che hanno provato a fare qualcosa di simile negli anni Novanta, hanno scoperto che i mitocondri degli ovuli delle giovani donatrici potevano migliorare la vitalità di quelli più vecchi. Ma i circa 30 bambini coinvolti in questa ricerca si sono ritrovati con il DNA delle due donne e del loro padre. (Non si sa se ci siano state conseguenze per la salute dei ragazzi). Ma in questo caso una donna, in quanto fonte dei mitocondri più giovani, può evitare la combinazione, almeno potenzialmente pericolosa, dei DNA.

David Albertini, direttore del Center for Reproductive Sciences al Medical Center dell’Università del Kansas e membro del comitato consultivo di OvaSciences, dice che “non vede l’ora di mettere le mani” sulle cellule di Tilly per portare avanti le sue ricerche sugli ovuli. Ma anche Albertini concorda sul fatto che non si possa procedere con il trapianto di questi ovuli prima di nuovi test da effettuare sui topi.

CHI

Jonathan Tilly

OvaScience, Boston

TECNOLOGIA

Le cellule staminali dei tessuti ovarici possono formare nuovi ovuli o venire utilizzate per “ringiovanire” gli ovuli già presenti nelle donne.

ALTRI PROTAGONISTI DEL SETTORE

Evelyn Telfer

Università di Edimburgo, Scozia

David Albertini

Università del Kansas

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