Instagram rilancia i puzzle

Sui social più diffusi sta dilagando la moda dei puzzle. Perchè?

di Tanya Basu

Karen Kavett vive a Los Angeles. Realizza video fai-da-te su canale HGTV, che si occupa di arredamento e ristrutturazione, ma collabora anche part-time con YouTube su temi legati al design. Dopo il lavoro, ha voglia di qualcosa di rilassante e semplice da fare.

Quindi fa puzzle e carica vlog relativi alla sua passione su YouTube. Nei panni del suo personaggio digitale Karen Puzzles, la 29enne recensiona i rompicapo e fornisce consigli ai suoi 11.500 abbonati su YouTube. Il suo pubblico è ridotto rispetto a quello delle star di YouTube, ma è in continua crescita e non si tratta di un fenomeno isolato.

I puzzle stanno vivendo un rinascimento, grazie in parte a due fenomeni ambivalenti: la diffusione dei social media e, allo stesso tempo, l’impulso a disconnettersi da essi. Anche i modelli sociali riflettono questa tendenza: Miranda nella serie The Circle, trasmessa da Netflix, trascorre il suo tempo libero facendo un puzzle. Tobey Maguire si è dichiarato un appassionato di puzzle.

Su Instagram, hashtag come #puzzlelover #puzzlesofinstagram e #puzzletime stanno accumulando centinaia di migliaia di visualizzazioni. Su TikTok, i video taggati con #jigsawpuzzle sono stati guardati più di 1,3 milioni di volte. Gli utenti si vantano di finire puzzle di decine di migliaia di pezzi. TikTok ha anche una serie di video in cui le persone posizionano trionfalmente l’ultimo pezzo del puzzle al suo posto (spesso taggato #soddisfacente).

I giovani sono sempre più in prima linea. L’età media dei partecipanti a tornei competitivi di puzzle in tutto il mondo è ora di 36 anni, ma si sta abbassando ogni anno, afferma Alfonso Alvarez-Ossorio, il presidente della World Jigsaw Puzzle Federation.

Ma perché i giovani si innamorano dei puzzle?

“Penso che i puzzle forniscano un antidoto al burnout”, afferma Emily Singer, una esperta di marketing la cui newsletter, Chips + Dips, monitora i marchi digitali e le tendenze sociali. “I puzzle chiedono di rallentare, di smettere di guardare uno schermo e di portare a termine un compito concreto”. In un certo senso stanno diventando i libri da colorare per adulti, suggerisce Singer.

Una convertita è Kaylin Marcotte. Un giorno, come molti, stava tornando a casa sfinita da un lavoro impegnativo, cercando di rilassarsi senza dover guardare l’ennesimo schermo. “Ho provato con la meditazione, ma non mi sono trovata bene”, ella dice. “Ho provato con un puzzle e ho trovato la pace. Mi sono rilassata. Mi è sembrato di creare qualcosa”.

Per molti aspetti la conversione di Marcotte ai puzzle sembra emblematica: le persone sentono la tensione della vita moderna e hanno bisogno di qualcosa di “silenzioso” per aiutarli a ridurre lo stress dal lavoro e dalle notizie. I puzzle si adattano perfettamente anche alla fiorente “economia domestica” poiché i giovani sotto pressione finanziaria e sociale scelgono di restare a casa.

“Si tratta di gioie semplici e di riconnettersi con la creatività”, afferma. “È meno stressante rispetto al disegno su un foglio di carta bianco. I libri da colorare hanno tracciato il percorso e i puzzle sono la strada da seguire”.

Ma Marcotte si è presto stancata dei disegni polverosi da fissato per ore: gatti in posa, paesaggi insipidi o stampe d’arte. Ha partecipato a mostre d’arte e ha perlustrato Instagram alla ricerca di artisti donna e, a novembre del 2019, ha lanciato la sua nuova società di puzzle Jiggy. Ogni kit di puzzle include una colla speciale per tenere insieme i puzzle finiti su un tappetino e una cornice: “una stampa da 20 pollici”, dice, per le persone che sono “troppo sentimentali per separarsene”.

Jiggy è solo una delle numerose startup che sfruttano la nuova tendenza. Per esempio, Piecework Puzzles filtra i puzzle con diverse tecniche fotografiche e li pubblica su Instagram all’interno di confezioni che li fanno sembrare libri rilegati. Una delle fondatrici della startup, Rachel Hochhauser, ha scoperto i puzzle durante un periodo di isolamento per uscire da un esaurimento.

L’importanza della componente estetica su Instagram sta inducendo le aziende a produrre puzzle sempre più ricercati. Quest’anno si sono visti puzzle tridimensionali, elementi che cambiano colore, persino puzzle a doppia faccia, perfetti per presentarli sull’app. Nel frattempo, i social media stanno contribuendo a creare una comunità intorno a ciò che è ancora essenzialmente una ricerca solitaria.

Michael Giragosian, un 34enne che dirige il subreddit JigsawPuzzles su Reddit, vanta 14.000 utenti e ha visto raddoppiare i suoi abbonati negli ultimi due anni. Giragosian attribuisce la crescita dell’hobby al modo in cui Internet, sia sul proprio sito che altrove, mette in collegamento gli autori solitari con altri per condividere la loro silenziosa passione.

“La tecnologia è il nostro punto d’incontro”, afferma Giragosian. “È ciò che ci unisce tutti come comunità. Allo stesso tempo, ci tiene separati. Tutti amiamo i puzzle, ma vogliamo difendere i nostri spazi”.

(rp)

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