Facebook ammette la colpa

Quest’anno, il colosso tecnologico è la quinta grande azienda a riconoscere di aver pagato umani per ascoltare le registrazioni delle sue applicazioni vocali.

di Charlotte Jee

Secondo l’agenzia di stampa Bloomberg, Facebook ha chiesto alle aziende di collaboratori esterni di ascoltare e trascrivere clip audio generate da utenti che usano la sua app Messenger.

Anche se non è stato detto loro dove erano state registrate le clip o come erano state ottenute, è emerso che alcune conversazioni avevano contenuti profondamente personali.

Gli appaltatori sono stati incaricati di verificare se il software di intelligenza artificiale di Facebook interpretava correttamente i messaggi.

Un portavoce dell’azienda ha riferito che, anche se i messaggi non sono riconducibili agli utenti, Facebook ha deciso di sospendere il programma poco più di una settimana fa.

Questa storia segue rivelazioni quasi identiche su Amazon ad aprile, Google e Apple a luglio e Microsoft all’inizio di questo mese. In tutti questi casi, le aziende non avevano informato i loro utenti di quanto stessero facendo. In attesa delle indagini, hanno comunque deciso di sospendere il servizio.

Facebook ha affermato che gli unici utenti coinvolti sono  quelli che hanno scelto un servizio lanciato nel 2015 da Messenger che offriva la possibilità di far trascrivere le chat vocali. Non risulta comunque che fosse menzionato il coinvolgimento umano in quel processo.

Il fatto che venga richiesta la collaborazione umana per controllare le registrazioni vocali e le risposte mostra quanto sia ancora limitata l’IA nella sua capacità di riconoscere parole e significato, anche se i progressi del settore sono considerevoli.

È anche una conferma del fatto che per molti servizi di intelligenza artificiale, c’è ancora un esercito di data worker, solitamente a basso costo, che lavorano duramente dietro le quinte.

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