Un verme nella mela?

Secondo una denuncia arrivata alle autorità competenti, alcuni appaltatori di Apple, che esercitano un controllo sulla qualità dell’assistente vocale Siri, hanno accesso a informazioni confidenziali degli utenti.

di Charlotte Jee

Un appaltatore pagato per valutare le risposte del sistema Siri ha detto a “The Guardian” che i suoi colleghi ascoltano regolarmente informazioni sensibili su droghe, medicine e rapporti sessuali.

Allo stesso modo di Amazon e Google, Apple incarica delle persone ad ascoltare un campione di registrazioni delle conversazioni delle utenti con Siri, a trascriverle e classificare le risposte in base a una serie di criteri.

Tra le informazioni da raccogliere, viene richiesto se l’assistente vocale è stato attivato deliberatamente o meno, se Siri aiuta effettivamente con la query e se la sua risposta risulta appropriata.

Apple, ancora una volta come Amazon e Google, non rivela esplicitamente agli utenti i termini e le condizioni, praticamente illeggibili, dell’attività che svolge. Questo modo di procedere potrebbe comportare seri danni all’immagine di Apple, un’azienda che è sempre stata orgogliosa dell’attenzione che rivolge alla privacy.

A differenza delle altre due aziende, Apple non offre agli utenti alcuna via d’uscita per rifiutare che le loro registrazioni vengano utilizzate in questo modo, se non quello di non usare Siri.

Apple ha dichiarato a “The Guardian” che meno dell’1 per cento delle registrazioni Siri sono utilizzate per questo tipo di controllo e che non sono associate all’ID Apple dell’utente.

Si è sollevata una discreta indignazione online per quanto si è saputo e sul fatto che si è proceduto senza il consenso del cliente (e quindi potrebbe essere illegale all’interno dell’Unione Europea), ma l’adozione della tecnologia dell’assistente vocale non mostra alcun segno di rallentamento.

(rp)

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