I genitori moderni condividono in rete troppe informazioni sui figli

Un nuovo rapporto auspica a una maggiore trasparenza su come le società raccolgono informazioni riguardanti i giovanissimi e invita le famiglie a prendere coscienza delle conseguenze di una eccessiva esposizione dei figli.

di Charlotte Jee

I primi, veri nativi digitali: I giovani di oggi sono i primi ad essere “catalogati” sin dalla nascita e, per la definizione di una società più ampia, possono essere paragonati al “canarino nella miniera di carbone; Queste sono solo alcune delle espressioni colorite utilizzate all’interno del rapporto presentato dal Children’s Commissioner for England.

In media, stando al rapporto, entro l’età di 13 anni i bambini saranno stati immortalati in scatti e video condivisi sui social media dai genitori. Entro i 18 anni, i giovani avranno creato 70.000 post su piattaforme di social media.

Il rapporto sottolinea come giocattoli connessi a Internet, altoparlanti intelligenti e monitor per bambini sono le principali fonti di dati fino a quando i giovani non entrano in possesso di uno smartphone. Gli autori denunciano il fatto che i genitori non considerino a sufficienza le conseguenze di questa esposizione.

Che fare? Il rapporto ritiene che il governo dovrebbe considerare il rafforzamento delle leggi per la tutela dei dati dei minori, favorire l’educazione scolastica sul tema della raccolta dei dati e richiedere alle società coinvolte una maggiore presa di responsabilità.

“Le società che sviluppano giocattoli ed altri prodotti utilizzati dai bambini devono smetterla di riempirli di sensori ed esporre termini e condizioni di utilizzo in maniera tale da poter essere compresa dai più giovani”, ha detto Anne Longfield, commissaria per l’infanzia dell’Inghilterra.

(MO)

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