Guai finanziari per Second Life

Con oltre nove milioni di «residenti» registrati, Second Life è il leader mondi virtuali, comunità online dotate di una propria topografia, realizzata al computer (vedi «Second Life», X / X 2007). Ma Second Life, nonostante la sua rapida crescita, sta fronteggiando una crisi finanziaria che ha fatto nascere dubbi sulla bontà dell’idea di usare moneta reale in un mondo virtuale.

I problemi sono iniziati questa estate, quando la società che gestisce Second Life, Linden Lab, ha proibito il gioco d’azzardo nel mondo virtuale, eliminando in un colpo solo circa il 5 percento del fatturato economico di Second Life.

Poche settimane dopo il panico fra i clienti di una banca di Second Life, la Ginko Financial, ne ha causato la bancarotta. La banca offriva alti interessi sui dollari virtuali («Linden Dollar»), convertibili in dollari reali al tasso di 270:1. «Gran parte di questi problemi stavano crescendo da tempo» dice Benjamin Duranske, un avvocato specializzato in proprietà intellettuale, che segue l’attività bancaria in Second Life.

Finora la confusione finanziaria virtuale, non ha attratto l’attenzione delle autorità del mondo reale, come la americana Securities Exchange Commission, dice Robert Bloomfield, professore di contabilità alla Cornell University. Ma i residenti di Second Life, anche per anticipare questo tipo di attenzioni, stanno già creando la loro propria commissione virtuale di controllo sul cambio, incaricata di creare standard di comportamento nel settore. Ed il capo dell’ufficio finanziario della Linden Lab, John Zdanowski, dice che la compagnia sta lavorando per mantenere stabile il tasso di cambio.

Per adesso l’instabilità finanziaria danneggia solo le 45000 persone che traggono da Second Life dei guadagni in dollari reali. Ma ovviamente Linden Lab si vuole assicurare che la gente non resti così scottata dalle esperienze fatte nel mondo virtuale, da tornare a concentrarsi solo su quello reale.

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