MySpace: mio e di chi altro?

Le reti sociali on line promettono tanto, ma offrono poco.

di Wade Roush 

Gli utenti Web hanno creato più di 116 milioni di profili su MySpace, il sito di relazioni sociali di proprietà, dal 2005, di News Corp di Rupert Murdoch. Come in breve spiegherò, gran parte di questi profili sono simulazioni. Inoltre, 116 milioni rappresentano una “popolazione” che supera il numero degli abitanti del Messico e quello di abbonati alla TV via cavo negli Stati Uniti.

Genitori e membri del Congresso statunitense hanno cominciato a prestare attenzione al fenomeno e non ne sembrano affatto felici. Nel 2006 i gruppi conservatori hanno alimentato un’ondata di panico sui media per la presunta proliferazione di «molestatori» sessuali su MySpace e hanno appoggiato un disegno di legge alla Camera dei Rappresentanti ” il Delete Online Predators Act (DOPA) ” che impedisce l’accesso ai minori a questo e ad altri siti di reti sociali da strutture come scuole e biblioteche finanziate con fondi federali.

Secondo esperti del calibro letteratura e direttore del Comparative Program del MIT, la minaccia di adescamento MySpace non è così seria come molti effetti subito una seria azione legale sul sito tra un molestatore adulto ma gli adolescenti che usano alcune interviste che gli «adescamenti spesso da persone sotto i 25 anni vuoto. Inoltre, MySpace sta prendendo per aumentare il suo livello di ottobre 2006 riferisce che i profili registrati sul sito verranno probabilmente

In ogni caso, mentre l’accusa molestatori è probabilmente ingiusta, avanzare una seria critica al sito, rete di relazioni amichevoli nel paradiso

Se c’è un’azienda di social networking modo di fare profitti, questa è MySpace; recente Google ha accettato di pagare 900 fornitura esclusiva, sul sito, dei servizi basati su parole chiave. Naturalmente, distribuiti da Google e altre aziende garantiscono mantiene a galla molte aziende MySpace nell’impresa commerciale mercato pubblicitario tradizionale. Il membri gli strumenti tecnologici per loro profili in bacheche multimediali celebrità e prodotti. Si pensi a qualcosa dell’utente, il forum e la messaggeria

Mi rendo conto che criticando popolare frequentata da milioni come una persona non al passo dei sostenitori del DOPA. La verità trascorsi a commentare su questa progressione delle reti sociali e di computing, ho creduto sempre di più nel mio parere, la popolarità di MySpace sociali evidenzia una domanda forme di comunicazione, una cambierà l’idea di commercio, giovani utenti del Web entreranno faranno uso dei loro originali modi che la scelta di strategia commerciale deviare questa carica innovativa suoi utenti nel tradizionale e familiare commerciali dei media più importanti.

La mia preoccupazione maggiore indebolisca l’elemento “sociale” delle reti condivisa quando ci si unisce a una rete partecipanti siano persone reali. Su MySpace film Jackass: Number Two ha Pepsi, NASCAR e Veronica Mars, rete CW. L’azienda applica una estesa che le persone reali si trovano prodotti, film, campagne promozionali non esattamente la condizione fioritura di autenticità personale.

In quanto sito che deve gestire un numero enorme di profili, MySpace è stato modellato sull’esempio di Friendster e altri precursori on line delle reti sociali. Agli utenti vengono assegnate pagine dove possono inserire autodescrizioni, foto, brevi video, annotazioni personali. Ogni profilo include una lista di altri partecipanti con cui si è stabilita un’«amicizia» e una sezione per ospitare i commenti degli amici (la maggior parte dei commenti sono incoraggianti, informali e allo stesso tempo superficiali: «Adoro il tuo nuovo stile! Come mai non sei ancora sposato?»)

Ma la caratteristica che rende MySpace differente dai siti precedenti, ed evidentemente più gradevole per gli utenti, è la sua apertura verso gli artisti indipendenti. Tom Anderson, uno dei fondatori, che ha calcato la scena artistica di Los Angeles, ha detto di aver creato il sito nel 2003, insieme al suo partner commerciale Chris DeWolfe, perché le reti sociali tradizionali non fornivano a musicisti, fotografi, produttori di film digitali e altri artisti strumenti adeguati a promuovere se stessi e le loro opere. Fin dal suo inizio MySpace ha funzionato come un palcoscenico pubblico. Il sito permette a gruppi musicali e singoli artisti di creare profili, pubblicizzare gli spettacoli imminenti e caricare le loro canzoni che altri partecipanti possono inserire nei loro profili. I produttori di film possono mettere on line i loro videoclip. In effetti, il sito è diventato uno dei luoghi principali in cui gli artisti sconosciuti possono essere scoperti dalle case di produzione importanti o hanno la possibilità di crearsi una base di ammiratori che parteciperà ai loro spettacoli e comprerà CD e DVD.

All’inizio su Friendster solo le persone reali potevano creare profili. I gruppi venivano inseriti con altri «amici immaginari», un’espressione con cui gli utenti di Friendster indicavano i profili creati da impostori o dedicati a qualcosa di differente dall’autore, come un animale o una celebrità. Con il tempo l’azienda ha cambiato linea e i profili fasulli sono diventati una componente accettata, in particolare nell’ambito dei fan club.

MySpace, invece, ha accolto in modo ospitale i profili fasulli fin dalle origini, al punto che ora è del tutto lecito per un’azienda (o per uno dei suoi sostenitori) creare un profilo per una catena di fast-food, un marchio di bibita o un prodotto elettronico. Gli altri utenti di MySpace possono «fare amicizia » con questi profili come se rappresentassero effettivamente persone reali. A ottobre del 2006 Burger King aveva più di 134.500 «amici» e il telefono cellulare Helio ne contava 130.000.

Il fenomeno dei profili fasulli fornisce ai partecipanti alla rete un modo per dichiarare le loro affinità culturali. Queste dichiarazioni costituiscono una componente rilevante delle identità on line dei partecipanti, secondo Danah Boyd, una studiosa di media sociali, che sta scrivendo la sua tesi di dottorato alla School of Information dell’Università della California, a Berkeley, su MySpace e altri siti di reti sociali. «È importante essere collegati a tutti gli amici, agli idoli e alle persone che si stimano», scrive Boyd. «Ovviamente, un collegamento non significa una vera relazione l’obiettivo è rimanere aggiornati e ricevere il consenso del gruppo di riferimento».

Ma, secondo Boyd, i profili sono qualcosa di più che «essere alla moda». A suo parere, i siti di rete sociale costituiscono per i giovani uno dei pochi ambienti non irreggimentati, in cui sono liberi di esplorare questioni legate alle identità personali e di gruppo. I partecipanti a questi siti «descrivono il loro essere in divenire» attraverso i loro profili, sostiene Boyd, facendo emergere le loro personalità e provando lentamente a capire chi sono e che ruolo devono coprire.

Idealmente, ogni sito sociale dovrebbe favorire questo processo di liberazione. MySpace, disgraziatamente, tende a raggruppare i suoi utenti in nicchie create per loro dal mercato di massa. Se i membri di MySpace descrivono il loro modo di essere attraverso i profili con cui stringono amicizie e i prodotti che apprezzano, allora i giovani tra i 14 e i 24 anni si stanno trasformando in una generazione di divoratori di hamburger, ascoltatori di iPod, ossessionati da Hollywood, dipendenti da Red Bull.

Si prenda il caso di BillyJ (non il suo vero nome), uno studente diplomato di 18 anni che lavora a UPS, a Louisville, in Kentucky. BillyJ fuma Kools, preferisce la Coca Cola alla Pepsi, annovera X-Men: The Last Stand tra i suoi 393 amici, ammira la guardia Jason Kidd dei New Jersey Nets, gli piace montare sistemi audio per automobili, non ha ancora una ragazza e presumibilmente desidera una moto Ducati (il suo profilo presenta sfondi personalizzati con caratteristiche delle moto Ducati e i loro colori dominanti, nonché loghi pubblicitari). BillyJ potrebbe avere interessi personali molto più profondi, ma non ve ne è traccia sul suo profilo. Non è chiaro il suo contributo alla rete, ma in quanto singolo uomo tra i 18 e i 24 anni con un suo reddito e numerosi amici egli rappresenta un «vettore virale» di messaggi commerciali.

In effetti, si può considerare MySpace come un’enorme piattaforma per il «collocamento di prodotti personali», differente da quella adottata dai grandi media solo nel senso che i membri di MySpace non sono pagati per i loro servizi. Nulla di nuovo, comunque, rispetto al marketing porta a porta. Ma l’aspetto più negativo della scelta di MySpace è che la grande folla di amici immaginari insieme alla cornucopia di brani musicali e video confezionati, e di altri materiali commerciali che si possono direttamente inserire nei profili, incoraggiano i partecipanti a definire se stessi e le loro relazioni unicamente in termini di media e consumo.

Non è possibile che il social computing non abbia altro da offrire. Le tradizionali reti sociali su Web vennero lanciate per raggiungere obiettivi importanti (o almeno creativi): LinkedIn per la creazione di rapporti commerciali, Flickr e Fotolog per la condivisione delle fotografie, Meetup per la organizzazione di club del libro ed eventi elettorali. Ovviamente, non esiste alcun obbligo che una rete sociale sia portatrice di alti ideali. Come la televisione e ogni altra tecnologia che hanno preso le mosse da un originale prototipo d’esposizione, le reti sociali lasceranno inevitabilmente qualcosa sulla strada dell’adozione di massa. Ma se MySpace si presenta come il fiore all’occhiello delle reti sociali on line, allora è giusto chiedersi se rende la nostra cultura più povera o più ricca. Finora, le uniche persone che ne hanno tratto profitto sono Rupert Murdoch e i suoi azionisti.

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