Biocarburanti: La transizione energetica passa attraverso il laboratorio africano

La domanda di energia è in crescita. Alcuni paesi dell’Africa sono pronti alla transizione verso nuove tecnologie in grado di generare energia pulita e posti di lavoro

di MIT Technology Review Italia

Nuove forme di energia e nuove economie

Nel processo di transizione verso un futuro low carbon, una delle sfide principali del settore energetico è assicurare un accesso all’energia per tutti in modo efficiente e sostenibile. Secondo le proiezioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), nei prossimi anni la domanda di energia continuerà a crescere soprattutto nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo per la convergenza di diversi fattori, tra cui: l’aumento della popolazione, la maggiore urbanizzazione e lo sviluppo delle infrastrutture.

L’incombere dei cambiamenti climatici e gli impegni sottoscritti dai Governi nazionali con l’Accordo di Parigi richiedono una forte accelerazione nella riconversione di processi industriali in settori specifici, come quello dei trasporti e dell’agricoltura, a favore di nuove tecnologie in grado di generare energia pulita e creare nuove opportunità di lavoro. 

In quest’ottica, all’inizio del 2021, Eni ha avviato una serie di iniziative congiunte in diversi Paesi del continente africano per lo sviluppo della filiera dei biocarburanti di alta qualità secondo nuovi modelli di economia circolare. Si tratta di biocarburanti prodotti da materie prime che non competono direttamente con colture alimentari e foraggere, come residui agricoli e colture non alimentari.

L’obiettivo è quello di fornire materia prima per il sistema di bioraffinazione Eni in Italia e per la riconversione di raffinerie in Africa, attraverso la creazione di agrihub per la coltivazione in loco di feedstock non in conflitto con la catena alimentare, come il ricino, e la lavorazione di residui agricoli, come quelli derivanti dal cotone, che sostituiscano l’olio di palma nell’alimentare le bioraffinerie.

Eni e IRENA per la decarbonizzazione in Africa

I recenti accordi stipulati con l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili(IRENA) emergono tra le diverse iniziative finalizzate a promuovere l’inclusione delle energie rinnovabili nei percorsi di decarbonizzazione degli stati che fanno parte dell’agenzia internazionale. L’accordo in questione prevede, infatti, l’integrazione del continente africano nella catena del valore dei biocarburanti, anche attraverso iniziative di capacity building istituzionale, agribusiness e di sviluppo industriale destinate alla produzione di biofuel che favoriranno la decarbonizzazione del settore dei trasporti.

La strada indicata dal Kenya

Il Kenya è ad oggi il paese che fa da capostipite per il raggiungimento degli obiettivi individuati: grazie ad un avanzato sviluppo del proprio settore agricolo e alla raccolta e raffinazione dell’olio alimentare usato, sarà in grado di rivoluzionare la propria industria energetica rendendola efficiente e sostenibile

Situato sulla costa orientale dell’Africa, il Kenya è uno dei Paesi più avanzati dell’Africa per quanto riguarda il proprio impegno nel contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Il Paese è tra i firmatari dell’Accordo di Parigi e intende ridurre le sue emissioni del 32% entro il 2030, creando anche “un Paese competitivo e fiorente a livello globale, caratterizzato da un’alta qualità di vita“, secondo il piano governativo Vision 2030

Lo scorso dicembre 2020 Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, ha incontrato il Presidente Uhuru Kenyatta, per capire  come Eni poteva contribuire al raggiungimento dei target ambientali del Paese e fornire alle comunità locali un accesso efficiente e sostenibile alle risorse energetiche, riducendo contestualmente, la dipendenza dai combustibili fossili di importazione. 

L’incontro ha portato alla costituzione governativa di un team pronto a lavorare con Eni su ogni aspetto del progetto dal forte impatto sociale. 

Le iniziative Eni nel continente africano

I biocarburanti giocano un ruolo centrale nell’impegno di Eni per raggiungere la completa decarbonizzazione dei propri prodotti e processi entro il 2050. Grazie all’esperienza, le tecnologie e il know-how di Eni, sarà possibile avviare una serie di iniziative congiunte in diversi Paesi del continente africano per lo sviluppo della filiera dei biocarburanti. 

Il recente viaggio dell’AD Claudio Descalzi in Costa d’Avorio, Angola, Repubblica del Congo e Benin, finalizzato a incontrare i capi di stato di ciascun paese visitato, ha reso possibile tracciare la strada per la crescita e lo sviluppo del settore degli agro-biocarburanti in quelli che sono considerati paesi in via di sviluppo. Un ulteriore passo verso il processo di trasformazione delle risorse energetiche, in possibili collaborazioni che facilitino la transizione energetica e lo sviluppo di una reale economia circolare nel continente africano.

Kenya

Alcuni degli aspetti fondamentali del lavoro di Eni nel Paese includono la conversione della raffineria di Mombasa in una bioraffineria per lo sviluppo del primo impianto in Africa in grado di produrre biocarburanti

Nella sua fase iniziale, la bioraffineria di Mombasa produrrà circa 250.000 tonnellate di biocarburante annue da olio vegetale e olio alimentare usato. La conversione della raffineria ridurrà il tempo di entrata in funzione oltre che i costi legati a una costruzione ex-novo, con l’impiego di circa 400 persone.

In Kenya, Eni opera per valutare il potenziale inespresso delle bioraffinerie, sempre in un’ottica di sostenibilità che non entri in competizione con la catena alimentare del Paese, un punto chiave perché la sicurezza alimentare venga rispettata lungo tutto il processo. 

Si punta a favorire e salvaguardare il lavoro di milioni di abitanti, giornalmente impegnati in lavori agricoli e che, grazie a una rete di hub, raccoglierebbero la biomassa utile all’alimentazione delle bioraffinerie, beneficiando di un reddito agricolo addizionale. Nell’ambito della raccolta di UCO, lo scopo principale del progetto è quello di aumentare la consapevolezza sui benefici, sia ambientali, sia sanitari della pratica.

Costa d’Avorio

L’obiettivo di rendere l’energia della Costa d’Avorio completamente carbon neutral è uno dei temi principali riguardanti ciò che Eni, attraverso le proprie conoscenze e tecnologie, intende fare nel Paese. Durante l’incontro con il Presidente Ouattara, si è discusso in particolare di come raggiungere la neutralità carbonica attraverso l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e altre iniziative legate alla decarbonizzazione, come ad esempio i progetti legati alla forestry e ai programmi REDD+ delle Nazioni Unite. Progetti capaci di rafforzare la sicurezza energetica del Paese, proteggendo al tempo stesso le foreste primarie e la biodiversità locale.

Benin

In Benin, grazie all’incontro con il Presidente Patrice Talon, sono in fase di sviluppo alcuni progetti di crescita per la filiera agro-industriale. La valorizzazione degli scarti agricoli e la produzione di oleaginose non in contrasto con la filiera alimentare sono i temi principali su cui è impegnata Eni in questo paese caratterizzato dalla forte attività nella coltivazione del cotone: il Benin, infatti, è leader nell’Africa Occidentale per la produzione di questo tipo di fibra, i cui sottoprodotti possono essere valorizzati come carica per le bio-raffinerie, promuovendo un esempio virtuoso di economia circolare.

Congo

In Congo, grazie alla firma di un Memorandum d’Intesa è previsto lo sviluppo del settore degli agro-biocarburanti nel Paese. Il MoU in questione favorisce la produzione di olio di ricino su scala industriale: un accordo che fornirà materia prima per i sistemi di bioraffinazione Eni e opportunità di lavoro per le popolazioni locali. 

Dopo una fase iniziale, un progetto pilota di semina di ricino su oltre 200 ettari di terreno, prenderà il via una seconda fase di sviluppo industriale che prevede coltivazioni su 150.000 ettari con 90.000 beneficiari stimati entro il 2030. Sempre in Congo, si è discusso a ottobre 2021 di progetti agricoli e di valorizzazione del gas, anche in riferimento all’accesso all’energia per il mercato interno. Eni è infatti l’unica azienda impegnata attualmente in attività di sviluppo, fornendo gas alla Centrale Elettrica del Congo (CEC), la quale garantisce il 70% della produzione di energia elettrica del Paese.

Angola

In Angola, Eni sta lavorando per trovare nuovi ambiti di cooperazione con il Paese. Attraverso la firma di un Memorandum d’Intesa sono state valutate opportunità di sviluppo nel settore della raccolta di rifiuti. Lo scopo è quello di valorizzare il più possibile la frazione organica. Il rapporto tra Eni e il Governo locale, consentirà all’Angola di aumentare la produzione di GNL e la disponibilità di gas domestico per lo sviluppo industriale del Paese

Altre iniziative si concentrano sul ruolo delle rinnovabili, sullo sviluppo agricolo, l’accesso all’acqua, l’energia, l’istruzione e la salute. Senza dimenticare iniziative relative a sminamento, accesso alla terra, diversità e l’inclusione.

(lo)

Related Posts
Total
0
Share