I sauditi invecchiano, e cercano il farmaco dell’eterna giovinezza

Il regno del petrolio teme che la sua popolazione stia invecchiando a un ritmo accelerato e spera di testare farmaci per invertire la tendenza. Il primo potrebbe essere la metformina

Antonio Regalado

Chiunque abbia una disponibilità quasi illimitata di soldi, alla fine cerca di trovare una cura per contrastare l’invecchiamento. Ci hanno provato Larry Page, il fondatore di Google, Jeff Bezos, Larry Ellison e Peter Thiel. Ora il regno dell’Arabia Saudita, che ha tanto denaro quanto tutti loro messi insieme, ci proverà a sua volta.

La famiglia reale saudita ha fondato un’organizzazione no-profit chiamata Hevolution Foundation che prevede di spendere fino a 1 miliardo di dollari all’anno della sua ricchezza petrolifera, sostenendo la ricerca di base sulla biologia dell’invecchiamento e trovando modi per prolungare la vita delle persone in buona salute, un concetto noto come “durata della salute”.

La somma, se i sauditi saranno in grado di spenderla, potrebbe rendere lo stato del Golfo il più grande sponsor singolo di ricercatori che tentano di capire le cause alla base dell’invecchiamento e come potrebbe essere rallentato con i farmaci. La fondazione non ha ancora fatto un annuncio formale, ma la portata della sua iniziativa è stata delineata in incontri scientifici ed è oggetto di forte interesse da parte della comunità di ricercatori.

Dal 2020, il fondo è gestito da Mehmood Khan, un ex endocrinologo della Mayo Clinic e un tempo responsabile scientifico di PespsiCo. “”Il nostro obiettivo principale è prolungare il periodo di vita sana”, ha detto Khan in un colloquio. “Non c’è un problema medico più grande sul pianeta”.

L’idea, popolare tra alcuni esperti di longevità, è che se si può rallentare il processo di invecchiamento del corpo, è possibile ritardare l’insorgenza di molteplici malattie e prolungare gli anni di salute di cui le persone possono godere man mano che invecchiano. Khan afferma che il fondo sovvenzionerà la ricerca scientifica di base su ciò che causa l’invecchiamento, proprio come altri hanno fatto, ma prevede anche di fare un ulteriore passo avanti sostenendo gli studi sui farmaci, comprese “le sperimentazioni su brevetti scaduti o prodotti mai commercializzati”.

Khan afferma che il fondo è autorizzato a spendere fino a 1 miliardo di dollari all’anno a tempo indeterminato e sarà in grado di assumere partecipazioni finanziarie in aziende biotecnologiche. In confronto, la divisione del National Institute on Aging degli Stati Uniti che sostiene la ricerca di base sulla biologia dell’invecchiamento spende circa 325 milioni di dollari all’anno.

Hevolution non ha annunciato quali progetti sosterrà, ma le persone che hanno familiarità con il gruppo affermano che è stata presa in considerazione l’idea di dare un finanziamento di 100 milioni di dollari a X Prize per l’istituzione di un premio per la ricerca sulla tecnologia antinvecchiamento e che è stato raggiunto un accordo preliminare per condurre test sulla metformina, un farmaco per il diabete, in diverse migliaia di anziani.

Il test, noto come “TAME” (per “Targeting Aging with Metformin”), è stato pubblicizzato come il più importante mai condotto su un farmaco per posticipare l’invecchiamento negli esseri umani, ma lo studio è languito per anni senza che nessuno fosse disposto a finanziarlo.

Lo scorso aprile, Nir Barzilai, un ricercatore della Albert Einstein School of Medicine di New York che ha ideato TAME, ha dichiarato a Londra che Hevolution aveva accettato di sostenere la ricerca per un terzo del suo costo. Tale accordo, se fosse finalizzato, sarebbe un avallo di quella che viene chiamata “ipotesi della geroscienza”: l’idea ancora non provata che alcuni farmaci, alterando i processi di invecchiamento di base all’interno delle cellule, potrebbero ritardare l’insorgenza di molte malattie, tra cui cancro e Alzheimer.

Il termine “geroscienza” è stato reso popolare da Felipe Sierra, l’ex direttore della divisione di biologia dell’invecchiamento del National Institutes of Health degli Stati Uniti, che è stato recentemente assunto come responsabile scientifico di Hevolution. Raggiunto via e-mail, Sierra ha rifiutato di commentare, ma in precedenza parlando di geroscienza ha osservato che “l’invecchiamento è di gran lunga, e sottolineo di gran lunga, il principale fattore di rischio per tutte le malattie croniche”.

Un rapido invecchiamento

Il governo saudita potrebbe essere parzialmente motivato dalla convinzione che le malattie dell’invecchiamento rappresentino una minaccia specifica per il futuro del paese. Ci sono prove che le persone che vivono negli stati del Golfo “stanno invecchiando biologicamente più velocemente di quanto giustifichi la componente cronologica”, secondo le ricerche condotte da Hevolution e visionate da “MIT Technology Review”.

Fondamentalmente, il paese è afflitto da malattie della ricchezza causate da diete ricche e poco esercizio fisico. Anche se l’Arabia Saudita ha una popolazione relativamente giovane, con un’età media di circa 31 anni, sta registrando tassi crescenti di obesità e diabete. In uno studio del 2019 apparso sul “Saudi Medical Journal”, i funzionari sauditi della sanità pubblica hanno affermato che la prosperità del paese aveva portato “alla necessità urgente di stabilire programmi di prevenzione e controllo”.

Dalla fine del 2018, in virtù di un regio decreto, il presidente di Hevolution è il principe ereditario saudita e sovrano de facto Mohammed bin Salman. Secondo i materiali promozionali di Hevolution, nel consiglio ci sono anche Evgeny Lebedev, un uomo d’affari russo-britannico, il miliardario americano Ron Burkle e Andrew Liveris, l’ex CEO di Dow Chemical.

La tempistica del provvedimento regale induce a pensare che il progetto serva a rilanciare la reputazione di bin Salman, che era caduta in picchiata nell’ottobre 2018 a causa dell’assassinio di Jamal Khashoggi, un giornalista del “Washington Post” da parte di una squadra di sicari che, secondo gli Stati Uniti, aveva agito su ordine del principeLe azioni dell’autocrate saudita significano che le organizzazioni di ricerca statunitensi dovranno valutare se prendere o meno i soldi di Hevolution, che probabilmente verranno offerti tramite un’organizzazione no-profit statunitense che il team di Khan sta istituendo.

Peter Diamandis, presidente della X Prize Foundation, che organizza concorsi tecnologici di alto profilo, ha confermato in un messaggio di aver preso in considerazione di finanziare un premio da 100 milioni di dollari per le ricerche sull’antinvecchiamento, che dovrebbe includere studi scientifici sugli animali. Ma la trattativa con i sauditi non è andata avanti e sembra che si stiano cercando altre fonti di finanziamento.

Un gruppo che ha accettato il denaro saudita è l’American Federation for Aging Research, un’organizzazione no-profit che rappresenta i ricercatori di geroscienza, tra cui Barzilai, che da diversi anni sta cercando di raccogliere 55 milioni di dollari per portare a termine la sperimentazione TAME. “Il consiglio direttivo ha scoperto che molte istituzioni negli Stati Uniti prendono soldi dai sauditi e ha deciso che potremmo farlo anche noi”, afferma Stephanie Lederman, che è il direttore esecutivo della federazione.

Un farmaco per il diabete

Otto anni fa, Barzilai ha attirato l’attenzione per i suoi tentativi per persuadere la Food & Drug Administration statunitense a consentire una ricerca unica nel suo genere. Poiché l’invecchiamento stesso non è facilmente misurabile, né considerato una malattia dalle autorità di regolamentazione, l’obiettivo dello studio TAME è invece quello di vedere se l’assunzione di metformina può ritardare l’insorgenza di una serie di malattie legate all’età.

I ricercatori affermano che sperano di coinvolgere 3.500 persone sopra i 65 anni in 16 centri statunitensi e quindi, dopo cinque o sei anni, determinare se hanno meno malattie cardiache, demenza e cancro rispetto a chi non ha assunto il farmaco. La metformina è un vecchio farmaco, ma ha attirato l’interesse perché un ampio studio di cartelle cliniche britanniche ha mostrato che i diabetici che la assumevano vivevano più a lungo del previsto, anche più a lungo delle persone sane.

Altri farmaci citati come possibili composti antietà generici includono la rapamicina, un immunosoppressore che ha dimostrato di prolungare la durata della vita dei topi di laboratorio e che è stato testato anche sui cani da compagniaFinora, tuttavia, nessun farmaco ha dimostrato di ritardare l’invecchiamento negli esseri umani e alcuni primi esperimenti non sono andati bene. Nel 2019, i test sull’uomo di una versione della rapamicina sono falliti dopo che il farmaco non è riuscito a rafforzare la resistenza degli anziani alle infezioni respiratorie.

Nessuno sa se la metformina funzionerà. Uno studio a lungo termine sui diabetici, pubblicato quest’anno, ha rilevato che il farmaco non ha prodotto alcuna protezione contro i problemi cardiaci. Ma anche se la metformina non ritarda l’invecchiamento, il processo potrebbe aprire la strada ad altri farmaci geroscientifici da sperimentare negli studi sull’uomo. In attesa dei soldi sauditi, Lederman dice: “Mi sbalordisce che queste ricerche siano state così difficili da finanziare”.

Photo by Abdulrhman Alkhnaifer on Unsplash

(rp)

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