Un futuro low-carbon per l’aeronautica

Il contributo Eni alla decarbonizzazione del trasporto aereo grazie all’impiego di tecnologie proprietarie e accordi strategici

Eni Biojet è il primo SAF (Sustainable Aviation Fuel) di natura totalmente biogenica prodotto nella raffineria Eni di Livorno, miscelato al 20% nel carburante Jet Fuel Eni, e realizzato in sinergia con la bioraffineria Eni di Gela, esclusivamente da materie prime di scarto, grassi animali e oli vegetali esausti. L’Eni Biojet è stato testato nei laboratori di ricerca, e costituisce la prima, esclusiva produzione di SAF della raffineria Eni di Livorno.

Che cosa sono i carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF)

I Sustainable Aviation Fuel, ai quali ci si riferisce sinteticamente con l’acronimo SAF, sono carburanti sostenibili alternativi per l’aviazione e sono attualmente l’unica soluzione immediatamente disponibile per contribuire in maniera significativa alla decarbonizzazione del trasporto aereo. Le materie prime utili alla produzione di SAF possono essere materiali di scarto di varia provenienza, come oli da cucina usati (UCO), ma anche grassi animali, oli da colture in terreni marginali, rifiuti urbani e residui agroalimentari o agroforestali.

I SAF sono una soluzione cosiddetta drop-in, ovvero sono carburanti utilizzabili in miscela per il rifornimento degli aerei in quanto presentano caratteristiche chimiche e fisiche pressoché identiche a quelle dei tradizionali carburanti per l’aviazione. Questo permette loro di poter essere impiegati utilizzando le stesse infrastrutture di rifornimento e senza la necessità di adeguare gli aerei o i loro motori.

Gli standard internazionali di produzione prevedono che i SAF siano miscelati ai carburanti tradizionali fino al 50% senza sostanziali modifiche alle turbine degli aerei.

Come espresso da IATA, l’International Air Transport Association che raccoglie attualmente 290 compagnie aeree provenienti da 120 Paesi, ovvero 83% del traffico aereo mondiale, la sostenibilità dei SAF non deve essere legata solo alla riduzione delle emissioni di carbonio durante il loro ciclo di vita.

Secondo le linee guida dettate dall’associazione, infatti, la produzione di SAF deve ridurre l’utilizzo d’acqua, limitare l’impiego di pesticidi e fertilizzanti, non utilizzare terreni destinati alle filiere alimentari e dei mangimi animali ed evitare il ricorso ad attività di deforestazione.

In questo orizzonte di azione, la sostenibilità dei biocarburanti può essere perseguita in modo coerente rispetto agli obiettivi ambientali, sociali ed economici, poiché la loro produzione si avvale di materie prime rinnovabili e contribuisce a evitare l’esaurimento delle risorse naturali.

“La produzione di SAF è un risultato molto importante nel nostro percorso di decarbonizzazione, che prevede tecnologie innovative già disponibili e iniziative industriali concrete, e rispecchia pienamente il nostro approccio pragmatico alla transizione energetica,” Claudio Descalzi (AD di Eni)

Il contesto globale

L’aviazione contribuisce per oltre il 2% delle emissioni globali di gas serra. Si tratta di un settore cosiddetto hard-to-abate, che attualmente dispone di un numero limitato di strumenti e soluzioni in grado di ridurre significativamente le emissioni di CO2 nel breve e medio periodo.

Le due leve di azione su cui è possibile puntare sono: da un lato, l’incremento di efficienza nei motori e nell’aerodinamica, dall’altro, i carburanti sostenibili. Come mostra il piano strategico di IATA, sottoscritto dalle compagnie aeree che ne fanno parte, l’intero settore dell’industria aeronautica è impegnato già da qualche anno in uno sforzo collettivo per raggiungere importanti obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2.

Nel percorso verso la decarbonizzazione l’impiego di SAF è considerato uno degli elementi chiave e richiede l’impegno congiunto di numerosi soggetti di varia natura, anche a livello legislativo. Il primo test di volo di un aereo alimentato con biocarburante risale al 2008, mentre i primi voli commerciali con utilizzo di SAF sono del 2011. 

Seguendo le linee guida di IATA, “l’uso di carburante sostenibile per l’aviazione ha dimostrato di comportare riduzioni significative delle emissioni di CO2 complessive rispetto ai combustibili fossili, in alcuni casi fino all’80%, su tutto il ciclo di vita”.

La sfida tecnica

Dall’ottobre 2021 Eni è impegnata nella produzione di carburanti sostenibili per l’aviazione, che rappresentano nel breve-medio termine un modo per contribuire significativamente alla decarbonizzazione del trasporto aereo. 

I SAF – Sustainable Aviation Fuels prodotti da Eni provengono esclusivamente da scarti e residui, in linea con la normativa inerente alle limitazioni di utilizzo dell’olio di palma dal 2023.

I feedstock utilizzati da Eni sono grassi animali di scarto e oli vegetali esausti. Secondo la Renewable Energy Directive II, la componente bio contenuta nel carburante miscelato finale consente una riduzione delle emissioni di gas serra, in tutto il ciclo di vita, fino al 90% rispetto all’equivalente fossile.

Eni sta già commercializzando il JET A1+Eni Saf (ossia il carburante contenente componente bio realizzato mediante tecnologia di co-processing) prodotto dalla raffineria di Taranto. Il SAF è ottenuto tramite il processo di co-feeding, co-alimentando gli impianti convenzionali con quote di UCO (Used Cooking Oil). 

Già a partire dal 2022 è stato previsto un piano di produzione presso la raffineria di Livorno distillando le bio-componenti prodotte nella bioraffineria di Gela grazie alla tecnologia proprietaria Ecofining. Questo prodotto, denominato “Eni Biojet” contiene il 100% di componente biogenica e potrà essere utilizzato in miscela con il jet convenzionale fino al 50%.  

La crescita continuerà dal 2024 con l’avvio della produzione di “Eni Biojet” a Gela dove è già in fase di realizzazione un progetto che consentirà l’immissione sul mercato di ulteriori 150 mila tonnellate/anno prodotte a partire da materie prime rinnovabili, in grado di soddisfare il potenziale obbligo del mercato italiano per il 2025.

Integrazione industriale

Per sostenere il prorpio impegno verso una maggiore sostenibilità del trasporto aereo e creare nuove sinergie industriali, nel settembre 2021 Eni ha sottoscritto un accordo strategico con Aeroporti di Roma. L’accordo prevede lo sviluppo di progetti di decarbonizzazione e digitalizzazione per favorire la transizione a “smart hub” degli aeroporti gestiti da AdR, primo polo aeroportuale italiano e migliore scalo in Europa negli ultimi tre anni.

In particolare, l’intesa comprende l’introduzione nei prossimi mesi di combustibili sostenibili per l’aviazione (SAF) e per la movimentazione a terra (HVO, olio vegetale idrogenato) per ridurre le emissioni di CO2, insieme a un programma congiunto di sviluppo di servizi di mobilità sostenibile e di distribuzione ai clienti finali, oltre a progetti di integrazione energetica, in coerenza con i modelli più avanzati di transizione e digitalizzazione.

Nella stessa ottica nel febbraio 2022 Eni ha siglato un accordo strategico anche con SEA, società di gestione degli aeroporti di Milano Malpensa e Milano Linate, per accelerare il processo di transizione ecologica dei due aeroporti.

L’intesa estende la collaborazione avviata nel dicembre 2021 per il rifornimento ai voli privati di jet fuel con componente da materie prime rinnovabili all’utilizzo anche per i voli commerciali, nonché per una possibile fornitura di biocarburante HVO (di cui Eni è il secondo produttore in Europa) in purezza per la movimentazione dei mezzi a terra e un programma di sviluppo congiunto di servizi di smart mobility.

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