progetto 5GC.A.P.10100

L’esperienza museale corre veloce grazie alle tecnologie emergenti

Il Progetto “Discovering Ayrton”, finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy nell’ambito del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, valorizza l’esperienza museale tramite la tecnologia 5G, con un focus sul racconto immersivo di Ayrton Senna al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino e oltre.

Sfruttando, fra gli altri, realtà aumentata, realtà virtuale, intelligenza artificiale e NFT, la narrazione museale si trasforma in un’esperienza coinvolgente che trascende i confini fisici, collegando Torino, Imola e San Paolo del Brasile. 

Marco Pironti, professore ordinario di Gestione dell’innovazione e dell’imprenditorialità presso l’Università di Torino – Dipartimento di Informatica e coordinatore del progetto “Discovering Ayrton: il 5G per vivere il Circuito, l’Auto e il Pilota” (il nome ufficiale del progetto è 5G4C.A.P.10100), ci racconta nel dettaglio il progetto e l’impatto delle tecnologie emergenti nel settore museale.

Marco Pironti, coordinatore del progetto 5G4C.A.P.10100, è Professore ordinario di Economia e gestione dell’innovazione presso l’Università degli Studi di Torino, Presidente dell’Innovation Center ICxT dell’Università di Torino, Direttore del master in Management of Emerging Technologies for Industry 4.0 (MET 4.0), membro del collegio docenti del Dottorato in Innovation for Circular Economy e dell’editorial board del Journal of Knowledge Management.

Come le nuove tecnologie immersive come la realtà virtuale (VR), la realtà aumentata (AR) e il Metaverso stanno trasformando la fruizione e l’offerta museale ed esperienziale? 

Il patrimonio culturale, in particolare quello gestito dai musei, è spesso un’enorme risorsa non pienamente valorizzata. I tempi e le modalità di fruizione stanno evolvendo molto velocemente e in modo differente in funzione dei diversi target di utenti, che richiedono esperienze maggiormente customizzate e sempre più immersive. Le nuove tecnologie consentono in maniera ormai più agevole e accessibile di vivere una realtà in cui il virtuale, l’immersivo e l’aumentato definiscono molteplici forme e prospettive di un’esperienza unica. Il rischio da evitare è che l’esperienza “virtuale” sostituisca quella “fisica”, che se non gestita efficacemente finisce con l’impoverire e in alcuni casi limitare il valore culturale percepito. La vera sfida è invece, partendo dal “fisico” – sempre più necessario, centrale e differenziale –, provare ad “allungare” nel tempo e “allargare” nello spazio il customer journey: far sì che il “viaggio” del visitatore inizi prima e continui anche dopo la sua presenza fisica presso il museo, ma soprattutto che possa vivere luoghi, ambientazioni ed esperienze anche molto lontane annullando le distanze reali ed arricchendo l’esperienza complessiva. 

Quali sono stati i principali passi e le sfide nell’implementazione delle tecnologie immersive nel progetto 5G4C.A.P.10100, e come è stata garantita l’integrazione efficace con il 5G? 

Il punto di partenza non deve essere mai la tecnologia, bensì l’utente nelle sue esigenze, aspettative e capacità evolutive. Volevamo che il visitatore vivesse un’esperienza unica con un fulcro principale a Torino, ma trasportato in maniera immersiva dal Brasile ad Imola. Ma volevamo anche che questa fosse la più naturale, quasi “normale”, esperienza in tempo reale. La tecnologia – in questo caso tecnologie di comunicazione come il 5G – diventa lo strumento per realizzare una serie di sperimentazioni di realtà immersiva 360°, virtuale, aumentata e mista. Le nuove tecnologie di connessione come fil rouge abilitante delle altre tecnologie emergenti in grado di arricchire l’esperienza cambiando prospettive e modalità di interazione con l’utente. 

Il valore aggiunto di questo progetto, ancor prima dell’integrazione tra le diverse tecnologie utilizzate, è relativo alla “integrazione” collaborativa tra le oltre 50 persone appartenenti ad oltre dieci partner, nodi di un ecosistema sinergico, multidisciplinare, territorialmente trasversale e con modelli di business e proposizioni di valore tecnologico complementari. 

Il progetto 5G4C.A.P.10100 mira a far conoscere in modo innovativo i circuiti automobilistici, le auto storiche e il leggendario pilota Ayrton Senna. Come si sviluppa l’esperienza dell’utente all’interno di questo percorso interattivo e tecnologico? 

Il ricordo dei 30 anni dal fatale incidente che coinvolse Senna ha rappresentato un’imperdibile occasione per celebrare il suo mito con il progetto 5G4C.A.P.10100, ripensandola in maniera tecnologica (5G) e innovativa. Abbiamo fatto vivere la sua storia attraverso i Circuiti (C.) che hanno visto esprimere il suo talento, le Automobili (A.) che con la sua guida sono diventate “storia”, ma anche il suo essere Pilota (P.) con emozioni, paure e sentimenti. Per far questo siamo andati in Brasile, dove Ayrton è nato e ha mosso i suoi primi passi, la terra della festa del carnevale ma anche delle sue grandi contraddizioni e contrasti. Tutto ricostruito e integrato in un viaggio immersivo e innovativo utilizzando visori di nuova generazione per la realtà virtuale e aumentata, oltre ai comuni smartphone, computer portatili e altri device che ormai fanno parte delle nostre quotidiane abitudini lavorative e non. Ancora una volta, la tecnologia abilita una nuova esperienza di viaggio coinvolgente ed immersiva, che nel nostro caso ha inteso sperimentare un ampliamento delle esperienze museali nel tempo e nello spazio, dando la possibilità di vivere nella città della Mole (10100), la possibilità di guidare un kart sulle piste brasiliane dove Senna iniziò la sua carriera, oppure essere “presenti” sul circuito di Imola alle ore 14:17 del 1° maggio (30 anni fa e in tempo reale oggi) insieme a migliaia di tifosi che lo hanno ricordato, ovvero guardare negli occhi le tante persone che lo hanno conosciuto e vissuto, piloti, imprenditori, giornalisti ed ascoltare la loro storie, i loro ricordi su Ayrton. Partendo da questo racconto, portiamo il visitatore a conoscere e vivere (e non aver paura) le tante tecnologie utilizzate nel progetto, Realtà virtuale (VR), Realtà aumentate (AR), Realtà immersive a 360°, Intelligenza artificiale, NFT, Blockchain e Metaverso, accompagnati da avatar, moderni “Virgilio” accompagnano le persone che rischiano di perdere la “diritta via” verso un futuro da scoprire che ci attende con le sue complessità. 

Foto scattata durante l’evento di inaugurazione del progetto 5GC.A.P.10100 il 1 maggio al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino (MAUTO).

L’implementazione del progetto è stata resa possibile grazie alla connettività 5G. Quali potenzialità vede per la futura generazione di connessioni, come il 6G, e in che modo potrebbe ulteriormente migliorare progetti di valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale italiano? 

L’evoluzione esponenziale delle tecnologie di connessione mostra un divario sempre più crescente tra le nuove soluzioni tech-driven e la capacità delle persone di comprensione e di adozione consapevole delle nuove opportunità generate.  

Una delle fondamentali chiavi di lettura è considerare queste tecnologie non singolarmente e autonomamente, ma come parti di un portafoglio composito di opzioni e soluzioni, un sistema coerente, consonante e ottimizzato delle tecnologie più corrette rispetto all’uso che può cambiare dinamicamente in funzione del tempo e dello spazio, delle modalità di fruizione, delle capacità e necessità dell’utente.  

Una delle lesson learned del 5G, e che auspicabilmente deve supportare uno sviluppo più coerente e di valore del 6G, è il necessario approccio “olonico”: non è una sfida di poche aziende o del singolo Paese, ma il risultato di un processo evolutivo in cui ogni attore – imprese, agenzie regolatorie nazionali e sovrannazionali, consumatori, stakeholder – diventa un nodo di una rete unica che necessità di regole condivise e progetti di scala globale con meccanismi di ingaggio chiari e non sperequativi. 

Foto scattata durante l’evento di inaugurazione del progetto 5GC.A.P.10100 il 1 maggio al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino (MAUTO).

Il tutto senza dimenticare aspetti di sostenibilità ambientale in senso lato, che prenda in considerazione componenti economiche, sociali, culturali e naturali di lungo periodo. Perché solo il raggiungimento di questi obiettivi rappresenta il vero cambiamento di paradigma di valorizzazione del magmatico patrimonio culturale del nostro Paese.

La diffusione e la scalabilità di tecnologie avanzate nei musei possono essere ostacolate dalla carenza di competenze digitali. Come affronta il progetto 5G4C.A.P.10100 questo problema e più in generale come affronta il tema della scalabilità e replicabilità delle esperienze immersive? 

La crescita del gap tra evoluzione delle tecnologie e la capacità di adozione limitata dalle necessarie competenze richieste, in particolare quelle digitali, rappresenta oggi il principale rischio.  

Il primo passo di un percorso virtuoso è legato alla percezione dell’utente. La creazione di strumenti che attraverso una facile usabilità possano “nascondere” la complessità tecnologica sottostante, devono aiutare a migliorare la percezione dell’utente senza spaventarlo. Il progetto 5G4C.A.P.10100 ha previsto tra i diversi risultati anche questo: un kit di scalabilità rivolto ai decisori e gestori del patrimonio culturale, una moderna cassetta degli attrezzi phigital, per adottare quel portafoglio di opportunità tecnologiche volte alla valorizzazione corretta, consapevole e sostenibile dei propri spazi culturali e museali. 

Non solo ricostruire virtualmente o immersivamente musei che già esistono nella realtà fisica, ma ad esempio progettare ambienti difficilmente realizzabili perché somma di “parti” localizzate in luoghi diversi, anche molto distanti, che non esistono più o non sono più fruibili o semplicemente appartenenti a soggetti diversi e difficilmente integrabili.

Copertina: immagine coordinata del progetto 5GC.A.P.10100.

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