Per tagliare le emissioni servono tecnologie non ancora in commercio

Un nuovo rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia indica che è necessario accelerare gli investimenti in batterie migliori, idrogeno pulito, biocarburanti e rimozione del carbonio.

di James Temple

Se il mondo spera di eliminare le emissioni di anidride carbonica entro la metà del secolo, quasi la metà dei tagli dovrà provenire da tecnologie che al momento sono solo nelle fasi iniziali di sviluppo. Il rapporto appena pubblicato dall’International Energy Agency richiede investimenti aggressivi nella ricerca, nello sviluppo e nell’ampliamento delle tecnologie energetiche pulite.

La road map dell’IEA per eliminare le emissioni legate all’energia entro il 2050 e offrire una possibilità per limitare l’aumento delle temperature globali a 1,5 °C prevede ruoli centrali per tecnologie che finora sono state solo ipotizzate o sono troppo costose. Tra queste: batterie ad alta carica energetica, idrogeno pulito come combustibile o materia prima per processi industriali, biocarburanti liquidi per l’aviazione e apparecchiature che catturano a basso costo le emissioni di anidride carbonica dalle fabbriche e dalle centrali elettriche alimentate a gas o carbone.

Il rapporto sottolinea anche la necessità di investimenti significativi in strumenti per estrarre l’anidride carbonica dall’aria, tra cui macchine per la cattura diretta dell’aria, che esistono ma sono molto costose oggi, e la cosiddetta bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio (o BECCS), vale a dire l’idea che possiamo usare materiali vegetali per il carburante e catturare le emissioni che producono durante la combustione.

Le scoperte dell’IEA alimentano un dibattito in corso sulla necessità che il mondo debba concentrarsi sulla creazione di nuove tecnologie per combattere i cambiamenti climatici o sull’implementazione aggressiva di quelle che abbiamo.

John Kerry, l’attuale inviato speciale del presidente Biden per il clima, ha innescato un acceso dibattito online su questo problema con una recente dichiarazione alla BBC: “Ho saputo dagli scienziati che il 50 per cento delle riduzioni necessarie per arrivare all’impatto zero proverrà da tecnologie che ancora non esistono”. Da parte sua, l’IAE le ha descritte come tecnologie che sono “attualmente in fase di dimostrazione o prototipali” o “non ancora disponibili in commercio”.

Ma il rapporto chiarisce che il mondo non ha scelta tra innovazione o implementazione. Delinea una sequenza temporale che mostra quanto velocemente dobbiamo anche sviluppare le tecnologie che abbiamo già per raggiungere gli obiettivi di metà secolo. Entro il 2030, il mondo deve aggiungere più di 1.000 gigawatt di capacità di energia eolica e solare all’anno, che è appena al di sotto della portata del sistema elettrico complessivo negli Stati Uniti di oggi. 

I veicoli elettrici per passeggeri devono raggiungere il 60 per cento delle nuove vendite entro il 2030, mentre la metà degli autocarri pesanti acquistati dovranno essere veicoli elettrici entro il 2035. Ed entro il 2045, metà del fabbisogno termico globale dovrà essere soddisfatta con pompe di calore, che possono funzionare con elettricità pulita. In breve, i progressi dovranno essere rapidi e tutti in una volta.

(rp)

foto:Orjan Ellingvag / Alamy Stock Photo

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