L’impegno degli USA sul clima

Gli Stati Uniti dichiareranno oggi al vertice dei 40 leader mondiali la loro volontà di dimezzare antro il 2030 le proprie emissioni di carbonio rispetto ai livelli del 2005.

di Charlotte Jee

La dichiarazione d’intenti supera di gran lunga la promessa dell’era Obama nel 2014 di ottenere emissioni del 26-28 per cento al di sotto dei livelli del 2005 entro il 2025. La speranza è che questo impegno incoraggerà l’India, la Cina e altri paesi emettitori di anidride carbonica a sottoscrivere obiettivi simili prima della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, che si terrà a Glasgow, nel Regno Unito, a novembre. “Gli Stati Uniti si stanno muovendo perchè i costi del ritardo sono troppo alti e la nostra nazione non vuole più attendere”, ha detto la Casa Bianca in un comunicato

Il mondo si è già riscaldato di 1,2 °C dai tempi preindustriali e si sta avvicinando sempre più alla soglia di 1,5 °C che l’accordo di Parigi del 2016 intendeva evitare. Gli scienziati del clima avvertono da anni che una quantità significativa di danni climatici è già stata provocata dalle emissioni degli anni passati, ma c’è ancora una breve finestra per evitare il catastrofico riscaldamento globale. 

Per ora, non esiste una road map specifica per raggiungere questo nuovo obiettivo, ma la Casa Bianca dovrebbe rilasciare raccomandazioni settore per settore entro la fine dell’anno. Per affrontare il problema, gli Stati Uniti dovranno rivedere radicalmente la loro economia e tagliare drasticamente l’uso di petrolio, gas e carbone. 

In particolare, il presidente Biden dovrà far passare una serie di politiche ambiziose per spendere 2,3 trilioni di dollari per limitare le emissioni in settori altamente inquinanti, come quello automobilistico e le centrali elettriche, e accelerare l’innovazione nell’energia pulita e nella tecnologia di contrasto del cambiamento climatico. 

Nat Keohane, capo dell’Environmental Defense Fund, influente ONG statunitense, ha twittato che il nuovo obiettivo statunitense “soddisfa l’urgenza di interventi che la crisi climatica richiede. E’ in linea con la ricerca scientifica, alimenta le politiche globali di contenimento e accelera il passaggio a un’economia più forte e pulita”. 

“Dopo anni di inazione federale degli Stati Uniti nello svolgere il proprio ruolo nella crisi climatica, oggi l’amministrazione Biden sta fornendo a tutti significative ragioni di speranza”, afferma Rachel Cleetus, direttrice delle politiche e responsabile economica del Climate and Energy Program at the Union of Concerned Scientists.

Tuttavia, alcuni gruppi ambientalisti affermano che l’obiettivo non è ancora abbastanza ambizioso. Evan Weber, cofondatore del Sunrise Movement, ha dichiarato: “Se gli Stati Uniti non ottengono molto, molto di più entro la fine di questo decennio, sarà una condanna a morte per la nostra generazione e per i miliardi di persone in prima linea di fronte alla crisi climatica”.

All’inizio di questa settimana, il Regno Unito si è impegnato a ridurre le emissioni del 78 per cento rispetto ai livelli del 1990 entro il 2035. L’UE ha a sua volta promesso di ridurre le sue emissioni attuali del 55 per cento entro il 2030, mentre il Giappone ha annunciato oggi che taglierà le sue emissioni del 46 per cento rispetto ai livelli del 2013 entro il 2030.

(rp)

Foto: Il presidente Joe Biden nello Studio Ovale della Casa Bianca.AP

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