L’innalzamento dei livelli dei mari potrebbe colpire più persone del previsto

Alcuni ricercatori del Climate Center, a Princeton, hanno calcolato che il numero di persone residenti lungo le coste è cresciuto di centinaia di milioni in più rispetto a quanto si è ritenuto possibile in passato.

di James Temple

Per la fine del secolo, con lo scioglimento delle calotte polari, gli oceani avranno allagato territori in cui vivono attualmente decine di milioni di persone. Una stima precisa delle popolazioni a rischio dipende da misurazioni precise della topografia del pianeta, per capire quanto le comunità siano prossime al livello del mare. 

Secondo un nuovo studio, che cerca di correggere chiari errori presenti nei precedenti modelli topografici, i calcoli fatti in passato potrebbero aver sottostimato di centinaia di milioni il numero di persone messe a rischio dall’innalzamento dei mari. I numeri sono triplicati o addirittura quadruplicati rispetto a quanto previstoprima, a seconda della posizione geografica. 

In uno scenario simile, si può prevedere un drastico aumento del numero delle vittime e dei danni provocati dall’innalzamento dei livelli marini, nonchè dei costi delle soluzioni necessarie ad adattarsi, e un’intensificazione delle migrazioni di massa.

Gran parte delle stime sono state finora basate su una mappa tridimensionale del pianeta realizzata grazie ad un sistema di radar lanciato nel 2000 con lo Space Shuttle Endeavour della NASA. Questa mappa, però, non misura l’altezza sul livello del mare del terreno nudo, ma delle superfici in genere, prendendo quindi in considerazione anche fattori come le cime di grattacieli o degli alberi, distorcendo le stime soprattutto in aree densamente popolate o piantumate. 

In uno studio pubblicato su “Nature Communications“, alcuni ricercatori di Climate Central hanno utilizzato dati lidar più affidabili e utilizzato una forma di IA per ridurre il “pregiudizio verticale” nel modello della NASA. Secondo la nuova analisi, circa 110 milioni di persone risiedono su territori già oggi al di sotto dell’altezza media giornaliera dell’alta marea media giornaliera, una differenza non da poco rispetto ai circa 28 milioni di persone previsti dai modelli precedenti. 

Entro il 2100, questa cifra potrebbe raggiungere i 190 milioni di persone, sempre che il mondo riesca a ridurre le emissioni di gas serra. Se si prendono in considerazione stime delle emissioni e dell’innalzamento dei livelli del mare meno ottimisti, il numero di persone che potrebbero vedere le proprie case allagate arriva a raggiungere i 340 milioni, contro i 94 milioni calcolati dal modello precedente. E i numeri aumentano di altre decine di milioni quando includono le popolazioni che risiedono in territori al di sotto dei livelli alluvionali annuali e dell’alta marea.

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