Giro di vite sullo spyware

L’Europa si prepara ad adottare regole più severe su tecnologie come spyware e riconoscimento facciale per promuovere maggiore trasparenza sul mercato europeo ed eventualmente nel resto del mondo.

di Patrick Howell O’Neill

L’Unione Europea ha raggiunto unaccordo sull’adozione di regole più severe per la vendita e l’esportazione di tecnologie di sorveglianza informatica come il riconoscimento facciale e lo spyware. I nuovi regolamenti annunciati da Bruxelles sono il risultato di anni di trattative. Il piano deve ancora essere ratificato dal parlamento europeo, ma non dovrebbe incontrare opposizioni.

Il nuovo piano prevede il rilascio di una licenza governativa alle aziende interessate a vendere tecnologia con applicazioni militari. Chiede inoltre una valutazione più approfondita di tali vendite al fine di valutare possibili rischi sul fronte dei diritti umani e prevede che i governi di condividano pubblicamente i dettagli relativi alle licenze concesse. La vendita e l’acquisizione di questo genere di tecnologia multimiliardaria è solitamente caratterizzate da grande segretezza e pochi controlli da parte di enti pubblici.

“Questa è una vittoria per i diritti umani a livello globale ed un importante esempio da seguire per altre democrazie”, ha dichiarato Markéta Gregorová, membro del Parlamento europeo tra i principali negoziatori delle nuove regole. “I regimi autoritari del mondo non saranno più in grado di mettere le mani sulla sorveglianza informatica europea in segreto”.

Da tempo vari gruppi per i diritti umani esortano l’Europa ad abbracciare una riforma delle normative sulla tecnologia di sorveglianza. Strumenti di sorveglianza di fabbricazione europea sono stati utilizzati dai regimi autoritari durante la primavera araba del 2011 e continuano ad essere venduti a dittature e democrazie in tutto il mondo. Denunce giornalistiche o pressioni politiche non hanno fatto alcuna differenza.

La caratteristica principale del nuovo regolamento è la maggiore trasparenza. I governi dovranno rendere pubblici acquirente, prodotti, loro valore e motivazioni di una licenza per il commercio di tecnologie finalizzate alla sorveglianza informatica, oppure divulgare la decisione di non condividere tali dettagli. 

L’obiettivo è rendere più facile mettere sotto pressione i governi che vendono tali strumenti di sorveglianza a regimi dittatoriali. Il nuovo regolamento si accompagna a linee guida, non vincolanti, su come “considerare il rischio che i loro prodotti possano essere utilizzati per azioni di repressione interna o gravi violazioni dei diritti umani internazionali e del diritto internazionale umanitario”. 

Quanta differenza potrà fare il nuovo regolamento? La sua efficacia dipenderà dai singoli governi nazionali europei, che saranno responsabili della sua attuazione. La Germania, attualmente al controllo della presidenza del Consiglio Europeo, ha fatto pressioni perchè il nuovo regolamento venisse approvato prima della scadenza del proprio mandato a dicembre. Il paese ha dato prova di come potrebbero essere applicate le nuove regole quando, in ottobre, le autorità tedesche hanno fatto irruzione negli uffici del produttore di spyware FinFisher per presunta vendita di strumenti di sorveglianza a regimi oppressivi.

Il nuovo regolamento menziona alcuni specifici esempi di strumenti di sorveglianza, ma è scritto con l’obiettivo di dimostrarsi più flessibile ed espansivo sia del precedente regolamento europeo sia dell’Accordo di Wassenaar, uno dei più importanti accordi globali sul controllo delle esportazioni di armi e tecnologie a duplice uso. Il riconoscimento facciale, ad esempio, non è espressamente menzionato, secondo uno dei negoziatore, è chiaramente compreso dal nuovo regolamento.

L’Europa vanta alcune delle più famose società per la tecnologiche di sorveglianza, come la Gamma Group del Regno Unito e l’Hacking Team in Italia, ora chiamato Memento Labs. Altri protagonisti del mercato hanno sede in Israele e negli Stati Uniti. Il nuovo regolamento è ovviamente valido solo per gli stato membri dell’UE, ma i suoi autori si dichiarano pronti a creare una coalizione globale di democrazie disposte a controllare più da vicino l’esportazione di tecnologie di sorveglianza.

È chiaro persino ai protagonisti dello stesso settore dello spyware che la riforma ha senso. Il nuovo regolamento è solo un primo passo.

Immagine: “Smoking Gun” di Claudio Rousselon è concesso in licenza con CC BY 4.0

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