Arriva il riconoscimento facciale per tutti gli smartphone

Gran parte dei consumatori non sarà disposta a sborsare denaro per un iPhone X. Questo non significa che non potremo utilizzare il nostro volto per effettuare il login.

di Rachel Metz

A differenza delle password, il vostro volto è unico – una caratteristica semplice che, però, potrebbe presto farne un prezioso strumento di autenticazione per qualunque operazione, dagli investimenti in borsa ai videogiochi, man mano che i sistemi di riconoscimento biometrici diventano sempre più comuni e potenti all’interno dei nostri smartphone.

Eppure, mentre società come Apple ritengono che il modo migliore per farlo sia attraverso sensori in grado di eseguire una mappatura 3-D del vostro volto – una tecnologia che, per il momento, limita l’accessibilità di tali sistemi agli smartphone più esclusivi – una piccola startup di Las Vegas sta cercando di sviluppare un approccio software al riconoscimento facciale 3-D che sia compatibile con qualunque tipologia di smartphone.

La tecnologia Zoom della FaceTec adotta una tattica differente rispetto a quella di Apple con le sue fotocamere a infrarossi; il sistema monitora la distorsione che si verifica quando una persona avvicina il volto alla fotocamera del cellulare, quindi la confronta con le sue iterazioni ogni volta che qualcuno avvicina il volto per ultimare il processo di riconoscimento e validazione.

Sono anni che si cercano alternative alle tradizionali password, e tecnologie biometriche come il riconoscimento dell’impronta digitale, dell’iride o del volto stanno trovando sempre più spazio all’interno dei nostri smartphone – talvolta senza riscuotere un particolare successo. Ciononostante, il riconoscimento facciale in particolare sta diventando più popolare, e l’inclusione di una funzione analoga nel suo iPhone X potrebbe aiutare società come FaceTec a prendere piede nel mercato (vedi “10 Breakthrough Technologies 2017: Paying with Your Face”).

FaceTec è al lavoro sul suo sistema di autenticazione facciale da quasi quattro anni, racconta il CEO Kevin Allan Tussy, e spera che società quali banche e servizi di pagamento lo aggiungano alle loro app (è gratuito per le piccole imprese, scuole e organizzazioni no profit). Alcune banche stanno attualmente conducendo dei test pilota sulla sua tecnologia, e la società ha persino messo a disposizione degli sviluppatori i suoi strumenti software.

Un’app dimostrativa Zoom Login per Android e iOS – pensata per accompagnare l’utente nei soli passaggi di registrazione e accesso – offre un assaggio di questa tecnologia. Per registrarsi occorre scattare diversi selfie mantenendo il telefono a due distanze differenti (prima a oltre 30 cm di distanza, quindi a una distanza più ravvicinata). Per effettuare l’accesso è necessario ripetere questi due passaggi. L’app sembra funzionare persino al buio: in una stanza completamente oscurata, la luce dello schermo è bastata per illuminare il mio volto quanto bastava per permettere al sistema di riconoscermi e sbloccare l’app.

Tussy spiega che il sistema raccoglie una manciata di fotogrammi per esaminare le variazioni in alcune caratteristiche del viso man mano che si avvicina alla fotocamera. Il software analizza le immagini direttamente sul cellulare, e può essere utilizzato anche sugli smartphone meno potenti. Marios Savvides, direttore del CyLab Biometrics Center presso la Carnegie Mellon University, dice che il metodo sviluppato dalla FaceTec ha senso e dovrebbe aiutare a sventare alcuni attacchi di spoofing per accedere ai dati personali. Non è certo, però, che questa stessa tecnologia sia in grado di distinguere una persona con una maschera 3-D (una ipotesi per la quale Apple sta addestrando il suo Face ID).

Tussy sostiene che l’IA della società sia in grado di determinare se si trova di fronte a una maschera o un manichino. La precisione del sistema Zoom varia a seconda della configurazione. Il tasso di validazione varia da 1 su 50.000 (pari a quello descritto da Apple per il suo sensore Touch ID) a uno su un milione (anche in questo caso, lo stesso tasso di probabilità che qualcuno riesca a violare un sistema Face ID di Apple).

Eppure Rich Mogull, analista e CEO della società di sicurezza informatica Securosis, sostiene che, basandosi esclusivamente su un software, “il sistema necessiterebbe di ulteriori protezioni hardware per raggiungere livelli di sicurezza equivalenti alla tecnologia di Apple. FaceTec può certamente far funzionare la sua tecnologia, aggiunge, e sarebbe comunque più sicura di un semplice sistema di riconoscimento facciale a bidimensionale. “Sarei sorpreso se fosse sicuro e pratico quanto i metodi alternativi che stanno cominciando a circolare oggi”, aggiunge.

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