Center for Nano Science and Technology di IIT@PoliMi

I nuovi laboratori si inseriscono nel network di centri di ricerca integrata e multidisciplinare, voluto da IIT per sviluppare un sistema di relazioni con alcuni dei principali enti di ricerca italiani.

di MIT Technology Review Italia

L’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e il Politecnico di Milano – università scientifico-tecnologica che conta oltre 1.400 tra professori e ricercatori impegnati in attività di ricerca avanzate a livello nazionale e internazionale – hanno inaugurato, il 16 giugno scorso, il Center for Nano Science and Technology of IIT@PoliMi, nella sede di Via Pascoli 70/3 a Milano. I nuovi laboratori si inseriscono nel network di centri di ricerca integrata e multidisciplinare, voluto da IIT quale strumento chiave per sviluppare un proficuo sistema di relazioni con alcuni dei principali enti di ricerca italiani, nell’ambito del Piano scientifico 2009-2011.

In particolare, il Center for Nano Science and Technology of IIT@PoliMi sarà punto di riferimento dell’IIT per quanto riguarda due delle sette piattaforme del Piano scientifico: Energia e Materiali Intelligenti.

Il CNST contribuisce alla piattaforma “Energia” concentrandosi sullo studio dei fenomeni fotofisici e sulla realizzazione di dispositivi proof-of-concept, con lo scopo di produrre innovazioni nell’ambito delle celle solari polimeriche e ibride organiche-inorganiche. All’interno della piattaforma “Materiali Intelligenti” sviluppa nuovi materiali funzionali per foto rivelatori bio-mimetici, per il trasporto elettrico e per altri sistemi bio-ispirati.

Il centro è in grado di sviluppare l’intera filiera di ricerca dalla progettazione alla sintesi, alla caratterizzazione e alla modellizzazione teorica e all’uso dei nuovi materiali. In questa ricerca vengono sfruttati i concetti di nano scienza e nanotecnologia per realizzare architetture molecolari o meso scopiche con funzionalità specifiche e controllabili. In particolare una delle strade perseguite è quella dello sfruttamento dei meccanismi di auto-riconoscimento tipici dei sistemi biologici.

Tra gli obiettivi più ambiziosi e stimolanti del Centro figura la realizzazione di una retina artificiale. Si tratta di un progetto altamente multi-disciplinare, sviluppato insieme al dipartimento di Neuroscience and Brain Technology della sede centrale di IIT a Genova, che intende utilizzare polimeri organici fotovoltaici come fotorecettori retinici e studiare i meccanismi di comunicazione tra il sistema artificiale e le cellule neuronali.

«La costituzione di un Centro IIT presso il Politecnico di Milano si inserisce nella strategia di sviluppo di partnership strategiche con università e centri di ricerca, che l’Ateneo ha adottato a livello nazionale e internazionale. Solo attraverso la creazione di una rete dei centri di innovazione italiani più competitivi in ambito internazionale sarà possibile per il Paese mantenere e rafforzare il proprio ruolo nel mondo. La cooperazione tra IIT e Politecnico di Milano vuole essere un passo in questa direzione», ha dichiarato Giovanni Azzone, Rettore del Politecnico di Milano.

Vittorio Grilli, Presidente della Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia, ha precisato che «l’IIT@PoliMI vuole contribuire al rafforzamento della capacità competitiva del sistema tecnologico nazionale e la collaborazione con il Politecnico sarà un volano per lo sviluppo scientifico e il raggiungimento di nuovi e importanti traguardi tecnologici nel campo dell’energia e dei materiali intelligenti».

«L’Italia ha uno straordinario bisogno di sfruttare l’innovazione tecnologica per rilanciarsi e accelerare nello sviluppo. Ha anche straordinari talenti scientifici per dare una risposta positiva a questa sfida. L’importante è aggregare i migliori, facendo rete nella ricerca e lavorando sull’innovazione col mondo produttivo. L’IIT è nato per questo. Il CNST, frutto della partnership tra IIT e Politecnico di Milano, è un ulteriore passo avanti e avrà un ruolo di tutto rilievo, per esempio, nello sviluppo di quelle fonti energetiche alternative che ormai non sono più un’opzione ma un obiettivo strategico per il nostro Paese», ha ribadito Gabriele Galateri, Presidente del Consiglio della Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia.

Secondo Roberto Cingolani, Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia, «con questa inaugurazione l’IIT aggiunge un altro tassello fondamentale nello sviluppo del suo network e nella costruzione di una struttura multidisciplinare che ha permesso all’Istituto di conseguire ottimi risultati e di accrescerne la visibilità e la reputazione scientifica a livello nazionale e internazionale. Un modello d’eccellenza sempre più riconosciuto, che ci aiuterà a riportare nel nostro Paese altri scienziati italiani “fuggiti” all’estero e allo stesso tempo consentirà di attrarre diversi ricercatori stranieri. A oggi queste due componenti sono già molto significative e rappresentano complessivamente il 48 per cento sul totale dei circa 600 scienziati presenti all’IIT a dicembre 2010».

«Con grande soddisfazione inauguriamo ufficialmente il nuovo centro di ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia presso il Politecnico di Milano. La multidisciplinarietà dell’IIT e l’esperienza di alto livello del Politecnico, troveranno nel CNST un’occasione concreta di unire ricerca fondamentale e applicata, conducendo ricerche ambiziose nel settore dei materiali intelligenti e dell’energia», ha concluso Guglielmo Lanzani, Coordinatore, CNST of IIT@Polimi.

Il nuovo Centro, che a regime avrà uno staff di 53 ricercatori, occupa un edificio di circa 1.000 metri quadrati. Scopo dell’attività di ricerca del CNST è quello di fare innovazione tecnologica partendo dalla ricerca di base. In particolare i campi di applicazione specifici sono la conversione fotovoltaica, i sistemi bio-mimetici e l’elettronica di plastica.

Il Centro trova un suo fondamentale punto di forza nell’integrazione delle competenze e nello scambio culturale tipico di una comunità scientifica ben amalgamata. I laboratori del CNST sono attrezzati per lo studio e la caratterizzazione di nuovi materiali e dispositivi, disponendo anche della tecnologia necessaria a validare l’innovazione proposta. La produzione del Centro è costituita da pubblicazioni scientifiche, brevetti, prove di concetto e prototipi.

Per ulteriori informazioni, il sito internet del Centro è: http://cnst.iit.it/.

A Liberato Manna la Journal of Materials Chemistry Lectureship 2011

Liberato Manna, Direttore del Dipartimento di Nanochimica dell’Istituto Italiano di Tecnologia, è stato premiato dal Board editoriale del “Journal of Materials Chemistry” (rivista scientifica edita dalla inglese Royal Society of Chemistry) con la “Journal of Materials Chemistry Lectureship 2011”, per essersi distinto nel campo della chimica dei materiali. Il premio indetto dalla prestigiosa rivista internazionale, giunto alla sua seconda edizione, costituisce un riconoscimento mondiale conferito ogni anno a giovani scienziati che hanno completato il dottorato di ricerca da meno di dieci anni e che hanno condotto importanti ricerche nel campo della chimica dei materiali.

Secondo lo statuto del premio, Manna scriverà un articolo scientifico per il “Journal of Materials Chemistry” e presentarà le tematiche di ricerca del suo dipartimento in tre conferenze internazionali.

Ringraziando quanti hanno reso possibile il riconoscimento, dottorandi, tecnici, ricercatori e personale amministrativo dell’Istituto Italiano di Tecnologia, Manna ha dichiarato che «il conferimento di questo riconoscimento è un incentivo per proseguire al meglio l’impegno nella ricerca del mio dipartimento».

Liberato Manna si è laureato in chimica nel 1996 presso l’Università di Bari, dove nel 2001 ha conseguito il dottorato di ricerca. Ha svolto parte del suo dottorato all’Università di Berkeley, dove ha proseguito la sua ricerca come post doc. Nel 2003 è diventato ricercatore presso il Laboratorio Nazionale di Nanotecnologie di Lecce. Dal 2009 è Direttore del Dipartimento di Nanochimica dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e dal 2010 è anche professore presso il Politecnico di Delft, in Olanda. Dirige, inoltre, un progetto di ricerca ERC (European Research Council) ed è coinvolto in numerosi altri progetti finanziati dalla Comunità Europea.

Nel febbraio 2010 è stato nominato tra i 100 migliori chimici al mondo degli ultimi dieci anni dalla Thomson Reuters, grazie al numero e alla qualità degli articoli scientifici pubblicati. La sua ricerca si focalizza sulla sintesi, la caratterizzazione strutturale e l’assemblaggio di nanostrutture inorganiche, che possono trovare applicazioni nei settori dell’energia, della fotonica e della biologia.

Di IIT il referente italiano per la fisica nella nuova rivista “Scientific Reports”

Alberto Diaspro è stato nominato membro dell’Editorial Board della nuova rivista “Scientific Reports”, edita da Nature Publishing Group (NPG), uno dei più importanti editori al mondo nell’ambito dell’informazione medico-scientifica. Diaspro avrà la responsabilità delle pubblicazioni per le tematiche legate alla fisica. A differenza delle altre riviste del Gruppo Nature, “Scientific Reports” non avrà un comitato editoriale interno, ma sarà composto da oltre 300 esponenti della scienza in tutto il mondo.

Diaspro, che ha realizzato nel 1998 la prima architettura italiana per microscopia con eccitazione a due fotoni e nel 2009 il primo nanoscopio ottico italiano presso l’IIT, è uno dei 10 italiani con la responsabilità di gestire il processo di peer review e di offrire consulenza sulle proposte editoriali. Da lui dipenderanno le valutazioni sulle opportunità di pubblicazione dei lavori proposti a “Scientific Reports”. «Sono molto grato a Nature Publishing Group per avermi affidato questo compito, che spero possa dare lustro a tutti i ricercatori italiani», ha affermato Alberto Diaspro.

Oltre che con “Scientific Reports”, le cui pubblicazioni sono partite nel giugno 2011, il responsabile del Dipartimento di Nanofisica dell’IIT può vantare altre prestigiose collaborazioni tra cui quelle con “Journal of Biophotonics” (USA), “Journal of Biomedical Optics” (USA), “Cell Biochemistry and Biophysics” (USA), “Journal of Microscopy” (UK), “Microscopy Research and Technique” (USA), “Biomedical Engineering Online” e “International Journal of Biological Sciences Online”.

Diaspro è responsabile del Dipartimento di Nanofisica dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) ed è Professore di Fisica applicata presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Genova, Facoltà di Scienze MFN. è coordinatore del Dottorato in Nanoscienze della Scuola di dottorato in tecnologie umanoidi e della vita che l’IIT realizza in collaborazione con l’Università di Genova, e membro della Scuola SEMM di Dottorato in Medical Nanotechnology. è Presidente dell’Associazione delle Società Europea di Biofisica (EBSA) e consulente esperto del Ministero dell’Università. Infine, dirige un gruppo di ricerca IFOM ed è associato all’Istituto di Biofisica del CNR.

Le frontiere avanzate della risonanza magnetica

La risonanza magnetica è l’esame più temuto dalle persone che soffrono di claustrofobia, dai pazienti sovrappeso e dai bambini. Per superare queste difficoltà, nonché per avere la possibilità di eseguire esami di tipo funzionale sulle reazioni del cervello a un movimento, alcuni ricercatori di IIT stanno sviluppando un importante progetto. Gli attuali scanner hanno una forma “chiusa” e stretta, all’interno della quale i pazienti devono sostare in posizione supina per tempi medio-lunghi, con il rischio dell’insorgenza di reazioni claustrofobiche. Uno studio diretto da Franco Bertora, Senior Researcher presso il Brain Imaging Lab del Dipartimento di Robotics, Brain and Cognitive Sciences, dell’IIT, mira a realizzare uno scanner per la risonanza magnetica a struttura aperta e ad alto campo, cioè capace di produrre campi magnetici intensi che permettono di superare le difficoltà di analisi delle attuali macchine a struttura aperta. Queste ultime, infatti, producono campi troppo deboli per effettuare alcuni esami approfonditi e molto specifici.

Il nuovo scanner comporterà la progettazione di nuovi magneti in grado di produrre campi intensi (2 T), costituiti da bobine dalla forma rettangolare e piatta, che si sovrappongono l’una sull’altra fino a costruire una struttura a tre lati, con al centro una cavità prismatica. Le bobine sono costituite da materiale superconduttore, il niobio-titanio.

L’obiettivo è quello di studiare le funzionalità del cervello di adulti e di bambini, mentre manipolano oggetti in posizione seduta, fornendo un prezioso supporto allo studio dello sviluppo cognitivo nei bambini, che è uno dei temi di ricerca principali del dipartimento RBCS (Robotics Brain and Cognitives Science). Nella pratica clinica, invece, lo scanner potrebbe trovare importanti applicazioni negli interventi di neurochirurgia e nello studio delle funzionalità del cervello.

Allo studio, che è stato presentato su “Journal of Applied Physics”, aprile 2011, e ripreso da “Virtual Journal of Applications of Superconductivity”, aprile 2011, collaborano Pasquale Fabbricatore, dirigente tecnologo presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Genova, Andrea Viale, post doc presso il Dipartimento di Robotics, Brain and Cognitive Sciences dell’IIT, e Alice Borceto, dottoranda presso il Dipartimento di Robotics, Brain and Cognitive Sciences, dell’IIT.

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