Come il dolore viene elaborato e tradotto in apprendimento

Neuroscienziati hanno scoperto che l’area del cervello chiamata corteccia insulare elabora le esperienze dolorose e apprende da esse.

di MIT Technology Review italia

Science pubblica i risultati di una ricerca condotta presso l’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne sullo “threat learning”, ovvero la capacità di imparare dall’esperienza del dolore acuto, come può essere entrare in contatto con il fuoco sbattere contro un oggetto acuminato. Lo studio è stato condotto sotto la guida di Ralf Schneggenburger della EPFL.

Secondo quanto noto finora, la capacità di apprendere da esperienze dolorose coinvolge un’area del cervello chiamata amigdala. La nuova ricerca rivela, però, che è la corteccia insulare a farsi carico di inviare segnali di allarme che permettono di evitare il ripetersi dell’esperienza. Posizionata nel solco laterale del cervello, la corteccia insulare era nota per il suo ruolo nella percezione del proprio corpo. I neuroni di quest’area del cervello presentano una connessione diretta con i neuroni dell’amigdala, ma il collegamento non era mai stato studiato da vicino.

I ricercatori hanno condotto lo studio su topi. I neuroni della corteccia insulare di questi topi sono stati geneticamente programmati perchè gli scienziati potessero interromperne ogni attività elettrica con la semplice trasmissione di impulsi di luce laser durante le fasi di apprendimento della paura. Secondo i ricercatori, disattivare le attività della corteccia insulare rendeva i topi impavidi e riduceva sostanzialmente la loro capacità di imparare dall’esperienza.

La corteccia insulare si dimostra quindi non solo responsabile della nostra percezione del corpo, ma anche dell’invio di segnali d’allarme ad altre zone del cervello che possono creare la memoria dell’esperienza negativa. Lo studio supporta la possibilità che esista un collegamento tra attività irregolari nella corteccia insulare e determinate malattie psichiatriche come ansia e PTSD.

In tal senso, gli studiosi promuovo l’approfondimento dei meccanismi neuronali che codificano il dolore nel nostro cervello, nonché dei meccanismi coinvolti con la plasticità cerebrale di tali processi.

(lo)

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