Come rendere il proprio lavoro a prova di robot

Collaborare con i robot non sarà certo facile. Nel frattempo è possibile salvaguardare il proprio lavoro per il futuro prossimo.

di Rachel Metz

Nonostante i video inquietanti di robot capaci di superare ostacoli e aprire porte, le macchine non sono ancora pronte ad assumere il controllo. Ciononostante, l’automazione sta diventando un fenomeno sempre più esteso e capace di una moltitudine di operazioni, e le carriere del futuro dipenderanno pesantemente dagli input trasmessi dalle macchine. In occasione della conferenza EmTech Next, organizzata da MIT Technology Review e tenutasi a Cambridge poche settimane fa, tre esperti di intelligenza artificiale, robotica e educazione hanno affrontato il tema dell’interazione uomo-macchina nel lavoro del futuro.

Le macchine da lavoro sono in grado di determinare il modo migliore per assistere le infermiere negli ospedali o selezionare prodotti specifici all’interno di un magazzino; con il diffondersi di questa tecnologia nei luoghi di lavoro, però, dovremo sviluppare soluzioni migliore per consentire ai lavoratori umani di interagire con queste macchine.

Julie Shah, responsabile del gruppo Interactive Robotics Group al MIT, ha definito “alquanto limitato” l’uso che facciamo oggi delle macchine, precisando che, per quanto Amazon utilizzi robot all’interno dei suoi magazzini, questi operino in spazi separati, mentre i robot che lavorano al fianco degli esseri umani nelle catene di montaggio non collaborerebbero apertamente con essi.

Come sottolineato dalla Shah, lavoriamo bene all’interno di team composti da esseri umani – su un campo da calcio, in una sala operatoria etc. – ma anche questa collaborazione richiede un po’ di pratica. Per acquisire una simile capacità di coordinamento, una persona (o un robot, in questo caso) deve poter dialogare con qualcun altro sui suoi pensieri, anticipare le sue prossime mosse e prendere decisioni rapide nel caso in cui qualcosa non dovesse andare secondo i piani.

Shah è impegnata allo sviluppo di questa capacità fondamentale per i robot; ha mostrato un esempio di quanto sta sviluppando nel suo laboratorio, dove i ricercatori hanno trascorso anni collaborando con un ospedale di Boston per comprendere i processi secondo cui le infermiere prendono decisioni sul piano dedicato alle pazienti in travaglio.
I ricercatori hanno utilizzato i dati per aiutare i robot a comprendere questo ambiente di lavoro e i suoi ritmi. I robot hanno così imparato a leggere le cartelle cliniche dei pazienti e presentare consigli mirati in base alle condizioni di ciascuna paziente.

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Per quanto questo approccio possa sembrare utile almeno in teoria – oltre che nel video mostrato dalla Shah, dove una infermiera chiede a un robot quale decisione prendere e ottiene una risposta immediata – le difficoltà a collaborare con i robot restano ancora tante, proprio perché non siamo abituati a collaborare con le macchine. “I robot, fondamentalmente, sono una specie aliena per noi”, ha detto la Shah. Ammesso che si riescano a trovare i modelli mentali adeguati, una collaborazione fra uomini e macchine porterebbe diversi benefici.

Melonee Wise, CEO di Fetch Robotics nonché una delle Innovator Under 35 di MIT Technology Review USA nel 2015, ritiene che uno degli aspetti fondamentali per il futuro del lavoro sarà determinare le mansioni per le quali i robot non saranno adatti. Secondo lei alcune operazioni altamente coreografiche – come avvitare assieme due parti – non sarebbero pratiche per i robot. L’addestramento dei robot attraverso esempi dimostrativi è una pratica sempre più diffusa fra i ricercatori del campo, ma la Wise sostiene che non sempre sia una opzione possibile.

Avete paura che il vostro lavoro possa finire nel mirino delle macchine in un futuro non troppo lontano? Ecco alcuni suggerimenti per cercare di evitare questo destino – e imparare a coesistere con i vostri futuri colleghi robotizzati.

Non smettete mai di imparare:Joseph Aoun, presidente della Northeastern University e autore di Robot Proof: Higher Education in the Age of Artificial Intelligence, crede che, con i cambiamenti apportati dall’intelligenza artificiale negli ambienti di lavoro, l’apprendimento di nuove nozioni e competenze con il passare del tempo sarà “essenziale” per gli esseri umani. Aoun è un sostenitore di forme di apprendimento esperienziale quali stage a lungo termine pensati per favorire ricerca e lavori creativi.

Concentratevi sulle vostre qualità: Aoun insiste sul fatto che le persone siano abili nell’essere creative e imprenditoriali, nel lavorare in gruppi e nel comprendere problemi sotto punti di vista differenti.

Imparate a lavorare assieme: La ricerca di Shah a scoperto che le persone hanno difficoltà a lavorare con i robot – persino quando questi lavorano bene. Le persone tendono infatti a privare il robot di funzioni e accollarsi troppe operazioni. Questa tendenza può compromettere l’efficienza complessiva, con effetti negativi sia per le macchine che per i lavoratori umani.

Immagine: Joseph Aoun, Julie Shah, Melonee Wise. Fonte: Justin Saglio

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