Come scrivere un CV che piace all’AI

Per arrivare preparati a un colloquio di lavoro ci sono alcune importanti regole da seguire nella compilazione di un curriculum vitae che verrà proposto a un sistema di intelligenza artificiale.

di Sheridan Wall e Hilke Schellmann

Attraverso piattaforme di job matching e giochi e interviste basati sull’intelligenza artificiale, le aziende si affidano sempre di più all’intelligenza artificiale per semplificare il processo di assunzione. Ma alcune persone in cerca di lavoro si sentono frustrate e incomprese da queste tecnologie.

Malika Devaux è una studentessa dell’HOPE Program, un’organizzazione no-profit con sede a Brooklyn che offre formazione professionale. Devaux è alla ricerca di un lavoro e le abbiamo chiesto di completare una prova di un test della personalità di 90 secondi, che valuta i candidati sui tratti della personalità dei Big Five.

I suoi risultati hanno indicato che è pragmatica e spensierata, ma Devaux non è d’accordo con la lettura dell’AI e ha trovato il test confuso. “Mi avrebbe fatto perdere la possibilità di avere questo lavoro”, commenta. Come si può, allora, far funzionare gli algoritmi a proprio favore quando ci si candida per un lavoro?

“E’ importante concentrarsi sul renderlo il più semplice e diretto possibile”, afferma Ian Siegel, cofondatore e CEO di ZipRecruiter. “La saggezza convenzionale non porterà a nulla nella ricerca di un lavoro”, afferma Siegel. Nella maggior parte dei casi, quando i candidati fanno domanda per un posto di lavoro, i loro curricula verranno prima elaborati da un sistema automatizzato di tracciamento dei candidati (ATS), afferma Siegel. Per aumentare le possibilità di arrivare a un colloquio, si dovrebbe inviare un curriculum che l’AI prenderà in considerazione in modo accurato.

Il consiglio è di usare frasi brevi e descrittive, continua Siegel. “Elenca chiaramente le capacità. Se possibile, includi dettagli su dove si sono sviluppate e potenziate perché il software sta cercando di capire chi sei e decidere se sarai messo di fronte a un essere umano”, spiega. “E non scoraggiarti dall’avanzare richieste per lavori che richiedono più esperienza di quella che hai, purché soddisfi alcuni dei requisiti.

Crea più versioni del tuo curriculum. Una volta ottimizzato il curriculum per un’AI, prepara un’altra versione per la revisione umana, afferma Gracy Sarkissian, direttore esecutivo ad interim del Career Center della New York University. “Alcuni studenti mi dicono: ‘Ho fatto quello che mi avete detto di fare. Mi sono assicurato che il mio curriculum fosse pieno di parole chiave. E ora suona come un documento di marketing scadente’”, spiega Sarkissian, che consiglia loro di scriverne un altro, con un design e un formato personalizzati, da inviare via e-mail o da consegnare ai responsabili delle assunzioni durante un colloquio.

Si dovrebbe anche modificare il curriculum rispetto al lavoro a cui ci si candida, dice Sarkissian. “Ogni annuncio di lavoro contiene parole chiave che l’ATS di un potenziale datore di lavoro probabilmente utilizzerà per dare priorità ai candidati. Scegline alcune che siano appropriate per la tua esperienza e spargile nel tuo curriculum”, conclude.

Metti alla prova il tuo curriculum con un’intelligenza artificiale. Carica il tuo curriculum e la descrizione del lavoro per cui ti stai candidando su un controllore automatico del curriculum come Jobscan. Il sistema valuterà la corrispondenza con la descrizione del lavoro, per aiutarti a ottimizzarlo per l’ATS di ciascun potenziale datore di lavoro. La creazione di un account su Jobscan è gratuita e il livello base di iscrizione offre due bilanci del tasso di corrispondenza al mese.

VMock fornisce anche software alle università e ad altre istituzioni che emettono feedback sui curricula degli utenti evidenziando date incoerenti e semplificando le descrizioni dei ruoli precedenti che non sono così rilevanti per quello per cui si stanno candidando. L’algoritmo di VMock aiuta gli utenti a identificare anche le competenze trasferibili. Il programma dirà: “Ecco qualcos’altro che hai fatto, da collegare alle competenze trasversali che i reclutatori stanno cercando”, afferma Kiran Pande, cofondatore e responsabile dei prodotti di VMock. “Se hai capacità di comunicazione anche non necessariamente orientato al marketing, riportale”.

La pratica rende perfetti. Perché non usare l’intelligenza artificiale per aiutarti a prepararti per il tuo colloquio con un’intelligenza artificiale? Diverse aziende, tra cui VMock, offrono strumenti per aiutare le persone in cerca di lavoro a prepararsi per i colloqui virtuali. Interview Stream ti farà domande tramite webcam e ti consentirà di registrare e rivedere le tue risposte. La piattaforma offre una prova gratuita di 30 giorni ai singoli utenti ed è disponibile anche tramite alcune istituzioni. Big Interview utilizza l’intelligenza artificiale per istruire gli utenti sulle risposte alle interviste. Offre tre pacchetti singoli, al prezzo di 79 per un mese, 149 per tre mesi e 249 dollari per sei mesi.

Il programma HOPE utilizza una piattaforma chiamata Talk Hiring, che include interviste fittizie di 10 minuti composte da cinque domande ciascuna. Talk Hiring valuta gli intervistati cercando di capire se le loro risposte contenevano un problema, un’azione e un risultato, nonché il ritmo e il volume della loro voce. La piattaforma offre account di prova gratuiti per singoli utenti e partner con organizzazioni per 18 dollari per utente all’anno.

Diversi servizi di interviste AI, come Hire Vue, Retorio e Yobs, ti consentono anche di testare le loro piattaforme prima del colloquio programmato. Alcuni ti permetteranno persino di visualizzare il profilo della personalità che creano in base alle tue prestazioni. “Quando sosteniamo un colloquio di lavoro con l’intelligenza artificiale, ci si sente come di fronte a un estraneo, giusto? Sembra un estraneo senza volto. È uno schermo vuoto”, dice Sarkissian. Provare su queste piattaforme ti consente di acquisire maggiore familiarità con il processo.

E più informazioni puoi trovare sui processi di assunzione dei potenziali datori di lavoro e sugli strumenti di valutazione su cui si basano, meglio è. Le persone in cerca di lavoro possono anche trovare video generati dagli utenti su YouTube e altrove su come comportarsi con i sistemi basati sull’intelligenza artificiale, sebbene la qualità e l’accuratezza di questi consigli possano variare.

Alcuni ricercatori di intelligenza artificiale e sostenitori dei diritti dei disabili chiedono un maggiore controllo degli strumenti di assunzione dell’AI, ma l’influenza della tecnologia sulle assunzioni probabilmente aumenterà negli anni a venire. Man mano che impariamo di più su come questi strumenti sono costruiti e utilizzati, le persone in cerca di lavoro dovranno trovare nuovi modi per avere successo nell’era degli algoritmi.

Immagine di: Ms Tech / Pexels

(rp)

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