Con l’accordo sul nucleare, L’India guarda all’Iran per il gas naturale

Tecnologia e geopoliltica stanno guidando ambiziosi progetti nelle profondità marine per fornire energia pulita a parti del mondo che ne hanno disperatamente bisogno.

di Richard Martin

I rapidi progressi nelle tecnologie sottomarine, uniti a importanti cambiamenti geopolitici, stanno aprendo la strada a nuove fonti di combustibile per una India assetata di energia. Con il raggiungimento dell’accordo (vedi “Accordo sul nucleare iraniano: tra politica e fisica”) fra l’Iran e sei potenze principali per la limitazione della capacità nucleare iraniana, almeno un importante progetto potrebbe prendere forma e portare alla costruzione di un gasdotto sottomarino che, passando per il Mar Arabico, collegherebbe l’Iran alla costa occidentale dell’India.

Conosciuto come il gasdotto SAGE, (South Asia Gas Enterprises Ltd., ovvero la società indiana a capo del progetto) o la Middle East to India Deepwater Pipeline (MEIDP), questo impianto diventerebbe una delle condutture sottomarine per gas o petrolio più lunghe e profonde mai realizzate, con una lunghezza di 1.400 chilometri ad una profondità superiore ai 4 chilometri. Con un costo previsto di $4.5 miliardi, il nuovo gasdotto trasporterebbe ogni giorno in India 1.1 miliardi di piedi cubi standard, raddoppiando le importazioni di gas e permettendo al paese di usufruire della tanto richiesta energia.

L’India, che oggi ricava il 70 percento della propria elettricità dal carbone, è alla disperata ricerca di fonti di energia più pulite. Il percorso sottomarino bypasserebbe il passaggio attraverso il Pakistan, suo vicino e nemico storico. Si è parlato per anni di collegare Iran e India passando per il Pakistan, ma il progetto non ha mai preso forma.

L’accordo sul nucleare fra Iran e i cosiddetti “P5+1” (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Cina e Russia, più la Germania), “ha decisamente aumentato le probabilità che il MEIDP venga realizzato in fretta per entrare in funzione intorno al 2019”, dice Subodh Kumar Jain, direttore delle operazioni SAGE a Delhi, in una email. Jain precisa che i fondi sono pronti per gli studi di ingegneria e progettazione, oltre che per i dettagliati studi sul fondale marino necessari per determinare il percorso del gasdotto.

Il gasdotto iraniano-indiano si unirebbe a una mezza dozzina di importanti condotte sottomarine che trasporteranno gas dai paesi produttori ai mercati in espansione. Fra questi impianti si annoverano la tratta dal Texas al Messico e la Ichthys Export Pipeline, che dal giacimento di Ichthys, nel Mar di Timor, arriva in Asutralia occidentale. L’era moderna delle condutture per il gas naturale ha avuto inizio con gli oltre 2 chilometri della conduttura Transmed, che trasporta gas naturale dall’Algeria, passa per la Tunisia ed attraversa il Mediterraneo fino a raggiungere la Sicilia. Il progetto ha richiesto la costruzione di una piattaforma specializzata, la Castoro Sei.

La costruzione di condutture sottomarine a profondità elevate è stata possibile solamente a partire dall’ultimo decennio, con lo sviluppo di nuove tecnologie per la mappatura dei fondali marini, giganteschi vascelli per il deposito delle condutture in profondità, e robot sottomarini o veicoli autonomi sottomarini (AUVs, autonomous underwater vehicles. Vedi “L’ispettore dei mari”) con cui gestire i lavori di costruzione, riparazione e manutenzione a grandi profondità. L’era dei progetti a profondità elevata è cominciata con la tratta Langled, che dalla Norvegia arriva alla costa orientale dell’Inghilterra (ultimata nel 2006), e la Nord Stream Pipeline, che è lunga 1.200 chilometri ed attraversa il Mar Baltico per unire Russia e Germania (ultimata nel 2012). Il gas trasportato via gasdotti è solitamente più economico rispetto a quello trasportato via cisterne, per le quali deve essere liquefatto e in seguito riprocessato una volta giunto a destinazione.

Il gasdotto fra Iran e India, però, dovrà superare una serie di sfide tecniche uniche. Per prima cosa, la maggior parte degli impianti sopracitati si estende a distanze relativamente ridotte dalla costa, il che facilita le operazioni di costruzione, riparazione e rifornimento. Il percorso del progetto SAGE percorre centinaia di chilometri in mare aperto – ed attraversa una faglia sottomarina associata alla Owen Fracture Zone, un’area sismica attiva.

Oltretutto, esistono solo una manciata di navi e vascelli sottomarini in grado di compiere una simile impresa ingegneristica – sono probabilmente impegnati altrove, al lavoro su progetti molto più certi. Ciononostante, il primo ministro Narendra Modi ha fatto della diversificazione energetica dell’India una priorità importante. Durante il recente incontro della Shanghai Cooperation Organization, Modi ha incontrato il presidente iraniano Hassan Rouhani per discutere dei vari modi in cui approfondire i rapporti fra i due paesi, incluso un incremento delle importazioni di gas e greggio e un investimento indiano nel porto di Chabahar, nella costa orientale dell’Iran, da cui il gasdotto SAGE entrerebbe in mare.

(MO)

Related Posts
Total
0
Share