Crisi da comunicazioni

Le nuove tecnologie possono contribuire a evitare disastri come quello dell’11 settembre.

Tra le tragedie dell’11 settembre 2001 causate dagli attacchi terroristici a New York City vi sono quelle legate al fallimento quasi completo delle comunicazioni tra i soccorritori. Quando la polizia ha dato l’ordine di evacuare la torre nord in fiamme del World Trade Center, per esempio, i vigili del fuoco non lo hanno fatto e molti di loro erano ancora all’interno della torre al momento del crollo finale. Si tratta solo di una delle tante carenze comunicative che direttamente o indirettamente sono costate vite umane. La incapacità di rintracciare il personale, di ricavare dai servizi televisivi o dagli elicotteri dati per comprendere la reale situazione della torre e persino radio incompatibili che non permettevano di comunicare hanno contribuito nel loro insieme al disastro.

Comunque, un miglioramento delle comunicazioni tra chi lavora nei servizi d’emergenza è sempre più vicino. Le tecnologie di rete wireless sperimentate e utilizzate nelle comunità americane potrebbero risolvere almeno in parte il problema. Le nuove reti forniscono a polizia e vigili del fuoco un sistema per trasmettersi rapidamente e semplicemente dati vitali come video, mappe e foto. Le comunicazioni vocali sembrano richiedere più tempo per aggiornarsi e integrarsi, ma gli esperti guardano con attenzione a un’area emergente chiamata «radio software» che consentirà ai lavoratori dei servizi d’emergenza provenienti da diverse organizzazioni di scambiarsi le informazioni molto più facilmente.

Le reti a maglia ad alta velocità permetteranno ai funzionari di scambiarsi foto segnaletiche, impronte digitali, video dal vivo, dati medici e persino piante di un appartamento mentre accorrono sul luogo dell’emergenza.

I portatili wireless che mostrano l’informazione come record dei driver sono stati una caratteristica diffusa nelle macchine della polizia per almeno un decennio. Ma in genere erano connessi attraverso reti cellulari che trasmettono i dati alla velocità della chiamata telefonica o anche più lentamente; ciò sta a significare che si limitano quasi sempre alle comunicazioni di solo testo. Ma ora, reti di dati più rapide per le auto della polizia, i camion dei pompieri e le ambulanze permetteranno l’accesso a un maggior numero d’informazioni e la loro condivisione. Già da maggio, per esempio, poliziotti, vigili del fuoco e personale d’ambulanze di Garland, in Texas, possono usare i loro portatili per spedire e ricevere foto segnaletiche, impronte digitali, video dal vivo, dati medici e persino piantine di appartamenti alla velocità della DSL (digital subscriber line). Le reti a maglia ad alta velocità permetteranno ai funzionari di scambiarsi foto segnaletiche, impronte digitali, video dal vivo, dati medici e persino piante di un appartamento mentre accorrono sul luogo dell’emergenza.

Il sistema di Garland, prodotto in collaborazione da NexGen City, di Richardson, in Texas, e MeshNetworks, di Maitland, in Florida, usa una tecnologia chiamata rete a maglia, in cui i portatili diventano istantaneamente nodi di una rete alla loro accensione ed entro un determinato raggio d’azione. Ogni portatile indirizza i dati a un altro nelle vicinanze, in modo che l’informazione scorra lungo la rete a salti, scegliendo la via più efficace da un portatile all’altro. Evitando la tipica configurazione hub-and-spoke, basata sulla torre, delle reti cellulari, le interconnessioni a maglia possono funzionare anche nei punti a bassa intensità creati dalle interferenze degli edifici.

Le reti a maglia sono anche capaci di autocorreggersi o, più semplicemente, riconfigurarsi se qualche nodo va perso, spiega Rick Rotondo, vicepresidente del marketing tecnologico di MeshNetworks. Di conseguenza, nessun singolo nodo è indispensabile come una torre centrale lo è invece in una rete cellulare. Le reti a maglia sono anche in grado di indirizzare i dati lungo i colli di bottiglia per garantire trasmissioni più rapide e il loro raggio di copertura può essere facilmente esteso unendo nuovi router ai semafori e ai pali della luce. Il sistema di Garland offre una copertura superiore ai 150 km2.

«Per chi è in strada (i dati ad alta velocità nei veicoli) la differenza è enorme», dice Joe Hanna, consulente a Dallas, in Texas, ed ex presidente dell’Association of Public Safety Communications Officials. Oltre a Garland, MesNetworks sta installando il suo sistema a Medford, in Oregon, e sta portando avanti sperimentazioni e impianti commerciali in altre città americane, europee e asiatiche.

Mentre la condivisione dei dati tra i responsabili dei servizi d’emergenza è relativamente semplice, la condivisione delle comunicazioni vocali è realmente più complessa, poiché le diverse radio sono cablate a livello di hardware per trasmettere e ricevere a frequenze specifiche usando differenti protocolli comunicativi. Una soluzione potrebbe essere la radio software, in cui le radio memorizzano programmi che automaticamente cambiano frequenze e protocolli comunicativi per dialogare con altri apparecchi. Per esempio, la startup Vanu, a Cambridge, in Massachusetts, sta sperimentando un computer Compaq iPAQ tascabile dotato di radio software che i funzionari della polizia o dei pompieri possono usare per comunicare direttamente con diverse radio di sicurezza pubblica su qualsiasi frequenza tra i 100 e i 500 megahertz. Thales Communications, a Clarksburg, in Maryland, sta invece prendendo contatti con enti statali e locali per offrire loro una versione più piccola e leggera di una radio software che ora vende ai militari. «Credo che la radio software sarà la soluzione finale al problema del collegamento interoperativo», afferma John Powell, un consulente per le tecnologie per la sicurezza pubblica del Department of Homeland Security and Justice degli Stati Uniti.

Non sono ancora chiari i tempi di adozione della radio software e della rete a maglie da parte di pompieri e dipartimenti di polizia, che spesso devono lottare per impedire semplicemente che le apparecchiature di cui dispongono diventino obsolete. Oltre alla sfide di ordine tecnologico e finanziario, rimane da superare l’ostacolo delle tradizioni consolidate. Nel passato diversi enti si sono rifiutati di cooperare tra loro per l’acquisto di sistemi radio, anche se qualcosa comincia a cambiare, sostiene Craig Jorgensen, che collabora con l’Association of Public Safety Communications Officials e altri gruppi per dar vita a uno standard radio per chi lavora nei servizi d’emergenza. L’impegno comune degli enti pubblici, conclude Powell, contribuirebbe a commercializzare tecnologie per prevenire tragici fallimenti della comunicazione come quello dell’11 settembre. Ma la soluzione finale dipenderà in ogni caso dalla capacità di ascolto reciproco dei diversi responsabili degli enti direttamente interessati.

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