Disturbi respiratori e incidenti stradali

ACI lancia l’allarme sulla diffusione della sindrome delle apnee nel sonno,che compromette le capacità di attenzione e reazione al volante: ne soffrono 1.600.000 italiani, ma solo il 10 per cento lo sa e si cura.

Oltre 800 automobilisti muoiono ogni anno sulle strade italiane per distrazione, sonnolenza, difficoltà di concentrazione e scarsa reazione agli imprevisti durante la guida. Molte di queste cause sono indotte dalla sindrome delle apnee nel sonno (OSAS), caratterizzata da ricorrenti episodi di ostruzione delle vie respiratorie durante il sonno, che compromettono il riposo notturno a scapito della capacità di attenzione durante la veglia. Ne sono affetti 1.600.000 italiani, ma solo il 10 per cento di questi lo sa e si cura in modo appropriato. Gli automobilisti che soffrono di questa sindrome corrono un rischio fino a 7 volte maggiore di provocare un incidente stradale.

I dati sono stati illustrati alla Camera dei Deputati da Automobile Club d’Italia, in collaborazione con la Federazione Italiana contro le Malattie Polmonari Sociali e la Tubercolosi, nel convegno Disturbi respiratori ed incidenti stradali: le apnee nel sonno. Si stima che in Italia il 4 per cento degli uomini e il 2 per cento delle donne soffrano della sindrome delle apnee nel sonno, ma la percentuale sale fino al 20 per cento tra gli autotrasportatori per il loro stile di vita più sedentario. Oltre a influire negativamente sui livelli di attenzione, la malattia allunga i tempi di reazione: a 130 km/h i conducenti affetti da OSAS percorrono 22 metri in più rispetto agli altri prima di frenare o impostare una manovra correttiva; a 40 km/h la differenza è di 9 metri.

Solo in 10 paesi europei (Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Olanda, Polonia, Regno Unito, Spagna, Svezia e Ungheria) le sintomatologie respiratorie sono citate nella valutazione della idoneità alla guida. In Italia manca ancora una norma che disciplini il rilascio e il rinnovo della patente agli affetti di OSAS, soprattutto per gli autisti professionisti, e non c’è l’obbligo di segnalare tali patologie a un’Autorità competente. La legge non chiarisce nemmeno il corretto comportamento degli operatori sanitari che devono assolvere il dovere di tutela della privacy dei pazienti, ma anche il ruolo di tutela della salute pubblica.

«Le differenze normative anche sulle patologie invalidanti per la guida», ha dichiarato il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Enrico Gelpi, «dimostrano come in Europa si circoli liberamente, ma con regole troppo diverse, che generano pericolo sulla rete stradale e squilibrio nel tessuto sociale. Come più volte ribadito da ACI, un Codice della Strada europeo risolverebbe il problema fornendo lo stesso sistema di riferimento e di comportamento ai conducenti e alle Autorità competenti».

«è assolutamente necessaria una mi-gliore conoscenza di questa patologia spesso sottovalutata», ha affermato il presidente della IX Commissione Trasporti della Camera, on. Mario Valducci, «perché la sicurezza passa attraverso la consapevolezza».

Il convegno è servito a tracciare le seguenti linee guida per la riduzione degli incidenti dovuti a sonnolenza e distrazione per disturbi respiratori:

– studiare una campagna di informazione e prevenzione che favorisca il coinvolgimento spontaneo degli utenti, finalizzata all’accertamento e alla cura delle patologie;

– definire tempi certi e brevi tra la diagnosi e il trattamento, che corrispondano a un periodo di sospensione dalla guida. Per gli autisti professionisti andranno poi attivati gli opportuni ammortizzatori sociali;

– prevedere una componente sanzionatoria solo per chi nasconde la propria patologia già accertata da una struttura sanitaria;

– evitare estemporanee iniziative locali disgiunte da un piano nazionale, che creerebbero discriminazioni sociali e comprometterebbero l’efficacia dell’intero sistema.

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