Dopo 30 anni, di nuovo su Venere

Le missioni DAVINCI+ e VERITAS cercheranno di capire come e perché il secondo pianeta del sistema solare è diventato l’inferno che è oggi.

di Neel V. Patel

L’ultima volta che la NASA ha lanciato una missione dedicata a Venere è stata nel 1989. L’orbiter Magellano ha trascorso quattro anni a studiare il pianeta prima di  schiantarsi sulla sua superficie. Per quasi 30 anni, la NASA si è tenuta distante da Venere.

Tutto questo sta per cambiare. L’amministratore della NASA Bill Nelson ha annunciato che l’agenzia ha selezionato due nuove missioni per esplorare Venere: DAVINCI+ e VERITAS. Nelle parole dello scienziato planetario Paul Byrne della North Carolina State University: “Siamo passati dal disinteresse alla passione”.

Onestamente è un po’ difficile capire perché la NASA non sia più tornata su Venere per così tanto tempo. È vero che è sempre stato un pianeta difficile da esplorare a causa del suo ambiente ostile. La superficie arriva a temperature fino a 471 °C (abbastanza calde da fondere il piombo) e pressioni ambientali 89 volte quelle della Terra. L’atmosfera è composta al 96 per cento di anidride carbonica. E il pianeta è ricoperto da spesse nubi di acido solforico. Quando l’Unione Sovietica ha fatto atterrare la sonda Venera 13 sul pianeta nel 1982, sono stati sufficienti 127 minuti per distruggerla.

Eppure, sappiamo che le condizioni non sono sempre state così dure! È noto che Venere e la Terra hanno iniziato come mondi simili con masse simili, ed entrambi risiedono nella zona abitabile del sole (la regione in cui è possibile che l’acqua liquida esista sulla superficie di un pianeta). Ma solo la Terra è diventata abitabile, mentre Venere si è trasformata in un inferno. Gli scienziati vogliono sapere il perché. Queste nuove missioni, afferma Byrne, “ci aiuteranno fondamentalmente a capire perché il nostro pianeta fratello ha avuto un destino così diverso”.

Solo nell’ultimo anno, un altro enorme sviluppo ha incoraggiato la NASA a prendere più seriamente l’esplorazione di Venere: la prospettiva di trovare qualche forma di vita. Nel settembre 2020, gli scienziati hanno annunciato di aver potenzialmente scoperto il gas fosfina, che è noto per essere prodotto dalla vita biologica, nell’atmosfera di Venere. Questi risultati sono stati sottoposti a un esame approfondito nei mesi successivi e ora non è del tutto chiaro se le letture della fosfina fossero reali.

Ma la scoperta ha alimentato la discussione sul fatto che ci fosse possibilità di trovare vita extraterrestre. Questa nuova prospettiva allettante ha focalizzato l’interesse dell’opinione pubblica sul pianeta (e forse nelle menti dei legislatori che approvano il budget della NASA).

DAVINCI+ è l’abbreviazione di Deep Atmosphere Venus Investigation of Noble Gas, Chemistry e Imaging Plus. È un’astronave che si tufferà nell’atmosfera densa e calda di Venere e si paracaduterà sulla superficie. Durante i suoi 63 minuti di discesa, utilizzerà alcuni spettrometri per studiare la chimica e la composizione dell’atmosfera. Inoltre, riprenderà il paesaggio venusiano per comprenderne meglio la crosta e il terreno (e in caso di successo, sarebbe la prima sonda a fotografare il pianeta durante la discesa).

VERITAS, acronimo di Venus Emissivity, Radio Science, InSAR, Topography e Spectroscopy, è un orbiter progettato per svolgere altre ricerche da una distanza più sicura. Userà il radar e la spettroscopia nel vicino infrarosso per sbirciare sotto le spesse nuvole del pianeta e osservare la geologia e la topografia della sua superficie.

Le due missioni hanno ciascuna un obiettivo di indagine distinto: DAVINCI studia la storia e l’evoluzione dell’atmosfera, del clima e dell’acqua su Venere mentre VERITAS ha lo scopo di aiutare gli scienziati a conoscere le viscere di Venere: la sua storia vulcanica e tettonica, la sua massa e il campo gravitazionale, la sua geochimica e fino a che punto il pianeta è ancora sismicamente attivo.

Il fatto che entrambe le missioni dovrebbero viaggiare su Venere nello stesso periodo, tra il 2028 e il 2030, significa che possono completarsi a vicenda. Stephen Kane, un astronomo dell’Università della California, a Riverside, sottolinea per esempio che l’abitabilità di un pianeta è guidata da una serie di fattori, tra cui la tettonica delle placche e la subduzione, un processo che ricicla il carbonio dall’atmosfera all’interno del pianeta, e la sua chimica atmosferica. 

Mentre VERITAS può fornire osservazioni senza precedenti della superficie e dirci se è in corso il riciclaggio del carbonio, DAVINCI+ sonderà direttamente la chimica atmosferica. Insieme, dice che entrambe le missioni sono “assolutamente perfette” per fornire un quadro chiaro di come questi processi giocano sulla potenziale abitabilità di Venere (o la sua mancanza).

Tuttavia, queste missioni sono solo un preludio a quello che Byrne spera sarà un programma di esplorazione più ampio dedicato allo studio di Venere nello stesso modo in cui avviene per Marte, attraverso più missioni che possono esplorare la sua superficie, l’atmosfera e l’orbita allo stesso tempo. 

“Una missione non è abbastanza, due missioni non sono sufficienti!” sostiene. DAVINCI+ e VERITAS potrebbero aiutare a gettare le basi per un programma pluridecennale. Forse riportare un campione da Venere, come siamo pronti a fare presto con Marte, diventerà un’impresa possibile nell’arco delle nostre vite.

(rp)

Related Posts
Total
0
Share