Ecco cosa succede quando si aggiunge l’olfatto alla realtà virtuale

Alcuni ricercatori vogliono comprendere come la nostra interazione con il cibo possa cambiare nella realtà virtuale.

di Rachel Metz

Qualche giorno fa, un esperimento di realtà virtuale mi ha convinta che avrei mangiato una ciambella quando, in realtà, stavo per mangiare un pezzo di schiuma.

Mi trovavo presso il Virtual Human Interaction Lab dell’Università di Stanford, ed ero intenta a osservare una ciambella con glassa al cioccolato e praline arcobaleno attraverso le lenti di una cuffia per la realtà virtuale; al tatto, e all’olfatto, avrei giurato che si trattasse di una vera ciambella. Fortunatamente ho esitato.

Per Benjamin Li, un ricercatore post dottorato di Stanford che sta ricercando l’influsso della realtà virtuale sulla nostra percezione del cibo e la possibilità di aggiungere olfatto e tatto all’esperienza, la mia reazione è stata positiva.

Per quanto la realtà virtuale sia ancora ai primi giorni, la sua capacità di influenzare la percezione viene studiata da anni; l’idea di abbinare l’olfatto è stata già esplorata da accademici e società. Li, che sta lavorando con Jeremy Bailenson, fondatore e direttore del Virtual Human Interaction Lab, ritiene che la combinazione fra olfatto, tatto e realtà virtuale possa essere utilizzata in maniere differenti – alcune più distopiche delle altre.

Proviamo a immaginare un mondo in cui i salmoni sono estinti; potremmo ricorrere alla realtà virtuale, abbinata all’odore del salmone e alla carne di un altro pesce, per cercare di offrire l’esperienza di mangiare un salmone a chi non lo ha mai potuto provare. Oppure potremmo usare l’olfatto e la realtà virtuale per seguire una dieta migliore senza accusare la mancanza delle nostre pietanza preferite. Potremmo convincerci di mangiare un gustoso cheeseburger mentre, in realtà, stiamo mangiando una leggera insalata.

Quando si tratta di cibo e realtà virtuale, la sola vista non può bastare a convincerci che stiamo mangiando qualcosa di particolare, spiega Li. Per dimostrarlo, Li sta conducendo esperimenti per appurare la reazione alla percezione di una ciambella vista attraverso lenti per la realtà virtuale e percepita attraverso altri sensi.

Una volta rivelata la falsa ciambella, Li offre ne offre sempre una vera. Questa, però, è più di una semplice ricompensa – i ricercatori vogliono capire se le persone che vedono, toccano e sentono l’odore di una ciambella dimostrano un maggiore appetito rispetto a quelli che non possono fare affidamento su tatto e olfatto.

Li non è pronto a trarre conclusioni sui dati finora raccolti. Però, commenta, “quando le persone vedono, annusano e toccano un alimento virtuale, scatta il desiderio di assaggiarlo”. Uno dei prossimi step della sua ricerca potrebbe riguardare la ricreazione del bancone di un negozio.

“Immaginate di trovarvi all’interno di un negozio di dolci, circondati da persone intente ad acquistare ciambelle. Forse questa esperienza potrebbe influire maggiormente sul vostro comportamento”, dice.

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