Emulsion Power: Anello mancante dell’evoluzione energetica?

Nel perseguire la transizione evolutiva che mira all’abbandono dei combustibili fossili a favore delle energie rinnovabili, una giovane azienda offre un passaggio intermedio.

di Matteo Ovi

In tutto il mondo va diffondendosi la pretesa che i paesi più civilizzati diventino sempre più responsabili e attenti, non solo dal punto di vista del consumo energetico, ma anche dal punto di vista delle fonti energetiche alle quali fare affidamento.

In questo contesto possiamo identificare due categorie chiave: da una parte, i combustibili fossili; dall’altra, le risorse rinnovabili.

Tra queste due macro-categorie si trova lo sfaccettato insieme di approcci che si pongono come soluzione intermedia per non stravolgere l’economia energetica.

E’ in questa categoria che la Emulsion Power va a giocare, promettendo una soluzione innovativa ed efficace a questa necessità evolutiva e ambendo a divenire il ponte attraverso il quale agevolare il passaggio dai combustibili fossili a fonti meno inquinanti di energia.

In occasione dell’avvio dell’impianto produttivo di Arquata Scrivia (AL), avvenuto agli inizi di luglio, abbiamo incontrato Davide Rinaldi, responsabile commerciale dell’azienda e membro dell’

Alleanza G20 dei Giovani Imprenditori.

“E’ da qui che comincerà la produzione e commercializzazione della nostra emulsione stabilizzata, concepita per l’autotrazione e per il riscaldamento abitativo”, ci dice, mostrandoci l’insieme di serbatoi e condotti che trasportano gli “ingredienti” della emulsione (acqua demineralizzata, gasolio e un additivo) verso il macchinario di miscelazione.

Ogni emulsione richiede l’uso di un ingrediente speciale in modo da rimanere stabile nel tempo. Questo ingrediente, comunemente indicato come “emulgatore” è costituito da una molecola dotata di affinità verso entrambi i liquidi e capace quindi di garantire la stabilità nel tempo della miscela.

“La nostra molecola ha una dimensione inferiore al micrometro, pari a un terzo rispetto alle altre molecole in commercio, e questo garantisce una combustione più omogenea della nostra emulsione, con un abbattimento delle emissioni appurato intorno all’ottanta percento. Oltretutto, laddove le norme in vigore richiedono una stabilità della emulsione per la durata di 4 mesi, la nostra emulsione è garantita per 6”, spiega.

Stando ai rilevamenti, l’emulsione porterebbe benefici sia nel campo dell’autotrazione che in quello del riscaldamento abitativo. “In questo momento la nostra emulsione è certificata per uso su vetture fino a Euro4 con la semplice installazione di un pre-filtro per arrestare i depositi di materiale incombusto e olio che vengono naturalmente rimossi quando andiamo a migliorare la combustione. Per l’uso nelle caldaie sarà invece necessario tarare il sistema di gestione in maniera tale da assecondare la combustione migliorata, ma a parte questi dettagli, c’è solo da guadagnarci”, dice.

L’emulsione è stata sviluppata in collaborazione con una società estera di R&D della quale, ad oggi, non ci è dato sapere il nome. Il business plan dell’azienda, spiega Rinaldi, è vendere a distributori locali in tutto il mondo il macchinario che è stato sviluppato per la produzione della emulsione stabile”.

Parlando di partner e di collaborazioni emergono diversi progetti già in corso in diversi paesi del mondo. “Abbiamo già stabilito accordi in Francia con una major petrolifera per la fornitura di 25.000 litri da testare su 20 veicoli pesanti, mentre nella Repubblica Dominicana siamo in procinto di siglare un accordo per la fornitura di un impianto “on demand” da 3.000 litri l’ora alla nostra partner locale, VKG, e sviluppare un progetto per sistemi di autotrazione”, ci dice.

L’azienda avrebbe inoltre contatti con Cile e Australia, e in Cina dovrebbe presto dar vita a una joint venture per la produzione impianti da 50.000 litri l’ora.

“Entro i prossimi 6-8 mesi vorremmo persino rivolgerci al mercato navale, dove la convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato da navi (conosciuta anche come convenzione Marpol) impone l’abbattimento delle emissioni nelle fasi di navigazione, e un motore alimentato a emulsione potrebbe fare molto”.

La preparazione dell’azienda e del giovane innovatore che la rappresenta sembrano dunque promettenti. Parlando di obiettivi comuni all’uomo e al mondo, Rinaldi spiega come non esista al mondo un paese che non sia interessato a risparmiare e ad alimentare la propria industria in maniera ecologica. Ed è tenendo a mente questi fattori che Emulsion Power mira a diffondersi. “La nostra intenzione è quella di mettere insieme diverse realtà con le loro diverse esigenze tenendo conto di questi traguardi comuni”.

A riguardo, interviene Cesare Rinaldi, presidente della Rinaldi Petroli Srl (la quale, collaborando con Uniservice Srl, ha fondato Emulsion Power) e delegato Assopetroli-Assoenergia nell’UPEI (Unione Europea dei Petrolieri Indipendenti) con sede a Bruxelles. “La commissione di Bruxelles è convinta che tutti siano ecologisti quando ce lo si può permettere, ma non si può mettere tutti sullo stesso piano quando esistono nette differenze operative tra ognuno degli interessati”, spiega.

“L’obiettivo comune è sì quello di non inquinare e, possibilmente, risparmiare energia e materia prima, ma allora è opportuno ricordarsi che non esiste prodotto nella filiera petrolifera che non possa essere bruciato rispettando fattori ambientali. Semplicemente alcuni paesi dimenticano questo fattore o scelgono di concentrarsi unicamente su alcuni sottoprodotti del petrolio. Per questo motivo, tramite Emulsion Power, miriamo a coinvolgere il maggior numero possibile di parti. Il prodotto funziona e rispetta le norme ambientali. Non c’è quindi motivo per cui non dovrebbe diffondersi agilmente”.

Il guanto di sfida è dunque lanciato. Continueremo a osservare i progressi di questa giovane azienda.

(MO)

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