Entro il 2040 eolico e fotovoltaico saranno la fonte di energia più economica

Purtroppo, non basteranno a vincere la battaglia contro i cambiamenti climatici.

di Richard Martin

Per quanto i prezzi di carbone e gas naturale continueranno a raschiare il fondo nei prossimi decenni, le rinnovabili rappresenteranno presto la fonte di energia più economica. Questa è la conclusione tratta dal New Energy Outlook 2016 pubblicato lunedì da Bloomberg New Energy Finance.

Stando al rapporto, “entro il 2040, il costo dell’elettricità prodotta attraverso impianti eolici sulla terraferma calerà del 41 percento, mentre quello per il fotovoltaico scenderà del 60 percento, permettendo a queste due tecnologie di diffondersi in diversi paesi del mondo come principale fonte di elettricità entro il 2020, e nel resto del mondo entro il 2030. In assenza di incentivi, il costo degli impianti fotovoltaici residenziali oggi si aggira intorno ai $3. Questo significa che, con i cali previsti dallo scenario di Bloomberg, il prezzo arriverebbe a $1.20 (per gli impianti fotovoltaici industriali, invece, dovrebbe scendere a 53 centesimi per watt).

Si tratta senz’altro di un prezzo basso, ma non basta a raggiungere i livelli di penetrazione (pari o superiori al 30 percento) necessari a intaccare le emissioni di gas serra nel mondo e limitare il riscaldamento globale entro la soglia dei 2 °C.

Tutta colpa del “valore di deflazione”: con l’allacciamento di un numero sempre maggiore di impianti fotovoltaici, il valore di ciascuna unità addizionale di capacità solare cala. Di conseguenza, il prezzo del solare dovrà scendere ben al di sotto dei livelli descritti dal rapporto di Bloomberg perché il solare diventi una importante fonte di energia – fino a circa 25 centesimi per watt, stando a un paper pubblicato su Nature Energy ad aprile.

“Persino con un rapido progresso tecnologico, 25 cents per watt potrebbero non essere raggiunti prima della metà del secolo”, scrivono gli autori del paper Varun Sivaram, del Council on Foreign Relations, e Shayle Kann, della GTM Research.

Gli investimenti nelle energie rinnovabili fra l’anno corrente e il 2040 arriveranno a $7.8 trilioni, gettando un’ombra sui $2.1 trilioni previsti per lo sviluppo di nuove centrali a combustibili fossili. Anche in questo caso, però, queste cifre non basteranno: “Oltre ai $7.8 trilioni, al fine di prevenire il superamento del limite di 450 parti di CO2 per milione previsto dall’Interngovernmental Panel on Climate Change, il mondo dovrebbe investire altri $5.3 trilioni in fonti di energia a zero emissioni”.

La buona notizia? La previsione di Bloomberg “non contempla altre misure politice all0infuori di quelle fissate per il 2020”. In altre parole, abbiamo ancora tempo per fissare un prezzo sull’anidride carbonica, ma non troppo tempo.

(MO)

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